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Indianapolis, ancora una volta, si tinge di giallo. Valentino Rossi torna a trionfare sul leggendario circuito americano esattamente 17 anni dopo quel memorabile 14 settembre 2008, quando in sella alla Yamaha M1 aveva conquistato una vittoria fondamentale nella corsa verso il suo ottavo titolo mondiale in MotoGP. Ma questa volta il rombo del motore è diverso: non più quello del quattro cilindri in linea della sua amata M1, bensì il sound potente del sei cilindri biturbo della BMW M4 GT3 Evo numero 46 del team WRT. Un'impresa storica che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il talento puro di uno dei più grandi piloti di sempre.
La vittoria nella 8 Ore di Indianapolis è arrivata al termine di una gara combattuta e resa imprevedibile, proprio come nel 2008, dalle condizioni meteorologiche. Rossi ha condiviso questo successo con due compagni di equipaggio di altissimo livello: il belga Charles Weerts e il sudafricano Kelvin van der Linde, quest'ultimo già campione in carica del GT World Challenge Europe. Per il Dottore si tratta dell'esordio assoluto nell'Intercontinental GT Challenge, competizione di altissimo prestigio nel panorama delle corse Gran Turismo.
Come spesso accade nelle gare di durata, la vittoria non si conquista solo con la velocità pura, ma con la giusta combinazione di prestazione, strategia e un pizzico di fortuna. Quando mancava poco più di un'ora al termine della 8 Ore di Indianapolis, la direzione gara ha dovuto interrompere la competizione esponendo la bandiera rossa. Il motivo? La caduta di diversi fulmini nella zona del circuito, una situazione di pericolo che ha costretto tutti ai box in attesa che le condizioni migliorassero. Un déjà-vu per Rossi, che ricorderà certamente come anche nel 2008 la pioggia aveva interrotto anticipatamente la sua gara, consegnandogli la vittoria quando era in testa dopo il lungo duello con Nicky Hayden.
Una volta ripartita la competizione, il team WRT ha dimostrato tutto il suo acume tattico. Con van der Linde al volante, la BMW numero 46 ha effettuato il pit stop nel momento perfetto, anticipando gli avversari e ritrovandosi così al comando della corsa. Una mossa azzeccata che si è rivelata decisiva per l'esito finale. Successivamente, la gara ha vissuto un altro momento di tensione quando la bandiera gialla è stata esposta per un problema che ha fermato la Mercedes-Lone Star Racing numero 80 proprio all'ingresso della corsia box, creando una situazione potenzialmente pericolosa che ha richiesto l'intervento immediato della direzione gara.
Ma il colpo di scena definitivo doveva ancora arrivare. Nelle battute conclusive, una pioggia battente si è abbattuta sul circuito, costringendo la direzione gara a neutralizzare i tempi per garantire la sicurezza dei piloti. In queste condizioni, mantenere la concentrazione e non commettere errori diventa fondamentale, e il trio della BMW numero 46 ha saputo gestire perfettamente la situazione, tagliando il traguardo con un vantaggio prezioso sugli inseguitori.
La BMW M4 numero 46 di Rossi, van der Linde e Weerts si è imposta davanti alla Mercedes-GruppeM Racing numero 88, equipaggio composto dai piloti Maro Engel, Luca Stolz e Tom Kalender, che hanno dato battaglia fino all'ultimo ma hanno dovuto accontentarsi della piazza d'onore. A completare il podio un'altra BMW del Team WRT, la numero 777, gestita da Al Faisal Al Zubair, Augusto Farfus e Raffaele Marciello, a testimonianza della superiorità della casa bavarese in questa competizione e dell'eccellente lavoro svolto dalla squadra tedesca.
Ma al di là della classifica finale, ciò che rende questa vittoria davvero speciale è il suo significato storico. Valentino Rossi è diventato il primo pilota nella storia delle corse motoristiche a vincere sul circuito di Indianapolis sia con le moto che con le auto.
Valentino ha commentato così la vittoria: "Siamo anche stati molto fortunati. Vincere qui è speciale dopo esserci riuscito in MotoGP, nel 2008".