Gibraltar Race 2023: è finita. Che goduria con la Caballero 500! [GALLERY]

  • di Arianna Lenzi
Siamo arrivati alla fine a San Sebastian, con la chiusura ufficiale del lungo anello durato 2 settimane e 7mila chilometri in sella alla Fantic Caballero 500
  • di Arianna Lenzi
4 luglio 2023

Si è concluso sotto un cielo denso di nubi l’ultimo stage della Gibraltar Race: nubi che hanno accompagnato i piloti già durante tutti i 330 chilometri finali, prima dell’arrivo a San Sebastian e della chiusura ufficiale del lungo anello durato 2 settimane e 7mila chilometri.

Ho posizionato la mia Fantic Caballero 500 Explorer sotto l’arco, pensando come anche quest’ultima giornata di Gibraltar Race sia stata assolutamente all’altezza delle aspettative. Dopo essere saliti di quota lungo sterrati veloci e lievemente smossi abbiamo infatti svalicato i Pirenei avvolti in una nebbia densa: a farci compagnia solo alcuni cavalli e i passi silenziosi dei pellegrini che salivano da Saint-Jean Pied de Port verso Roncisvalle e il resto del Cammino.

A San Sebastian, sotto l’arco colorato che trovavamo ogni sera al nostro arrivo, abbiamo scattato la fotografia di rito, tenendo ben stretto il trofeo di partecipazione e sorridendo per la soddisfazione di aver portato a termine quella grandiosa avventura.

Io, ancora in sella alla moto, ho pensato per un attimo che non mi sarebbe dispiaciuto affatto continuare, o riavvolgere il disco della vita per tornare alla partenza, a qualche migliaia di chilometri prima.

 

Su di me la Gibraltar Race fa questo effetto: negli ultimi chilometri prima dell’arrivo, quando già inizio ad aguzzare la vista per vedere bandiere sventolare, provo una malinconia profonda.

La stessa che avvolge le cose belle che finiscono, quando tu non vuoi che vada così ma allo stesso tempo sei consapevole che non puoi fare a meno di accettarlo, e andare avanti.

A causa del meteo poco favorevole - lo stesso che ci aveva fatto partire in sordina anche all’andata, quando avevamo dovuto saltare la suggestiva cerimonia di apertura - la premiazione si è svolta all’interno di una sala della Sidreria Oianume, a Urieta, a pochi chilometri di San Sebastian.

È stato un grande momento di festa, nel quale è stato celebrato il successo dei piloti che, in questi 12 giorni, non hanno mai mollato e si sono distinti per il proprio talento - e la propria tenacia - alla guida e nella navigazione.

Le classi premiate sono state diverse, come è tradizione alla Gibraltar Race: la classe dedicata alle moto con ruota anteriore da 21 pollici, quella dedicata ai piloti che montavano pneumatici Bridgestone (uno dei main sponsor dell’evento), quella delle monocilindriche e poi la generale.

Quest’ultima ha visto trionfare Niccolò Pietribiasi, che in sella a una Yamaha World Raid ha concluso i 12 stage con soli 688 punti di penalità. Lasciandosi alle spalle il vincitore della scorsa edizione, Mirco Bettini, che con la sua KTM 790 di punti ne aveva accumulati solo pochi di più: 871 per la precisione, un divario sottile che sarebbe bastato un piccolo errore a colmare.

Qualche dettaglio importante da sapere? Che alla Gibraltar Race il saltare un Waypoint comporta 500 punti di penalità, e che ogni secondo di ritardo (o di anticipo) in uscita dal settore selettivo vale un punto. È quindi facile giungere alla conclusione che sarebbero bastati meno di 4 minuti per stravolgere la classifica.

In questo tipo di gara di regolarità - che si articola in 12 tappe da almeno 350 chilometri giornalieri con un giorno di riposo nel mezzo - tutto rimane infatti aperto fino alla fine e l’esito non è affatto scontato: non è l’evento che ti permette di abbassare la guardia o di prevedere con certezza come andrà a finire.

C’è sempre il brivido dell’imprevisto, ad attenderti, perché questa è la natura dell’evento. Si tratta di un’adventure challenge aperta a tutti i piloti e a tutte le moto (e sono le dual ad andare per la maggiore) nella quale ciò che più conta sono la precisione di navigazione, la resistenza e la scelta strategica dell’equipaggiamento. Sulla mia Fantic Caballero 500 Explorer, ad esempio, per tutta la gara ho usato i pneumatici Bridgestone Battlax Adventurecross AX41. Pensati per garantire un’ottima resa anche sulle lunghe percorrenze ma, allo stesso tempo, un eccellente grip in off-road, si sono rivelati la scelta giusta negli oltre 6mila chilometri della Gibraltar Race di questo’anno, dalle pietre dei Pirenei ai deserti del sud della Spagna.

Quello che resta dopo aver fatto spruzzare lo spumante targato Albino Armani sostituisce per un po’ la sensazione dolceamara della fine, ed è la gioia di aver condiviso questo evento con persone speciali.

Quando si scende dal podio e ci si ritrova tutti ai tavoli di legno della sidreria non c’è più competizione che tenga: ora si parla solo dell’esperienza appena vissuta, si brinda al divertimento condiviso e si guarda con affetto ai propri mezzi, che si trovano poco più in là.

Alcuni sporchi, alcuni fermi, per lo più funzionanti e vissuti, sono ciò che ci ha permesso di arrivare in fondo a questo viaggio pazzesco, e meritano che si alzi un bicchiere in loro onore.

La mia Fantic Caballero 500 Explorer, con il suo faro tondo che sembra un occhio sempre vigile e attento, mi osserva da dietro il vetro e per una frazione di secondo ho quasi l’impressione che mi faccia l’occhiolino. Ce l’abbiamo fatta.

Gibraltar Race 2023: siamo al giro di Boa con la Caballero 500. E' dura!
Arianna alla Gibraltar Race 2023 con la Caballero 500!

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