Nico Cereghini: “Cinquant’anni fa, un entusiasmo che rincuora”

Nico Cereghini: “Cinquant’anni fa, un entusiasmo che rincuora”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Nella primavera del 1970, due amici milanesi riuscirono in pochi mesi a liberare il motociclismo da una stasi di decenni. Ispirandosi alla 200 Miglia di Daytona, portarono sulla pista di Monza le splendide maximoto che nascevano in quegli anni. Fu un trionfo corale
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
7 maggio 2019

Ciao a tutti! Voglio raccontarvi di come proprio in questi mesi, qualche anno fa, nacque qui da noi un fenomeno che resuscitò il motociclismo italiano infiammando un decennio straordinario. Mi pare bello tornarci sopra, per due ragioni: primo perché sono passati cinquant’anni eppure il ricordo è indelebile; secondo, perché in questa fase difficilissima della nostra vita può farci bene ricordare la vicenda.

Nell’aprile 1970 due giovani imprenditori milanesi, Vanni Blegi e Renato Galtrucco, non riuscivano a togliersi una immagine dagli occhi: la spettacolare 200 Miglia di Daytona che erano corsi a vedere in Florida ai primi di marzo, con l’esordio dello squadrone BSA/Triumph, la gran battaglia con novantotto piloti al via, la vittoria finale della 750 Honda di Dick Mann su Gene Romero e la sua Trident. Le grosse moto c’erano anche qui da noi: perché non organizzare una grande corsa riservata a loro?

I due amici elaborarono l’idea, coinvolsero il Motoclub Milano, sparsero la voce: in pochi mesi fu organizzata la prima “500 Chilometri di Monza”, con trenta coppie di piloti iscritte nelle due classi: la A da 250 a 500, la B oltre i 500 centimetri cubi. Tra le 750 le Laverda, le Honda, le Triumph/BSA, una Guzzi; tra le 500 diverse Kawasaki, ma anche qualche monocilindrica più piccola, come l’Aermacchi e la Ducati. 

Nomi noti e meno noti risposero all’appello: il sessantenne campione del mondo Nello Pagani, lo specialista della montagna Augusto Brettoni, i regolaristi Angiolini, Dossena e Dall’Ara, molti piloti juniores che scendevano dalle 125 e dalle 175, qualche giornalista. E i nostri due amici, Blegi e Galtrucco, che si dotarono di una meravigliosa Triumph Trident modificata sul modello di Daytona con freni racing Fontana al posto dello scadente impianto di serie.

La 500 km a coppie sarebbe diventata dall’anno dopo una formula di grande successo, nel ‘72 Checco Costa organizzava a Imola la prima 200 Miglia nostrana, ma furono fantastici il fervore e la creatività che animarono quei mesi. Tutti volevano partecipare alla festa programmata per il 12 luglio 1970 sulla Stradale di Monza. Partendo da quel che avevano in casa, come Raimondo Riva e Luciano Rossi che si presentarono con una V7 Special; la V7 Sport ancora non esisteva, la loro Guzzi pareva un bufalo allineato in una corsa di cavalli, eppure stabilirono il quarto tempo in prova.

La gara andò a Brettoni e Angiolini, piloti ufficiali Laverda sulla prima SF, Blegi e Galtrucco furono secondi a un giro per un problema di carburante, l’eroe della gara fu Gaetano Bonali, che con una Ducati 250 non chiudeva mai il gas, piegava a Lesmo come un pazzo e a metà corsa guidava la classifica fino a 500. La pista era veloce e pericolosa, guardrail dappertutto, andò tutto bene.

Il mio amico e collega tester, Adalberto Falletta, trovò un medico veloce che possedeva una bella CB 750 Four, finirono quarti; io invece non riuscii a rimediare una sella, mi sarei accontentato di qualsiasi cosa, persi l’anno. A cinquant’anni di distanza la frustrazione ormai è (quasi del tutto) svanita, ma le emozioni di quei mesi sono ancora perfettamente nitide. 

La passione per la moto e per la meccanica, il mito del tempio della velocità, la voglia di competere, l’adrenalina che precede il grande evento. Tutto l’insieme creò nella primavera del ’70 una potentissima spinta, si bruciarono le tappe, si fece tutto in fretta e bene. E poi si sa, la fortuna assiste gli audaci. Quando saremo fuori da questo brutto incubo, ne sono certo, troveremo le risorse per recuperare.

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