Alpinestars e le tute dei piloti di MotoGP

Alpinestars e le tute dei piloti di MotoGP
  • di Max Temporali
Che differenze ci sono con le tute di produzione ? Quanto pesa quella di Pedrosa ? Perché usare la pelle in canguro? Risposte, curiosità e numeri dal mondo delle corse | M. Temporali
  • di Max Temporali
9 settembre 2010

L’incidente di Misano ha scatenato l’argomento sicurezza. Ho letto in questi giorni righe di commento dedicate al “gran livello di protezione raggiunto dall’abbigliamento tecnico”. Vorrei allora sfruttare la mia collaborazione con Alpinestars per introdurvi in un mondo ancora inesplorato, perché sulle tute dei piloti ci sono davvero tante cose da sapere.

INDOSSARE LA TUTA AIUTA LA CONCENTRAZIONE


Il più delle volte, indossare la tuta, per un pilota significa concentrazione per il turno di guida. Si inizia col sottotuta, che permette di scivolare meglio nei movimenti dentro alla pelle; s’infila la tuta a metà, partendo dalle gambe, poi stivali e paraschiena, prima di busto e braccia. Le cerniere alte vengono chiuse per ultime, dopo aver sistemato le protezioni e aver “tirato” la pelle per aver comode ginocchia, cavallo, spalle, gomiti. E’ un’operazione che richiede minuziosa attenzione, perché montare in sella alla moto con una piccola scomodità della tuta, specie prima della gara, significa magari perdere un decimo di secondo. Ci si veste quindi con molta calma.

IN MOTOGP CI SI ROMPE SPALLE E CLAVICOLE


Un pilota Alpinestars riceve all’inizio della stagione 4 tute, che poi aumentano di numero in base allo sviluppo dei progetti, alle richieste di team/sponsor e al numero di cadute. Una delle ultime novità tecniche introdotte è l’Electronic Airbag. Statisticamente Alpinestars ha verificato che i danni più frequenti che un pilota incontra in una caduta riguardano spalle e clavicole. Oggi in quella zona c’è l’airbag posizionato all’interno di specifiche tute Tech Air.
In pista è sempre presente il reparto Racing Services, cioè l’assistenza per tutti i piloti Alpinestars.
Si occupa del ripristino delle tute che, per svariati motivi, finiscono lì: riparazione da caduta, modifiche “volanti” (Hayden aveva chiesto a Brno di allargare la manica sinistra a causa di un polso gonfio da caduta) e pulizia.
Che tuta, guanti e stivali di Alpinestars debbano essere sempre puliti e in ordine è scritto anche nel contratto dei piloti.


IN 125 CAMBIANO LE ESIGENZE


I piloti della MotoGP e della 125 incontrano esigenze diverse: mentre nel primo caso, piloti già ventenni, hanno solitamente il problema di un tono muscolare che cresce con l’intensificazione dell’allenamento, quindi magari è richiesto il ritocco della taglia una tantum, i pilotini delle ottavo di litro, tra i 13 e 18 anni, crescono con la velocità delle margherite a primavera, poiché sono in piena fase di sviluppo e le modifiche per adeguare la tuta piovono una dopo l’altra. L’anno scorso c’è stato un caso della Rookies Cup che in un’estate aveva aggiunto 6 cm alla sua statura: si trattava di Daijiro Hiura, pupillo di Nobby Ueda. Alla fine di ogni gara i tecnici del Racing Services trasmettono una relazione dettagliata sui prodotti utilizzati durante il week end indicando il feedback ricevuto dai piloti e le richieste di aggiornamento o modifica dei prodotti. Il passo seguente è esaminare i documenti in azienda al fine di progredire col lavoro del Racing e aggiornare lo sviluppo dei prodotti standard.

LA TUTA PIU’ PICCOLA DELLA MOTOGP…

La tuta più piccola realizzata per un pilota Alpinestars in MotoGP, indovinate di chi è ? Di Dani Pedrosa. Non sono forniti i dati relativi alla taglia (non sono divulgabili, mi dicono), ma pesa meno di 3,5 chili ! Pensate che la mia tuta, che ritengo di avere un fisico normale, segna alla bilancia 5,8 chili. Vedere dal vivo la tuta di Dani fa un effetto bestiale: è talmente corta e piccola che sembra un gadget ! Allegate vi sono alcune foto di una delle tute Alpinestars che ha strisciato sull’asfalto più a lungo in questa stagione: è di Dani Pedrosa nei test di Brno.


…E QUELLA PIU’ GRANDE E LEGGERA


La tuta più grande è invece quella di Ben Spies, che è vero che pesa solo 4 kg, ma lui utilizza pelle di canguro, che non tutti i piloti gradiscono: è più sottile, al pilota fa un certo effetto misurare al tatto la scarsità di “sostanza”, e veste meno armoniosamente. Questione di testa e di feeling.


DIVERSE MESCOLE ANCHE PER GLI SLIDER

Vi sembrerà impossibile, ma anche gli slider, cioè le “saponette” che permettono al pilota di strisciare col ginocchio per terra, non sono tutte uguali. Sono costituite da Poly composti che si adattano alle svariate condizioni di pista e superficie. Poi c’è il pilota che le consuma di più, e ad ogni turno è costretto a sostituirle, e quello che invece gli durano quasi un week end; quello che preferisce sentire patinare via lo slider a contatto con l’asfalto, quello che invece la vuole sentire “grattare”. Ma soprattutto si cerca di farle sempre più leggere, perché nell’economia del peso (specie in 125) hanno la loro importanza.
 
Pedrosa e Dovizioso
Pedrosa e Dovizioso



TUTE IN PELLE ANCHE IMPERMEABILI


E i vecchi “body” antipioggia che fine hanno fatto? Se avete buon occhio vi sarete accorti che i piloti Alpinestars non l’indossano più. La ragione è che queste tute in pelle oggi offrono anche la versione “impermeabile”: nessuna cucitura a vista e trattamento idrorepellente applicato sulla superficie esterna della pelle.
A proposito di trattamenti, ho saputo che anche il colore nero della tuta di Toni Elias, che tendenzialmente farebbe pensare ad un maggior trattenimento del calore rispetto a un colore chiaro, ha una pelle dotata di una cura particolare che permette di contenere la temperatura di riscaldamento. In sostanza, che la tuta sia bianca o nera, il caldo percepito è lo stesso.

LE DIFFERENZE CON UNA TUTA DI PRODUZIONE


Le differenze fra una tuta Alpinestars da pilota MotoGP e una di produzione è legata, oltre che alla colorazione e alle grafiche, alla taglia su misura, alla ventilazione e all’imbottitura interna, che variano secondo le specifiche del pilota. Senza dimenticare che nelle corse il peso e la prestazione della tuta sono elementi fondamentali. Le caratteristiche tecniche, il materiale utilizzato e la costruzione tecnologica rimangono invece invariati. Ipotizzando il valore di mercato di una tuta di Hayden, Dovizioso, Stoner & C. si può parlare di una cifra compresa tra i 4 e i 5.000 euro.

COME SCEGLIERE LA TUTA DI PELLE: I CONSIGLI DI ALPINESTARS


Vi giro pari il consiglio di Alpinestars che spiega come scegliere una tuta in pelle quando andate in negozio:
“La tuta deve essere scelta in base alla comodità e alla vestibilità. Molti motociclisti tendono a scegliere tute troppo grandi. Una tuta da pista, per natura, dovrebbe vestire in modo attillato, con pannelli elastici presenti nelle zone in cui è necessario garantire flessibilità di movimento. Per molti nuovi appassionati del motociclismo, la loro prima tuta, se indossata in modo appropriato, dovrebbe offrire un fit aderente. 
 
La carena di Max
La carena di Max



Pertanto non si dovrebbero notare eccessi di pelle con pieghe in nessuna zona della tuta. Il motociclista dovrebbe indossare la tuta con un sottotuta tecnico e le relative protezioni (per schiena e torso) che solitamente usa, assieme ai suoi guanti e stivali, per verificarne la comodità.
I nuovi capi in pelle tendono ad allargarsi leggermente con l’utilizzo e a modellarsi in base alla struttura corporea. Per questa ragione, il motociclista dovrebbe inizialmente spendere un po’ di tempo indossando e togliendo la tuta. Una volta stabilita la vestibilità della tuta e le zip sono chiuse, si consiglia di verificare la facilità di movimento con piccole flessioni alle gambe, braccia e torso, o in sella alla proprio moto simulando le varie posizioni di guida.”
 

 

 

 

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