SBK. Le pagelle del GP di Barcellona

SBK. Le pagelle del GP di Barcellona
Carlo Baldi
Jonathan Rea voto 8,5; per Van der Mark e Davies invece 8. A Locatelli 10 e lode insieme al titolo di campione del mondo Supersport
21 settembre 2020

E’ stata la prima volta della Superbike a Barcellona. Una prima volta che sarà ricordata per molti motivi, ma per noi italiani sarà senza dubbio il round nel quale Andrea Locatelli si è laureato Campione del Mondo Supersport con quattro gare di anticipo. Prima di lui due italiani avevano vinto questo campionato. Erano le prime due edizioni; a portare il titolo in Italia furono prima Paolo Casoli, nel 1997, e poi il compianto Fabrizio Pirovano l’anno successivo. 

Tornando al mondiale Superbike, in Catalogna abbiamo avuto la conferma che Rea è il più forte, ma che anche quando il Cannibale non riesce a divorare i propri avversari chi dovrebbe contrastarlo nella lotta per il titolo non ne sa approfittare. Però, mentre il titolo riprende per la sesta volta la strada che porta in Irlanda del Nord, si mettono finalmente in mostra giovani di talento che in un prossimo futuro potranno insidiare il trono di Johnny e non parliamo più solo del nostro Rinaldi, ma anche dell’americano Garrett Gerloff, che qui a Barcellona ha conquistato il suo primo podio nella classe regina delle derivate. Questi due, assieme a Toprak Razgatlioglu e (glielo auguriamo) ad Andrea Locatelli, che il prossimo anno salirà in Superbike, potrebbero essere il futuro del campionato.

Jonathan Rea – voto 8,5 – Dominatore il sabato e calcolatore la domenica. Anche se non lo vuole ammettere quando la matematica inizia a dargli ragione il Cannibale corre con il pallottoliere. E fa bene visti i suoi 5 titoli mondiali (che stanno per diventare 6). Domina la Superpole e gara1, ma poi la pioggia torrenziale lava la pista e gli toglie la gommatura, rendendola scivolosa. Non avrebbe senso per lui rischiare una caduta che potrebbe compromettere il campionato, anche perché Redding è sempre dietro. Saggio.

 

Michael Van der Mark – voto 8 – Questo olandese non mi ha mai esaltato, ma quando è in giornata riesce a tenersi dietro anche Rea. Non saliva sul gradino più alto del podio dal giugno dello scorso anno (Jerez gara 2) e non fa della costanza di rendimento la sua dote principale, ma è indubbio che sia uno dei top rider della categoria. 

 

Michael Ruben Rinaldi – voto 6,5 – Per il giovane Michael questo non è stato di certo il miglior weekend del campionato, ma il team GoEleven non aveva mai provato su questo tracciato mentre quasi tutte le altre squadre lo avevano fatto. Di conseguenza Rinaldi ha dovuto adattarsi in fretta alle caratteristiche della pista; in gara ha commesso qualche errore di troppo e poi il motore della sua V4 lo ha tradito la domenica pomeriggio. Deve restare sereno, senza cercare di strafare. Sarebbe un segno di maturità.

 

Alvaro Bautista – voto 6 – Lo spagnolo cade un po troppo, soprattutto considerando che non è certamente un pivello alle prime armi. Il terzo posto in Superpole aveva illuso i tifosi della Honda, ma la spaventosa caduta nella Superpole Race ha posto fine al suo weekend catalano. E gli è andata di lusso. 

 

Scott Redding – voto 5 – Dov’è finito il guerriero che a Jerez aveva annichilito il Cannibale? Il ragazzone inglese ora sembra un pulcino bagnato, e naviga spesso oltre la sesta posizione. Ha ancora due round per dimostrare di poter ancora dare del filo da torcere a Rea, anche se ormai abbiamo capito che non è in grado di vincere il titolo.

 

Garrett Gerloff – voto 9 – Senza clamore, ma lavorando a testa bassa, questo texano è migliorato a vista d’occhio sino ad ergersi tra i protagonisti nelle gare di Barcellona, sino a conquistare il suo primo podio mondiale. Cosa avrebbe potuto fare se in Superpole non avesse sbagliato la scelta della gomma ed in gara fosse partito più avanti? Bravo lui e brava la Yamaha a credere in lui. Dopo il podio era felice come un bambino al quale avevano regalato un barattolo di Nutella. Sono curioso di rivederlo in azione a Magny Cours. 

 

Toprak Razgatlioglu – voto 5,5 – Dopo aver fatto il funambolo nelle prove libere ed aver conquistato (per la seconda volta in carriera) la prima fila, avrei scommesso sul giovane turco, che quando è in vena sta davanti a tutti. Invece ancora una volta si è avvitato su se stesso e sui problemi di assetto della sua R1; la brutta caduta nel warm up ha fatto il resto. Buon per lui che ora si vada a Magny Cours, dove l’anno passato fece un’incredibile doppietta. 

 

Loris Baz – voto 6 – la sua R1 non è tanto diversa da quelle del team Pata, ma il francese va spesso a corrente alternata. Dopo aver deluso in Superpole ed in gara1 ha fatto scintille nella gara sprint, ma poi in gara2 un errore lo ha costretto a rimontare dall’ultima posizione. Se fosse più continuo potrebbe ambire a ben altri risultati.

 

Chaz Davies – voto 8 – Finalmente una vittoria! Almeno una volta l’anno il gallese della Ducati si regala il primo posto. Le altre volte si incarognisce in rimonte che quando va bene lo portano sul podio. Rimedia alla solita brutta prestazione in Superpole con un podio ed una vittoria e per una volta è il più bravo tra i ducatisti. Una rondine non fa primavera.

 

Leandro Tati Mercado -  voto: un abbraccio – Rientra dopo l’infortunio patito nel primo dei due round di Aragon, ma non finisce nemmeno la prima sessione di libere. Cade e si frattura il polso destro. La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Non ti abbattere, Tati, e torna presto.

 

Lorenzo Zanetti – voto 7 – Giusto il tempo di fare la valigia e di salire sul primo volo per Barcellona e Lorenzo si è ritrovato sulla V4 del team Motocorsa che ha portato al tredicesimo posto nella Superpole race ed in gara2. Vi pare poco? 

 

Andrea Locatelli – voto 10 e lode – Il voto vale per tutta la stagione e non solo per la sua decima vittoria su undici gare. Dominatore incontrastato di un campionato dove per vincere bisogna essere tosti e fare a gomitate con piloti che qui ci corrono da tanti anni. Spazza via un po' di record, regala il secondo titolo consecutivo al team Bardahl Evan Bros., saluta e se ne va (meritatamente) in Superbike.