Ben Spies: "Torno a Indianapolis"

Ben Spies: "Torno a Indianapolis"
Giovanni Zamagni
"Fermarsi è stata la scelta giusta, adesso finalmente sto bene. Sono stati mesi duri, ma ho lavorato con calma e tranquillità" | G. Zamagni, Laguna Seca
20 luglio 2013

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LAGUNA SECA – E’ di nuovo al box, ed è già una bella notizia. Vederlo poi sorridente e (relativamente) ottimista riempie di gioia: bentornato Ben Spies.
“Per la prima volta quest’anno mi sento bene fisicamente, sono contento. Fermarsi per qualche mese e pensare solo a curarsi è stata la decisione giusta. All’inizio della stagione non ero a posto, non potevo guidare, non potevo fare niente. Adesso, però, ho recuperato: avrei voluto correre qui a Laguna, ma mi ci vogliono un paio di settimane ancora per essere al 100%. A Indianapolis (18 agosto), però, ci sarò: di fatto la mia stagione, il mio 2013 inizierà lì, perché prima per me era impossibile guidare”

 

Qual è il tuo stato d’animo?
“Sono sereno e confidente: naturalmente, non so se potrò essere veloce, ci vorrà tempo, ma finalmente mi sento bene. In questi mesi, le voci su di me si sono sprecate, alcune mi hanno anche fatto sorridere: l’importante è aver recuperato. Adesso bisogna vedere come mi sentirò sulla moto, ma se non sei al 100% non puoi guidare, soprattutto in MotoGP. In questi mesi ho fatto un duro lavoro di recupero, in particolare a Dallas: non è stato facile, ma era necessario. Ripeto, è stata la decisione giusta, così come mi era stato consigliato da un medico in Italia, al Mugello e da un altro negli Stati Uniti”.


Dopo Indy, ci saranno altre due gare: credi di essere in grado di sopportare tre gare consecutive?
“Per me è importante tornare in sella e verificare le mie condizioni. Sinceramente non sono preoccupato dalle tre gare consecutive: se sto bene, non ci sono problemi”.


Come consideri invece la situazione in Ducati?
“In questi mesi sono sempre rimasto in contatto con il mio ingegnere di pista che mi ha tenuto al corrente della situazione. Sicuramente le cose non stanno andando come si vorrebbe e, soprattutto, come vorrebbero i piloti, ma mi sembra che comunque sia stata presa una direzione: è già un aspetto positivo”.


Quanto è stato difficile stare fuori dalle gare?
“E’ stata dura, prima fisicamente, perché non ero nelle condizioni di guidare. Poi, mano a mano che miglioravo, è stato difficile psicologicamente, perché le forze aumentavano, ma non potevo ancora guidare. Vorresti essere lì, nel box, in sella, ma sai che non puoi: sono stati momenti abbastanza difficili, anche perché in 20 anni di carriera, mi era capitato di saltare al massimo una gara. Ma non ho mai perso la calma e la tranquillità: ho lavorato bene”.


Qual è l’obiettivo?
“Voglio prenderla con calma, prepararmi per la prossima stagione, lavorare passo dopo passo”.


Cosa hai pensato quando hai visto Lorenzo correre ad Assen dopo essere stato operato alla clavicola sinistra?
“So cosa vuol dire, ho avuto lo stesso problema e ho temuto per lui quando l’ho visto cadere in Germania: penso che non sia troppo sicuro guidare in quelle condizioni. Qui deve stare tranquillo”.