Sofuoglu: “Ci sarà un pilota turco in ogni campionato”

Sofuoglu: “Ci sarà un pilota turco in ogni campionato”
Carlo Baldi
Sofuoglu rappresenta un simbolo per i giovani del suo paese e non solo per quanto fa in pista. Grazie a lui molti giovani turchi debuttano nei campionati europei e mondiali
17 luglio 2017

Kenan Sofuoglu è nato nel 1984 ad Adapazari in Turchia. Dopo aver corso nei campionati nazionali, debutta nel mondiale Supersport nel 2003, partecipando come wild card a tre gare del mondiale Supersport. Dopo due stagioni in Stock 1000 (terzo e secondo posto in campionato) nel 2006 torna in Supersport, nel team Ten Kate. E’ terzo, ma l’anno successivo è quello della sua consacrazione e del suo primo titolo mondiale. Nel 2008 compie il grande salto in Superbike sempre con il team Honda, ma i risultati non sono soddisfacenti e la classe regina rappresenterà per lui solo una parentesi. Nel 2009 Kenan torna in SS sempre con Ten Kate ed è ancora terzo, ma è il preludio al suo secondo titolo mondiale, che arriva nel 2010. Nello stesso anno viene chiamato in Moto2 ed è quinto nel GP del Portogallo. Le sue doti non passano inosservate, tanto che viene convinto a restare in Moto2 anche nel 2011, ma così come è avvenuto per la SBK anche questa categoria sarà per lui solo una parentesi e nel 2012 rientra nella sua categoria preferita: la Supersport. Passa alla Kawasaki del team Lorenzini e vince subito il suo terzo titolo mondiale. Nel 2013 è secondo e nel 2014 inizia la collaborazione con il team Puccetti con il quale raccoglie una serie incredibile di vittorie. Con la squadra italiana Kenan si aggiudica il quarto titolo mondiale nel 2015 e lo bissa l’anno successivo. In tutto sono cinque titoli mondiali, in una categoria da sempre molto competitiva e difficile. Prima di lui solo Charpentier era  riuscito a vincere due volte il titolo e quindi il record di mondiali conquistati da Sofuoglu, che potrebbe aumentare ancora, resterà nella storia di questo campionato.


Questa la sua carriera sportiva, ma Sofuoglu è qualcosa di più di un semplice pilota. E’ un simbolo. Un vero e proprio esempio per tutti i suoi giovani connazionali che lo vedono trionfare sui circuiti di tutto il mondo, sventolando la bandiera turca. Lo apprezzano per le sue doti di pilota ma anche per quelle umane, perché Kenan ha dimostrato di essere un uomo dal carattere forte, che ha saputo reagire alle avversità del destino, grazie alla sua forza interiore ed alla sua profonda fede musulmana.   


Nel 2002 è morto suo fratello maggiore Bahattin, a sua volta pilota, deceduto a causa di un incidente stradale, mentre nel 2008 un incidente in pista gli ha portato via il fratello minore Sinan. A queste due tragedie bisogna poi aggiungere l’ultima, quella forse più crudele, che riguarda il suo primogenito Hamza che nel 2015, a soli 4 mesi, è morto per un’emorragia cerebrale.


Con gli anni Sofuoglu si è reso conto di poter fare qualcosa per il suo Paese e ora aiuta i giovani talenti che emergono in Turchia, a correre nei campionati europei e mondiali. Una sorta di “Sofuoglu Academy” che ha permesso ad esempio un campione in erba come Toprak Razgatlioglu (vincitore della STK600 nel 2015) di potersi affacciare  nei campionati delle derivate. L’esempio del “turchino” come lo chiamo per evitare di pronunciare il suo difficilissimo cognome, è stato seguito da Harun Cabuk in Supersport 300 (al momento infortunato) e dai due gemelli Oncu. Di questi due Can si è aggiudicato le ultime due gare della Rookies Cup ad Assen, mentre Deniz ha vinto due delle tre gare dell’Asia Talent Cup. Per ora sono pochi, ma tutti giovanissimi e molto determinati, ad immagine e somiglianza del loro mentore ed idolo. 

 

Kenan sono molti i giovani piloti turchi che ci stanno affermando nei campionati europei.  Ma quanti piloti ci sono in Turchia?

Non ci sono molti campionati in Turchia ed i piloti non sono certo numerosi. Io però ne ho selezionati 5 o 6 che a mio parere hanno delle doti, e li sto aiutando a crescere. Stanno andando tutti molto bene e questo è per me non solo motivo di soddisfazione, ma rappresenta anche un grande stimolo a proseguire il mio lavoro. Per anni mi sono allenato da solo mentre ora è bellissimo poterlo fare con tutti questi ragazzi. Mi spingono a fare sempre di più e a dare sempre il massimo, perché loro mi vedono come un fratello maggiore, un modello ed un obiettivo da raggiungere e quindi io non posso deluderli e soprattutto devo prepararli al meglio alle grandi competizioni internazionali. Vederli correre e vedere che alcuni di loro hanno il mio stesso stile di guida mi rende molto felice. Il mio progetto per il futuro prevede di lanciare giovani piloti in tutte le classi. In pochi anni sono sicuro che avremo piloti turchi in ogni categoria, sia nei mondiali Superbike che in quelli GP.

 

Ma parliamo di te. Un inizio di stagione davvero difficile

Sì, un inizio di campionato terribile. Ho dovuto rinunciare alle prime tre gare. Le prime due per infortunio (ndr – si ruppe una mano mentre si allenava con la moto da cross). A causa dell’infortunio non solo ho dovuto affrontare ben tre difficili interventi chirurgici alla mano, ma non mi sono mai potuto allenare. Sono comunque rientrato ad Aragon, ma Caricasulo ha commesso un errore, mi ha centrato e mi ha buttato fuori pista. Da allora ho deciso che avrei dovuto cambiare tattica e cercare di staccare tutti sin dai primi giri, per non rischiare di trovarmi a lottare con piloti che tentano l’impossibile e che possono compromettere la mia stagione, se non addirittura la mia carriera. Ci sono riuscito ed ho vinto tutte le altre gare. Ora sono a 5 punti da Mahias, che comanda la classifica.

 

Quindi potresti conquistare il tuo sesto titolo mondiale in Supersport

E’ una cosa possibile, ma al momento non ci penso. Sono maggiormente concentrato sulla vittoria della singola gara. Punto a vincerle tutte e poi vedremo a fine campionato.

 

Come ti spieghi il fatto di aver vinto tanto, ma solo in Supersport?

Perché è la categoria che mi piace di più. Io dico sempre ai giovani “fate quello che vi piace e lo farete bene”. Per me è lo stesso. La Supersport è la mia categoria ed è quella dove corro più volentieri, dove riesco a dare il massimo. Quando ho iniziato a correre in Turchia c’era solo la Supersport ed il mio sogno è sempre stato quello di eccellere in questo campionato.

 

Hai corso anche in Moto2

La Moto2 è una categoria simile alla Supersport, però mentre qui ho sempre avuto dei team eccezionali come Ten Kate e Puccetti, in Moto2 purtroppo non ho trovato una squadra che mi assecondasse al meglio.

 

Parlaci della tua prima scoperta: Toprak Razgatlioglu.

Toprak ha iniziato giovanissimo in Turchia nel cross e nelle cilindrate minori. Gli ho fatto fare esperienza e poi l’ho fatto debuttare nella Stock 600 Europea, categoria che ha vinto nel 2015. Allenarmi con lui mi aiuta a migliorarmi, ad essere ancora più forte e motivato. Guardandolo correre e considerando il suo fisico, lui è certamente un pilota da Superbike. Tutti vogliono che lui corra nella classe regina, dalla Kawasaki a Puccetti, alla Federazione Turca. Non so se andrà nel mondiale Superbike già il prossimo anno, ma di certo è destinato a diventare uno dei piloti più forti della categoria. La mia speranza è che possa fare un primo anno con Puccetti su di una moto competitiva, ed in seguito passare ad un team ufficiale. Ma ha solo 21 anni e quindi stiamo a vedere cosa succede. Quest’anno sta facendo un buon campionato e potrebbe anche vincere il titolo della Stock 1000, ma in futuro sono certo che sarà campione del mondo Superbike.

 

E se invece lo chiamassero in MotoGP?

La sua strada è stata tracciata in Superbike, ma se un team ufficiale GP ci dovesse chiamare, e Dorna fosse d’accordo, allora potremmo valutare le offerte. Ma a condizione che a richiederlo sia una squadra ufficiale, una delle migliori. Se no non se ne parla.

 

E’ il migliore dei tuoi allievi?

Non posso dire che Toprak sia il più bravo, perché anche Cabuk ed i gemelli Oncu hanno molto talento. Al momento lui è l’unico che può competere e lottare con me in allenamento. Io sono un osso duro nei “corpo a corpo” e nelle staccate, ma anche lui ha molta grinta e sono certo che i nostri allenamenti lo aiutano molto in gara. Per quanto riguarda gli altri sono molto giovani e devono fare esperienza, ma il talento non gli manca, così come la voglia di allenarsi e di vincere.
 


Cosa ci puoi dire del tuo Paese, della Turchia?

Il nostro paese continua a progredire. L’economia è migliore di quanto non lo sia quella Europea. Ci sono alti e bassi un po' come in tutto il mondo, ma ad esempio da noi è più facile trovare sponsor, anche perché le aziende sono in crescita. Il governo sta lavorando molto bene, anche per quanto riguarda lo sport ed il motociclismo in particolare. Esiste un progetto per costruire un nuovo autodromo nei pressi della città dove vivo.

 

Tu sei musulmano. Cosa ne pensi della situazione attuale e dei problemi tra i musulmani e chi professa altre religioni?

E’ una situazione che mi rattrista molto. Penso che uno dei miei compiti sia anche quello di dimostrare che non ci sono differenza tra i musulmani e gli altri. In Europa sento spesso dei giudizi negativi sui musulmani, ma io sono la dimostrazione vivente che non siamo assolutamente tutti terroristi o integralisti. Il problema è che non ci conosciamo abbastanza e a volte non ci si capisce. Ma io sono ottimista e penso che il futuro sarà sicuramente migliore. Da parte mia farò il possibile per essere ambasciatore della mia religione nel mondo e per dimostrare che possiamo convivere tutti in pace.