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BSA ha annunciato la nuova Bantam 350, moto che non solo fa tornare un nome storico ancora impresso nei cuori di tanti appassionati del marchio inglese, ma che svela anche le ambizioni della nuova proprietà indiana: portare più gente possibile a scoprire i piaceri dell'andare in moto. Abbiamo potuto vedere e guidare la nuova Bantam 350 per le strade di Londra. Non un test esaustivo, ma un primo contatto sufficiente a restituirci un'idea complessiva di una moto decisamente interessante che va ad inserirsi in un segmento, quello delle mono 350 dallo stile classico, sempre più effervescente con una propria personalità estetica e meccanica.
Anupam Thareja, Co-fondatore di Classic Legends Pvt Ltd, che possiede BSA, non ha usato mezzi termini nel descrivere le ambizioni della nuova arrivata e dell'azienda che ha il progetto di rilanciare: "Oggi, con orgoglio, gratitudine e un po' di speranza audace, presento non solo una motocicletta, ma un movimento: il ritorno della BSA Bantam. Cos'è la nuova Bantam 350? Non è una reliquia, e certamente non è un'imitazione. È una classica moderna e vibrante – costruita sui principi che hanno reso leggendaria l'originale – semplicità e pura gioia di guida a un prezzo attraente. In un mondo digitale e distratto, lo spirito del motociclismo si sta riducendo e BSA è qui per cambiare tutto questo. La nuova BSA Bantam 350 è costruita per riaccendere quella passione, specialmente nella prossima generazione. Con un prezzo che invita chiunque a iniziare la propria storia su due ruote, è più di una motocicletta – è un movimento. La nostra promessa per voi: ogni BSA onorerà l'artigianalità, il carattere e la bellezza 'costruita per durare' che hanno reso famoso questo marchio da Birmingham a ogni angolo del mondo. Guardate attentamente quello che abbiamo costruito, guidatela, sentite il suo battito cardiaco. Non siamo qui per prendere in prestito il patrimonio per un titolo veloce – siamo qui per costruire il prossimo capitolo di una storia vivente con tutti voi. Andiamo verso il futuro – con il cuore del passato e gli occhi spalancati su nuovi orizzonti. La Bantam è tornata."
Oltre ad essere un abile oratore - lo abbiamo ascoltato piacevolmente durante la presentazione del modello - il nuovo capo cordata di BSA sembra avere le idee chiare. Se già la Gold Star sapeva di rilancio, questa sensazione viene confermata con il progetto Bantam, una moto pensata per conoscere una grande diffusione così come avvenne per l'antenata. La storica Bantam infatti fu la moto più popolare di BSA, fu la due ruote che rimise in movimento la Gran Bretagna nell'immediato Dopoguerra e a tutt'oggi è la moto più venduta di tutti i tempi in Inghilterra nelle tre versioni 125, 145 e 175 cc. Proprio come l'antenata, la nuova BSA Bantam 350 si propone d'essere per tutte le età, livelli di esperienza, e vuole invogliare nuovi motociclisti che possono guidarla con patente A2, fornendo mobilità accessibile e maggiore indipendenza per le masse. In poche parole, su di lei ci sono grandi aspettative.
E allora andiamo a guardarla meglio.
Il compito del centro stile è stato svolto in modo originale senza strafare, il che è un bene. La moto risulta già al primo sguardo molto piacevole e ben proporzionata. Lo stile è modern classic quindi mescola quegli stilemi cari agli amanti delle moto d'un tempo, come sellone piatto, serbatoio a goccia, faro tondo, con elementi più contemporanei senza cadere nei cliché o nel cattivo gusto. Troviamo tutto ciò che è ormai richiesto su una moto moderna: gruppi ottici a led, strumentazione digitale (ma rotonda e abbastanza classicista nel design), naturalmente ABS e iniezione. La piattaforma di partenza è sviluppata da Mahindra e infatti la ritroveremo anche sulla "cugina" Jawa 42 FC se mai verrà importata anche da noi e prevede un monocilindrico interessante di 334 cc con quattro valvole e doppio albero a camme raffreddato a liquido. Questo già è un elemento che la pone in modo alternativo rispetto a quello che offre attualmente il mercato, diviso tra le 350 a due valvole ad aria di Royal Enfield e di Honda e i 400-450 quattro valvole a liquido sempre di Royal Enfield e di Triumph. Con i suoi 29 CV a 7750 giri e 29 Nm a 6000 giri ha i numeri che servono. La trasmissione inoltre prevede un cambio a sei marce.
Telaio in tubi d'acciaio piuttosto tradizionale con forcella telescopica e doppio ammortizzatore posteriori. 135 mm l'escursione della prima, 100 mm quella dei secondi che sono anche regolabili nel precarico.
Freni a disco di 320 e 240 mm con impianto ByBre.
Ciò che si può notare già dalla vista laterale è l'apertura dell'angolo del cannotto di sterzo: 29°. Una misura praticamente da cruiser che porta un interasse di 1440 mm, il maggiore della categoria. Questo ci lascia già presagire una moto un po' lunga e stabile, di certo abitabile per il segmento che in genere prevede moto di dimensioni compatte.
Il bel serbatoio in metallo è di 13 litri, la sella è a 800 mm da terra e il peso in ordine di marcia è di 185 kg.
La prima cosa che colpisce è proprio il dimensionamento, adatto alle stazze europee e non solo asiatiche per intenderci. Il manubrio ha una bella piega che lo porta piacevolmente verso il pilota. Si sta in sella con la schiena dritta senza bisogno di caricare l'anteriore e anche le gambe trovano tutto sommato spazio risultando inevitabilmente un po' piegate, vista anche l'importante luce a terra delle pedane, ma non sacrificate. Insomma è una moto che risulta già nei primi metri comoda, pratica e facile.
Il motore prende giri con apprezzabile buona volontà. Parliamo pur sempre di un piccolo 334, ma la spinta è lineare e mostra un bel carattere. Si arriva piuttosto rapidamente agli 80 orari e non bisogna neppure pregarlo troppo per arrivare a cannone sulla soglia dei 150 km/h indicati. Il cambio è ben spaziato e le sospensioni paiono adeguate al tipo di moto e di budget: la forcella è abbastanza morbida ma non affonda subito in frenata e gli ammortizzatori posteriori sono un po' secchi sulle asperità. Ci sono sembrati allineati con la concorrenza, rispetto alla quale la Bantam sembra prediligere la stabilità alla rapidità nei cambi di direzione. Non fraintendete però: è comunque una moto agile se paragonata alle categorie superiori, anche perché si sta abbastanza in alto, non è una cruiser.
La strumentazione non è al top per visibilità, soprattutto la linea del contagiri è un po' sottile e il contamarce un po' piccino, ma ci si fa l'abitudine dopo un po'. Ciò a cui non si fa l'abitudine sono gli specchi retrovisori che non sono in grado di assorbire le vibrazioni che arrivano al manubrio, vibrazioni che sono sì percepibili chiaramente soprattutto agli alti regimi ma che non rendono la guida proibitiva.
Discreto il comparto frenante con una potenza soddisfacente davanti mentre dietro si potrebbe fare qualcosina di più.
Come dicevamo l'intenzione dichiarata di BSA è di portare più gente possibile in moto e soprattutto più giovani possibile. Deve entrare in un mercato con competitor già affermati e allora lo fa con una proposta d'attacco che dovrebbe essere di 4.090 euro.
Un prezzo davvero notevole considerando che si tratta di una moto vera che chiunque può usare con soddisfazione e non di un giocattolo. Cinque le colorazioni proposte (avalon grey, oxford blue, firecracker red, barrel black e victor yellow) devo dire tutte molto gradevoli e con belle verniciature.
La moto dovrebbe arrivare nelle concessionarie italiane a partire da settembre.
Sicuramente questa Bentam è una moto che vorremmo approfondire in futuro, per ora possiamo dire brava ma soprattutto bentornata BSA!