SBK 2022. GP della Repubblica Ceca. Le pagelle di Most: un solo 10 e tante insufficienze [GALLERY]

Carlo Baldi
Se il round di Donington aveva riaperto completamente il campionato, questo di Most ha ribadito che il titolo mondiale 2022 verrà assegnato dopo una spettacolare lotta a tre, che difficilmente si deciderà prima dell’ultima gara di Phillip Island
1 agosto 2022

I primi quattro round ci avevano mostrato un Alvaro Bautista in grande spolvero ed una Ducati estremamente competitiva. A contrastare il passo dello spagnolo sembrava esserci soltanto Jonathan Rea, mentre Toprak Razgatlioglu e la Yamaha sembravano la brutta copia dell’accoppiata campione del mondo nel 2021. Ma a Donington il mondo si è capovolto, il turco è tornato ad essere l’insuperabile funambolo della passata stagione, e ad essere in crisi sono sembrati Bautista, per la prima volta a zero punti in una gara, e  Rea, che per quanto ci abbia provato non è mai riuscito a superare il turco della Yamaha.

Most ha confermato tutto. Il binomio Bautista/Ducati sembra sempre il più solido, ma nulla può quando Razgatlioglu trova il feeling giusto con la sua R1. La pista della Repubblica Ceca lo scorso anno aveva rappresentato un vero incubo per Rea e la sua Ninja. Quest’anno le cose sono andate decisamente meglio, ma il sei volte campione del mondo è apparso quello maggiormente in difficoltà.

Dietro ai magnifici tre ricompare Scott Redding, ma a sorprendere non è la sua riconosciuta capacità di guida, ma una BMW che sembra gli sia stata cucita addosso. Se l’inglese si confermerà anche a Magny Cours allora potrebbe diventare la mina vagante del campionato e spesso potremmo assistere ad uno scontro a quattro e non più a tre. Quattro piloti con quattro moto diverse. Fantastico.

Tutto tace invece in casa Honda, dove i test estivi sembrano non aver dato i frutti sperati, visto che i due piloti della casa alata che fanno fatica ad entrare in top ten. Urge una nuova CBR.

Ma ora la Superbike va in vacanza e se ne riparlerà dal 9 al 11 settembre sulla pista francese di Magny Cours. Nel frattempo ecco i nostri voti ai protagonisti delle tre gare di Most.

Toprak Razgatlioglu: 10

Non appena gli hanno confermato che sarebbe rimasto un altro anno in Superbike Mr.Wheeling ha vinto cinque gare su sei ed ha recuperato 41 punti a Bautista, e 36 su Rea, che ora sente sul collo il fiato del funambolico pilota turco. Le difficoltà iniziali sembrano solo un lontano ricordo, mentre lui sembra addirittura più forte di quanto non lo fosse nel 2021.

Alvaro Bautista: 9

Sarà l’età, sarà l’esperienza, ma lo spagnolo della Ducati legge le gare come pochi, fa sempre la cosa giusta al momento giusto e sfrutta ogni cavallo della sua V4, come nessun altro sa fare. Come se non bastasse in Gara2 si immerge anima e corpo nella bagarre con Rea e Toprak e chiude a sette decimi dal campione del mondo 2021.

Jonathan Rea: 8

Mezzo voto in meno per l’errore tattico commesso in Gara1, quando ha voluto ottusamente stare davanti a Toprak, favorendo il recupero di Bautista e Redding, che poi gli sono finiti davanti. Rispetto allo scorso anno la Ninja è migliorata molto, ma a Most non è ancora al livello di Yamaha e Ducati. Il frequente calo di prestazioni negli ultimi è un brutto campanello d’allarme per il nordirlandese.

Scott Redding: 8

Dopo aver mangiato la polvere nei primi round, il ragazzone inglese ha una voglia tremenda di dimostrare di aver fatto la scelta giusta e di poter portare in alto la BMW. Conquista il suo secondo podio con la M1000RR, ma soprattutto dimostra di potersi inserire in quella lotta per la vittoria che sembrava riservata ai magnifici tre. Ben tornato.

Axel Bassani: 8

Su una delle sue piste preferite il giovane Axel mostra finalmente quella continuità di risultati che gli era mancata fino a ora. Chiude tre volte quinto, compresa la Superpole Race che non è certo la sua specialità. Parlare di moto ufficiale è ancora prematuro, ma il Bocia ha ancora sei round per dimostrare di meritarsela.

Michael Ruben Rinaldi: 5

Sempre sulle montagne russe. Terzo nella Superpole, settimo in gara1, quarto nella gara sprint ed ingenuamente lesionista in Gara2, quando si mette a fare a braccio di ferro con Rea, e finisce per terra in prima variante. Mostra segnali di un nervosismo che deve spazzare via subito, per non rovinare una stagione per lui molto importante.

Andrea Locatelli: 5,5

Anziché progredire Andrea regredisce e da Mr. Quartoposto è diventato Mr. Sestoposto. Lo scorso anno era spesso a ridosso del trio di testa ed era  quindi lecito attendersi che avrebbe proseguito la sua maturazione e la sua crescita. Così non è stato e per lui i primi sono sempre più lontani.

Iker lecuona: 6

La Fireblade sembrava avviata verso la competitività, ma dopo i numerosi test e gli interventi degli ingegneri HRC sembra addirittura peggiorata. Piange il cuore vedere come il talento di Iker venga sprecato. Urge una nuova CBR, se non altro per confermare i proclami dei dirigenti giapponesi della casa costruttrice più grande al mondo.

Garrett Gerloff: 5

Nelle prove libere abbiamo rivisto il talento americano che ci aveva stupito lo scorso anno, ma poi in gara il texano è tornato nell’anonimato più profondo. Nella stagione passata avevamo dato la colpa dei suoi scarsi risultati al famoso incidente di Assen. Ma quest’anno?

Loris Baz: 4,5

Proprio quando la BMW sembra essere diventata competitiva il francese vivacchia in undicesima posizione, prima di sdraiarsi in Gara2. Certo il team Bonovo non è quello ufficiale, ma Loris sembra uno che non ha voglia di correre.

Luca Bernardi: 7

Il ragazzo ha carattere oltre che talento. Debuttare in Superbike con una V4 privata con alle spalle solo 2 anni di CIV e 5 round di mondiale Supersport non è certamente una cosa facile, ma Luca lavora in silenzio e a testa bassa, e nonostante non sia ancora in perfette condizioni fisiche (tra pochi giorni verrà operato per rimuovere le piastre che gli sono state fissate sulla colonna vertebrale dopo l’incidente di Magny Cours) sulla tortuosa pista di Most ottiene un buon decimo posto. Non ha ancora 21 anni ed ha bisogno di tempo. Ma si sapeva anche a gennaio.

Dominique Aegerter: 2

Che figura barbina. Cade in Gara1 e nel tentativo di far sospendere la gara si finge infortunato, ma al centro medico se ne accorgono e lo squalificano per Gara2. Come rovinare l’immagine di un pilota vincente. I furbetti non hanno Patria.