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Il cuore del propulsore di Mandello è cambiato, grazie a nuovi pistoni più performanti, che insieme alla nuova testa hanno dato modo di accrescere il rapporto di compressione da 9,2 a 10,2:1, mentre il respiro del motore è ora garantito da un singolo corpo farfallato Magneti Marelli MIU3G da 38 mm di diametro, che ha consentito l'utilizzo di una doppia sonda lambda, particolare che migliora l'uniformità della miscela inviata ai cilindri con conseguente diminuizione dei consumi e delle emissioni inquinanti (viene dichiarato un -10% per entrambi). La potenza cresce di poco, da 48 CV si sale a 50 CV (37 KW) a 6.200 giri, mentre è il dato riguardante la coppia che appare ben più interessante. 60 Nm a 2.800 giri rispetto ai 54,7 Nm a 3.600 giri erogati dal vecchio modello.
Da sottolineare che è disponibile la versione depotenziata con soli 100 € di differenza ... in più naturalmente!
Le lamentele per la scarsa manovrabilità del cambio sulla precedente V7 hanno portato alla progettazione ex nuovo del preselettore, che come leggerete più avanti ha avuto esito positivo sul comportamento della trasmissione.
Dove si è fatta particolare attenzione è invece nei costi di gestione. Oltre ai minori consumi e al miglior rendimento del motore, le nuove V7 possono contare su una semplicità costruttiva che ha positive ripercussioni sul portafogli. In primis viene il cardano, praticamente privo di manutenzione, fa la felicità di tutti quei motociclisti che non amano le bombolette lubrificanti (che in mancanza di un cavalletto centrale rendono il lavoro sulla catena particolarmente sgradevole), poi vengono i cambi d'olio ogni 10.000 km, e il controllo del gioco valvole agevolato dalla nuova testa del cilindro (basta svitare 4 viti e togliere la candela e si è in grado di fare il necessario). Questo viene effettuato in modo semplice e rapido ai 1.000 km, per poi essere replicato ai 20.000 ... e quindi scordarsene quasi definitivamente. Anche il filtro dell'aria è stato riposizionato per consentire una più agevole manutenzione, ora si trova sotto la sella a portata di mano, e non più in mezzo ai cilindri.
Senso di imbarazzo, ma certamente positivo, anche perchè ci si trova tra le mani, o meglio sotto al sedere una moto divertente, facile e dannatamente leggera
Chiave di accensione, e dopo un rapido check della strumentazione dal look ultra classico e minimalista (unica concessione alla modernità sono i display per i contachilometri e l'orologio/temperatura) il bicilindrico prende a girare. Peccato non avere a disposizione almeno una moto con gli scarichi Arrow (purtroppo non omologati per l'uso stradale) che oltre a migliorare le prestazioni e a diminuire il peso complessivo, donerebbero un sound molto più appagante di quello pur piacevole delle versioni street legal.
Le modifiche apportate al cambio si percepiscono immediatamente, la corsa del pedale è diminuita decisamente, mentre il “clonck” che accompagnava l'innesto del primo rapporto, è scomparso. Un'altra bella sorpresa è rappresentata dalla frizione, che sul modello precedente non si distingueva certo per leggerezza, ora appare ben più lineare e morbida da manovrare.
Le prime centinaia di metri in sella alle V7, Special o Stone che siano, sono quasi imbarazzanti per chi scende da una qualsiasi naked pluricilindrica o da una modaiola endurona bicilindrica. Senso di imbarazzo, ma certamente positivo, anche perchè ci si trova tra le mani, o meglio sotto al sedere una moto divertente, facile e dannatamente leggera. La coppia massima non sarà di quelle che ti strappa le braccia ma è lineare su tutto l'arco di erogazione, la cavalleria non è esuberante, ma quando le dimensioni e soprattutto il peso, sono limitati, tutto appare più bello.
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23826 Mandello del Lario
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