Assicurazioni: rincari RC moto fino al 35%. Ora basta!

Assicurazioni: rincari RC moto fino al 35%. Ora basta!
Forse è la volta buona: il presidente dell'antitrust ha sollevato il coperchio sullo scandaloso aumento delle RC auto in Italia (doppio rispetto alla media UE). In arrivo sanzioni milionarie per le compagnie?
13 ottobre 2011

Punti chiave


Hai voglia a dar la colpa alle truffe

Nell'ultimo biennio considerato dalla ricerca, tra il 2009 e il 2010, gli aumenti delle polizze RC auto hanno superato anche il 35 % per chi ha assicurato una moto o lo scooter. Del 25 % se la copertura ha riguardato invece l'automobile. Dati sconcertanti, che non abbiamo timore di definire vergognosi.
Ogni giorno la redazione di Moto.it riceve segnalazioni allarmanti da parte dei lettori e dei concessionari che vendono moto e scooter. I primi sono spesso costretti a rinunciare alle due ruote, sia come mezzo di svago sia - e la cosa è ancora più desolante - come veicolo indispensabile a soddisfare le esigenze individuali di mobilità. 
 

Ogni giorno la redazione di Moto.it riceve segnalazioni allarmanti da parte dei lettori e dei concessionari che vendono moto e scooter. I rincari RC ammazzano il mercato

I secondi hanno visto le vendite di nuovo e usato crollare proprio a causa dei rincari, che in taluni casi hanno portato il premio annuale a costare più della stessa moto!
Così non si può andare avanti. A rimetterci siamo noi cittadini, vessati da aumenti che non trovano giustificazione, e un comparto economico - quello delle due ruote - già in affanno e che per colpa degli aumenti delle polizze rischia la paralisi.

Che qualcosa non stia andando per il verso giusto lo ha notato anche il presidente dell'antitrust, Antonio Catricalà, che è stato ascoltato in audizione dalla Commissione Industria del Senato. Catricalà ha riportato alcuni esempi di aumenti particolarmente significativi.
Per un quarantenne del nord Italia con un'auto di media cilindrata il premio è aumentato di oltre il 20%; per una sessantacinquenne del sud con un'auto piccola l'aumento è stato del 15-20%.
E molto peggio va al diciottenne che vive nelle isole e che vorrebbe assicurare il suo cinquantino: per lui il rincario supera il  30%.
Le compagnie di assicurazione giocano allo scarica barile, e danno la colpa alle "solite" truffe.
Ma i raggiri, ancora molto frequenti in certe regioni del nostro Paese, da soli non bastano a giustificare un incremento medio dei premi assicurativi che nell'ultimo quinquennio è stato quasi doppio rispetto a quello registrato nella zona Euro.
Cosa dobbiamo aspettarci allora? La prossima mossa potrebbe essere l'apertura di una inchiesta dell'antitrust. Non un semplice atto formale, ma un accurato lavoro di indagine che, in presenza di cartelli tra le compagnie, potrebbe anche portare a sanzioni milionarie per le società che hanno violato le regole sulla concorrenza.
C'è poi da rilevare anche come l'indennizzo diretto non abbia apportato quelle migliorie che ci si aspettava, in primis l'abbattimento dei costi per incidente. Tutt'altro: il costo medio è aumentato del 26%; nel Meridione l'aumento medio del costo di un incidente è stato superiore del 70 % rispetto al Nord Italia.


Scarsa mobilità della domanda

La concorrenza tra le varie compagnie è scarsa. Lo dimostra la scarsa mobilità della domanda dei consumatori: meno del 10 % cambia annualmente compagnia a causa dell'evidente livellamento delle tariffe.
L'Antitrust è inoltre chiamato a indagare su una tendenza che emerge dal confronto dei dati italiani con quelli inglesi o francesi: in Italia vengono accertate poche frodi (indagare costa...).
 

L'Antitrust è chiamato a indagare su una tendenza che emerge dal confronto dei dati italiani con quelli inglesi o francesi: in Italia vengono accertate poche frodi (indagare costa...)

L'Inghilterra, tanto per fare un esempio, rileva quattro (!) volte le nostre frodi. Siamo diventati un popolo di virtuosi? A giudicare dal numero di sinistri denunciati e di risarcimenti incassati risulta difficile crederlo. 
Alle compagnie risulta più conveniente pagare rimborsi forfettari, piuttosto che investire risorse nell'accertamento delle (frequenti) frodi.
E i costi di questi rimborsi ricadono (anche) sui premi RC di quei motociclisti e automobilisti che una truffa non si sognerebbero mai di farla.