Cavalcate di Enduro. I Colli Aretini

Fare Enduro nel pieno della legalità si può. Siamo stati alla Motosgassata di Arezzo, che ha raccolto 500 iscritti da tutta Italia impegnati in 110 km da incanto
17 marzo 2009


Motosgassata dei Colli Aretini. Subbiano (Arezzo) - 15 marzo 2009
Parli di Enduro, e subito pensi ai campioni del Mondiale impegnati ad affrontare prove speciali velocissime, o alle prese con gli ostacoli nauseabondi tipici di gare come l'Hell's Gate o l'Erzbergrodeo.
In questo Focus usciamo dal seminato e parliamo di Cavalcate, manifestazioni non agonistiche che riescono a raccogliere un numero davvero importante di appassionati e che consentono di praticare l'Enduro alla luce del sole, nel pieno della legalità.

La Cavalcata dei Colli Aretini ha aperto la stagione con un anticipo di primavera che ha fatto la felicità degli oltre 500 iscritti giunti da ogni parte d'Italia. Non sono mancati i motociclisti tedeschi, sempre più innamorati del Bel Paese e dei percorsi fuoristradistici da scoprire sotto l'attenta guida dei moto club locali.

Il coinvolgimento dei Comuni

Gli enduristi italiani lo sanno bene. Il più grande ostacolo da superare nella pratica di questo bellissimo sport non sono i tronchi messi di traverso al sentiero di montagna o il sasso viscido coperto dal fogliame.
Nossignore, ben più difficile è affrontare i tanti divieti posti dagli enti locali alla circolazione in fuoristrada coi mezzi a motore.
Ben vengano allora iniziative come la Cavalcata dei Colli Aretini, che fanno incontrare i rappresentanti delle amministrazioni comunali (in questo caso i comuni di Subbiano, Anghiari e Arezzo) con i moto club del posto.
La collaborazione che ne deriva va ben oltre il semplice rilascio dei permessi necessari ad attraversare in moto luoghi di incomparabile bellezza.
Vengono infatti coinvolte diverse attività commerciali (alberghi, ristoranti, benzinai ecc), che non possono che applaudire alla pacifica invasione di moto tassellate.

Al punto di spingere - l'abbiamo sentito con le nostre orecchie - i sindaci a chiedere a Umberto Narducci (organizzatore col Team HRP dell'evento) di ripetere la Motosgassata nel 2010, magari aggiungendo qualche spettacolo di contorno la sera prima. Un segno inequivocabile di come ad Arezzo ben vedano questa manifestazione.

110 chilometri da togliere il fiato
Il Team HRP ha allestito un percorso incredibile. Ben 110 km (nemmeno 10 quelli su asfalto di trasferimento) di fuoristrada a tratti impegnativo.
Il clima secco e le temperature vicine ai 20 gradi hanno smussato le difficoltà di certi passaggi. Le deviazioni "hard" (alternative alle "soft" più abbordabili) hanno regalato momenti di fatica e tratti tecnici degni di una gara titolata. 
Abbiamo guidato la moto lungo interminabili sentieri mono traiettoria che si snodano sinuosi come un serpente nei boschi sopra Arezzo.
Il ricco ristoro di metà mattina ci ha dato un'iniezione di energia indispensabile a "ricaricare" i tasselli ed affrontare la seconda metà della Motosgassata.
Gli ultimi 50 km hanno spaziato dai continui guadi di fondo valle alle mulattiere sassose (belli, ma decisamente impegnativi per gran parte degli appassionati i tratti hard finali).

L'abito fa il monaco. Bravi enduristi!
Ricordiamo ancora con i brividi sulla schiena le scene viste, alcuni anni fa, alle nostre prime cavalcate. Impennate in paese, scarichi degni di una MotoGP e velocità eccessive nell'attraversare i centri abitati erano patrimonio di pochi "furbi", ma bastavano egregiamente a rovinare l'immagine di tutti. Organizzatori compresi.
Ad Arezzo non abbiamo visto nulla di tutto ciò, anzi.
L'atteggiamento dei partecipanti è stato lodevole dall'inizio alla fine. Al punto che gli abitanti di diversi cascinali erano presenti lungo le strade o ai bivi per salutare i motociclisti di passaggio. Un'integrazione semplicemente perfetta tra Enduro e comunità locali. Bellissimo!
Al di là delle tante parole che si spendono per la regolamentazione del fuoristrada in Italia, è il nostro comportamento - e il rispetto degli altri fruitori dei luoghi che attraversiamo - la prima e più convincente argomentazione che possiamo vantare per praticare l'Enduro alla luce del sole.

La giornata si è conclusa con la donazione di 2.000 Euro alla Fondazione intitolata a Fabrizio Meoni, pilota aretino ancora nei cuori dei tanti appassionati della città toscana.

Andrea Perfetti

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