Triumph Bonneville "La grande fuga"

Triumph Bonneville "La grande fuga"
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Dino Romano è uno noto preparatore, concessionario Triumph e cultore di Steve McQueen. Dopo aver rivisto “La grande fuga” per l’ennesima volta, si è ricordato di una Bonneville che da tempo prendeva polvere in un angolo dell’officina, e...
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5 maggio 2010


Tra la libertà e il capitano Virgil Hilts ci sono solo pochi metri presidiati da una doppia barriera di filo spinato, sul confine tra la Svizzera e il Terzo Reich. Una rapida valutazione, un paio di sgasate nervose, poi la decisione: giocarsi il tutto per tutto saltando in moto. Ma il filo spinato è troppo anche per un tipo come Hilts: cade, resta intrappolato e viene catturato dai soldati tedeschi che lo inseguivano da un bel pezzo. La sequenza è fra le più iconiche della storia del cinema.

Solo uno come Steve McQueen avrebbe potuto interpretarla, lui che si definiva un pilota prestato alla carriera di attore. Inutile dilungarsi sulla sua figura, piuttosto sovraesposta negli ultimi tempi. È più interessante sapere che quella scena è il frutto di una serie di stratagemmi, di “falsi storici” molto efficaci. Nonostante il parere contrario della produzione, di nascosto McQueen tentò davvero di saltare il filo spinato da una rampa di terra battuta, in terza marcia e gas tutto aperto.

Dopo qualche caduta, passò il manubrio all’amico pilota Bud Ekins, voluto come stuntman e controfigura dallo stesso McQueen. Al primo ciak, Ekins saltò in quarta piena per 20 metri a un’altezza di quasi 3, su quella che sembra una BMW, o una DKW militare tedesca. In realtà si tratta di una Triumph TT 650 del ’61 da fuoristrada, camuffata in grigioverde dalla produzione: su una BMW della Wehrmacht, massiccia e pesante, nemmeno a Ekins sarebbe riuscito quel salto.
 

Abile e arruolata


Dalla finzione alla realtà, dalla Germania alla Maremma. Dino Romano, titolare di Drags & Racing e concessionario ufficiale Triumph di Grosseto, è uno dei preparatori (per i più esterofili: customizer) italiani di special su Triumph e Harley Davidson più noti a livello internazionale. Nel suo palmarès vanta diverse vittorie e piazzamenti d’onore ai Bike Show di Padova e Verona con motociclette ricercate e sorprendenti, che nel tempo sono diventate il suo vero marchio di fabbrica.

Una domenica di pioggia ha favorito il cortocircuito tra Dino, la videocassetta della “Grande Fuga” consumata a furia di essere rivista e una Bonneville del 2007 a carburatori che prendeva polvere nel magazzino. Mai dare tutto per scontato con Drags & Racing: e difatti quella che doveva essere una replica d’ordinanza della Triumph di Steve McQueen di “The Great Escape” ha staccato il biglietto per un viaggio a ritroso nel tempo, nell’Italia del 1944.

Mentre gli eserciti americano e inglese risalivano lentamente lo Stivale incalzando i tedeschi, sulle strade cominciarono ad apparire le prime Harley-Davidson WLA, le Ariel, Triumph e BSA militari degli Alleati.

 

Cambio a comando manuale

Motociclette belle da guardare e potenti, grazie ai robusti motori mono e bicilindrici. La loro apparizione segnò l’immaginario di almeno una generazione di italiani - ricordate Nando Moriconi, l’Americano a Roma di Alberto Sordi?

Per tanti ragazzi provati dalla guerra, si trattò del primo incontro con una filosofia di moto diversa, lontana dalle nostre Bianchi e Moto Guzzi. «Il film con McQueen e la Bonneville mi hanno fatto capire che si poteva riprodurre lo stile delle moto guidate dalle forze di occupazione nel 1944, con una base moderna», racconta Dino Romano. La Bonnie ha smesso la verniciatura pastello e le cromature della vita borghese, per vestire un simulacro di uniforme militare di sessantacinque anni fa.
 

Cambio a mano, frizione suicida

Da preparatore di razza, Drags & Racing si è concentrato sulla ricerca delle parti “period perfect”, cioè vere o verosimili di quel periodo storico. Visto che non si sarebbe trattato di un restauro, Dino ha usato la creatività per convertire all’uso militare le parti di Harley-Davidson più disparate che ha ramazzato in magazzino. Da tagliare, piegare, saldare. Da sovvertire, insomma: che gusto ci sarebbe, altrimenti?

Tanto per cominciare: come si cambiava sulle moto degli anni 30 e 40? Quasi sempre a comando manuale. Ed ecco che sul lato sinistro del serbatoio originale è spuntata la leva, con relativa guida e il pomello rubato a una motofalciatrice. Il sistema di rinvii al cambio Triumph è stato ottenuto da tondelli recuperati dal bidone degli scarti. La frizione è di tipo “suicida”, cioè da innestare con il piede sinistro: pedale, marcia, pedale. Provate a farlo partendo in salita e avrete anche l’origine del soprannome...

E come si avviavano, le moto militari? A pedivella ovviamente, che Dino ha ricostruito in officina

 

Particolare della cinghia ferma serbatoio

con poche cose. Il fanale originale è stato dotato di visierina e oscurato, secondo coprifuoco; il fanalino di coda è stato reinventato praticamente da zero. Anche lo scarico 2 in 1 è firmato Drags & Racing: i collettori artigianali e il silenziatore originale del 1939 sono raccordati grazie alla donazione d’organi di un furgone Iveco...

Anche la sella monoposto è un autentico residuato Harley-Davidson della guerra mondiale. Al contrario, il portapacchi, il portaoggetti, il carterino tondo sul fianco sinistro sono residuati di officina. Quello che fa la differenza, ormai l’avrete capito, è l’alto valore di artigianalità aggiunto da Drags & Racing.

«È nato tutto per gioco, ma è stato così semplice e relativamente economico che pensiamo di farne un kit. Ho avuto diverse richieste», racconta Dino. Una curiosità: il verde oliva opaco è autentica vernice militare di sessant’anni fa, scovata in un magazzino della Repubblica Ceca. Il motore è stato bombardato di nero goffrato per il giusto effetto spartano.

L’omaggio a Steve McQueen è rintracciabile sul portatarga da ruota (WH-13371 è la matricola originale della Triumph guidata nel film) e impresso sulla cinghia artigianale che ferma il serbatoio della Bonnie, pronta alla grande fuga nella Maremma grossetana.


SCHEDA TECNICA MOTO
Nome della moto: The Great Escape
Preparatore: Drags & Racing, Triumph Grosseto
Tempo: 40 giorni
Valore: circa 18.000 euro

MECCANICA
Motore: Bonneville Scrambler
Cilindrata: 865 cc
Costruito da: Triumph
Carburatore: Keihin con kit Drags & Racing
Filtro aria: Drags & Racing
Scarichi: Drags & Racing
Cambio: Triumph a 5 marce, comando manuale
Frizione: multidisco in bagno d’olio, azionamento a pedale
Finale: a catena

CICLISTICA
Telaio: Bonneville Scrambler modificato
Tipo: a doppia culla in tubi d’acciaio
Forcella: teleidraulica, steli Ø 41 mm
Piastre: Drags & Racing
Ruota anteriore: 19” a raggi
Penumatico ant.: Pirelli MT21 100/90-19
Ruota posteriore: 17” a raggi
Pneumatico post.: Metzeler Karoo 130/90-17
Freni: a 2 dischi, anteriore Ø 310mm con pinza a 2 pistoncini, posteriore Ø 255 mm, pinza a 2 pist.

ACCESSORI
Manubrio: Drags & Racing
Manopole: Tommaselli
Comandi manubrio: Drags & Racing
Comandi pedale: Triumph, Drags & Racing
Faro: Drags & Racing
Serbatoio benzina: Triumph
Parafango ant.: Drags & Racing
Parafango post.: Drags & Racing
Fanalino: Drags & Racing
Sella: Harley-Davidson ‘39
Verniciatura: Verde militare opaco, nero goffrato.

CARTA D’IDENTITA’ PREPARATORE
Ragione sociale: Drags & Racing
Indirizzo: Via Aurelia Nord km 4 (S.P. 152 N. 209), 58100 GROSSETO
Numero telefonico: 0564401904
Fax: 0564 401069
Web: www.drags-racing.it
Titolare: Dino Romano
Data di apertura: 1990
Specialità: Concessionario ufficiale Triumph e preparazioni
Ispirazione, stile preferito: Triumph e Harley-Davidson in ogni forma
Staff: Dino, Roberto, Swan, Erika.

Paolo Sormani