Rossi: "Senza l'incidente starei lottando per il campionato"

Rossi: "Senza l'incidente starei lottando per il campionato"
Giovanni Zamagni
Soddisfatto per la gara e galvanizzato per la sfida finale con Lorenzo, Rossi si rammarica pensando a come sarebbe potuto finire diversamente il campionato senza l'incidente alla spalla | G. Zamagni, Motegi
3 ottobre 2010

Punti chiave


MOTEGI – Terzo dopo una spettacolare sfida con Jorge Lorenzo: Valentino Rossi ha più di un motivo per essere soddisfatto. Ma, certamente, anche per rammaricarsi di una stagione pesantemente condizionata dalla caduta con la moto da cross e conseguenti problemi alla spalla destra.

«E’ chiaro che un po’ di rimpianto c’è, perché mi sono fatto male dopo la prima gara, che avevo vinto, dopo aver dominato i test invernali e soltanto l’ultimo giorno in Qatar, Stoner mi aveva battuto di un decimo. Purtroppo ho avuto l’infortunio e da lì sono iniziati tutti i miei guai: non sono mai stato a posto. Penso che l’infortunio alla gamba sia conseguenza di quello alla spalla, perché se fossi stato al 100% non avrei fatto quell’errore al Mugello. Non ho mai corso integro: se fossi stato nelle migliori condizioni fisiche, adesso sarei qui a giocarmela con lui (Lorenzo, nda) fino alla fine del campionato.

Per quanto riguarda la sfida di oggi, io, sinceramente, avrei cercato di vendere cara la pelle negli ultimi giri con qualsiasi altro pilota, non solo con Lorenzo, perché c’è una bella differenza tra fare terzo o quarto. Venivo da un fine settimana da protagonista, ero sempre stato veloce: non nego che mi aspettavo di lottare per la vittoria. Peccato che, durante il primo giro, Lorenzo mi ha voluto passare per forza alla curva tre e siamo andati entrambi larghi, ma lui, a differenza di me, non aveva il passo per andare dietro a Stoner e Dovizioso. Per i primi giri ho perso tre, quattro decimi a passaggio: quando sono riuscito a passarlo, ho fatto subito il giro veloce della gara (1’47”395, nda) e ho mantenuto praticamente lo stesso distacco da Dovizioso fino alla fine. Insomma, se lui fosse stato più tranquillo, avremmo potuto stare con i primi due e giocarci qualcosa di più importante del terzo posto.


La sfida negli ultimi due giri è stata incredibile. Ci siamo toccati prima sotto il ponte, quando lui mi ha passato ed è andato un po’ largo, e poi ci siamo ritoccati in cima, poi ci siamo ripassati qualche altra volta. Nella prima occasione, nella curva sette a sinistra, lui è entrato, ma io ero già quasi dentro e, quindi, abbiamo fatto tutta la curva appaiati. Poi lui ha provato a portarmi fuori, ma io sono riuscito a rimanere in pista: a quel punto ci siamo toccati perché fisicamente non c’era più lo spazio per due moto. Comunque anche lui è stato bravo, gli faccio i complimenti. Aveva detto che voleva fare con me una sfida all’ultimo giro: ecco, queste sono le sfide con me all’ultimo giro!

Anche lui era molto aggressivo e anche per Lorenzo sarebbe stato molto importante arrivarmi davanti e arrivare sul podio. Ripeto, faccio i complimenti anche a lui, perché è andato molto forte e non voleva mollare. Alla fine facevo più fatica a fermarmi, mi stanco, mi si piega un po’ il braccio perché non ho forza. Ma questo è un problema che posso risolvere soltanto facendomi operare. Pensavo di soffrire molto qui a Motegi, invece non è andata male: alla vigilia avrei firmato con il sangue per il podio. Io voglio correre per altri anni, ma devo essere al 100% per cercare di vincere: quindi l’intervento è necessario. Purtroppo non sono abbastanza veloce nei primi giri, è un difetto sul quale lavorare, ma sono molto forte nel corpo a corpo. Purtroppo, però, adesso conta di più essere rapidi all’inizio, piuttosto che vincere i confronti diretti».