I campioni 2013 dell'Enduro. Puntata 2 di 4: Antoine Meo

I campioni 2013 dell'Enduro. Puntata 2 di 4: Antoine Meo
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264 punti in 7 Gran Premi. 12 vittorie su 14 giornate di gara. 74 punti di vantaggio sul secondo, Juha salminen, e 79 sul terzo, Matti Seistola. L’Intervista | P. Batini
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19 settembre 2013


Antoine Méo (nato il 29 agosto 1984) è un pilota di enduro francese tr volte campione del mondo. Ex pilota di motocross, ha debuttato nel Campionato Mondiale Enduro nel 2008 e conquistando un quinto posto. L'anno seguente Méo ha terminato secondo alle spalle di Mika Ahola nella categoria E1. Sempre in sella a Husqvarna, nel 2010 ha vinto il titolo mondiale. Nella stagione 2011, Méo ha conquistato il suo secondo titolo, ma questa colta nella classe E2, la più combattuta.  Nel 2009 e nel 2010, ha vinto l'International Six Days Enduro (ISDE) con la nazionale francese. Quest'anno con 264 punti in 7 Gran Premi, 12 vittorie su 14 giornate di gara e 74 punti di vantaggio sul secondo è di nuovo campione del Mondo.
 

L'intervista

Per prima cosa mi piacerebbe sapere perché hai corso l’ultimo GP con la 125.
«Perché quando ero piccolo, il primo Pilota che ho conosciuto e che faceva Enduro era Shane Watts. Era un mito e vinceva tantissimo con una 125. In più sono innamorato di questa moto e il mio sogno era fare un’assoluta con una 125. Ma penso che sia un’esperienza “professionale” isolata».


Una stagione come? Dillo tu.
«È stata una stagione quasi perfetta. No, diciamo che è andata molto bene. Con il Team, alle gare. Tutti hanno lavorato tanto sulla moto nuova, che all’inizio non era come volevo io. Ma abbiamo lavorato veramente bene, e abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. Perfetto».


Alla fine hai giocato per tutto l’anno come il gatto con il topo… partivi a volte piano, lasciando “sperare” le alternative, poi l’immancabile zampata.
«Eh, Eh, Eh. No, è vero che Juha due o tre volte è stato vicinissimo a vincere, e che sono riuscito a prenderlo solo alle ultime Speciali. Alla fine una stagione stupenda, perché sono riuscito a vincere quasi tutte le Prove, a parte due giornate, e mi sono veramente divertito. È stato un grande piacere battagliare con Salminen alla sua ultima stagione».


Sapevi che era la sua ultima stagione?
«Non lo sapevo, però ho visto che nelle ultime gare ha mollato un po’, ho pensato che qualcosa era cambiato e, diciamo, un po’ me l’aspettavo».


Pensi di poter essere uno dei motivi della decisione di Salminen?
«No, non penso, perché è comunque secondo nel Campionato. Non è quinto o sesto, per cui si possa dire che ha perso competitività. No, non penso proprio. Credo piuttosto che sia un po’ stufo di andare alle gare».


E tu sei stufo di vincere Campionati del Mondo?
«Non sarebbe bene dire che sono stufo, però è vero che purtroppo la motivazione un po’ cala, e bisogna trovare nuovi stimoli. Vero anche che sento il bisogno di fare anche altre cose per tenere la testa a posto».

Quali altre cose, per esempio?
«Adesso mi sto impegnando molto per fare il Touquet. Mi piacerebbe vincerlo. E mi piacerebbe anche correre in macchina, nei Rally».


Alti livelli?
«Mi piacerebbe fare qualche prova del Campionato Francese Rally. Vediamo come va».


È compatibile con i tuoi “impegni”, con il fatto di essere Campione del Mondo di Enduro?
«Sicuramente non è facile, però se non faccio lo scemo e me lo lasciano fare sotto controllo, penso che si potrebbe provare».


Viene in mente Sebastian Loeb, che dopo aver vinto tutto per una vita è andato a ritemprare lo spirito al Pikes Peak… vuoi riservarci un futuro altrettanto straordinario?
«Non so. All’inizio pensavo di fare, ma più avanti, la Dakar con una macchina. Difficile. Per il momento mi capita di poter provare con una WRC. È difficile sapere cosa si potrà fare domani, però è una cosa che mi piace perché è molto vicina alla moto, e mi diverte pensare di lavorare anche in quel modo».


Torniamo con i piedi per terra. Com’è cambiato il Mondo dell’Enduro da quando ci sei arrivato tu?
«Il Mondiale ha preso un bel passo in questi ultimi anni. È andato bene ed è cresciuto. In questo momento ci chiediamo cosa dobbiamo fare per ritrovare il pieno entusiasmo che sembra calare un poco. Viene da chiedersi qual è la direzione da prendere, perché il futuro si gioca oggi. Certamente è una questione economica, e di scelte. C’è chi vuole le gare dure, chi le vuole facili. Sicuramente gli ultimi anni hanno fatto vedere come si deve fare, con le tre speciali diverse ad equilibrare le chances di tutti. In Francia hanno fatto una gara difficile pensando all’asciutto, e con la pioggia è diventata un disastro. Questo mi dispiace, era tanto, credo, che un Campionato del Mondo non finiva con una PS soltanto. Forse manca un po’ di quadratura, e qualcuno che doveva farlo non ha valutato attentamente il rischio pur sapendo che la probabilità di finire sotto la pioggia c’era. Non è stato bello vedere un Campione del Mondo da dieci anni che spinge sull’Extreme perché è diventata impossibile».

Alex Salvini
Alex Salvini

Che dire di Salvini?
«È un personaggio, certo. Tecnicamente è veramente forte, e quest’anno ha fatto vedere di essere sempre lì. Ha saputo vincere quando era necessario, e fare secondo o terzo quando era utile. Meritava la vittoria, e l’ha ottenuta molto bene. È un bene per l’Italia, inoltre».


Pensi che ti somigli un poco?
«Sì, penso che abbiamo lo stesso fisico, e una guida che si somiglia. Spero che l’anno prossimo potremo battagliare l’uno contro l’altro, e vedere dove arrivano le somiglianze».

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