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La storia di questa infrastruttura è lunga e complessa: la prima convenzione per la sua realizzazione risale al 1990, e i cantieri hanno lavorato a fasi alterne con numerose interruzioni e ritardi nel corso degli anni. Il progetto, che avrebbe dovuto semplificare i collegamenti tra le province di Asti e Cuneo e favorire lo sviluppo economico della regione, era diventato nel tempo quasi un simbolo nazionale delle opere incompiute.
All’inaugurazione ufficiale hanno partecipato autorità politiche e rappresentanti istituzionali. Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha definito la giornata storica, ricordando come la sua carriera politica sia iniziata proprio partecipando a manifestazioni per la realizzazione di questa infrastruttura negli anni Novanta.
Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, ha sottolineato l’importanza della Asti-Cuneo non solo dal punto di vista locale, ma anche per il collegamento dei sistemi produttivi piemontesi con i porti liguri e i corridoi europei di trasporto, con un impatto positivo sulla logistica, sul turismo e sull’occupazione.
Il tratto inaugurato collega Alba Ovest a Cherasco, per un costo di circa 220 milioni di euro. Al momento dell’apertura la viabilità è impostata in assetto provvisorio di cantiere con una corsia per senso di marcia in alcuni tratti, soluzione temporanea che permette però di utilizzare subito l’intera infrastruttura in sicurezza mentre si completano gli interventi accessori.
Il completamento definitivo delle opere è previsto entro aprile 2026, con la realizzazione delle carreggiate secondarie e delle opere complementari di connessione alla rete viaria locale. Sono inoltre in corso piani di investimento aggiuntivi, ad esempio un protocollo d’intesa da oltre 43 milioni di euro per migliorare accessibilità e sicurezza nell’area di Cherasco e nei collegamenti con la strada statale 661.
Secondo Confindustria Piemonte, i ritardi nella realizzazione dell’autostrada hanno avuto un costo economico e sociale rilevante: la stima complessiva dei danni provocati dalla mancanza di collegamenti adeguati può superare i 325 milioni di euro, considerando gli effetti negativi su imprese, trasporti e ambiente.
Il completamento della A33 è visto come una boccata d’ossigeno per le imprese del territorio, tra queste il grande stabilimento di Ferrero e molte altre piccole e medie imprese del Piemonte, riducendo i tempi di percorrenza e migliorando la competitività logistica.
La nuova Asti-Cuneo si interconnette con importanti arterie autostradali: innesta l’A6 Torino-Savona nella parte centrale e si collega con l’A21 Torino-Piacenza-Brescia, offrendo così una alternativa più diretta e veloce per il traffico merci e passeggeri verso Sud e Ovest.
Per anni considerata “l’autostrada del vino” per il passaggio attraverso aree vitivinicole e collinari pregiate, la A33 ora rappresenta un tassello fondamentale per colmare un vuoto infrastrutturale che per troppo tempo ha penalizzato la mobilità e lo sviluppo in una regione considerata strategica per l’economia italiana.