USA. Il 30% dei motociclisti non ha la patente moto, tanto l'assicurazione paga

USA. Il 30% dei motociclisti non ha la patente moto, tanto l'assicurazione paga
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Oltreoceano divampa la polemica per l'introduzione di patenti a livelli per limitare l'accesso alle moto potenti. Il timore delle Case è che si vendano meno moto, mentre ai motociclisti poco importa perché molti di loro non hanno mai conseguito la patente per le due ruote
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9 ottobre 2014

Tornare da un bel viaggio in moto è sempre un trauma, non solo perché per un altro bel po’ di tempo non potrò fare la cosa che più mi piace, ma anche perché una volta a casa ci sono un sacco di cose in arretrato da fare che mi aspettano. E immediatamente quel tramonto con il sole in faccia che filtra tra la polvere rossa delle sterrate brasiliane sembra lontano mille anni luce… Comunque, meglio non pensarci, specialmente adesso che arriva la stagione fredda.

Recentemente negli USA è scoppiata una polemica che in pochi giorni ha assunto toni abbastanza accesi. Il tutto parte dallo stato dello Utah, dove per la prima volta nell’Unione è passata una legge di “tiered licensing” ovvero patenti a livelli. In pratica si è deciso di limitare potenza e cilindrata delle moto a disposizione dei neopatentati. Una cosa del tutto normale in Europa, e che io stesso supporto al 100%: non voglio attorno a me dilettanti allo sbaraglio alla guida di una 1000RR! Ma qui, come sempre quando una legge “limita” qualcosa, si è scatenato il putiferio, soprattutto dopo che lo stato dell’Illinois (dove si trova Chicago) ha fatto sapere di essere in procinto di fare la stessa cosa.

L’idea è di istituire una terza categoria, oltre alle due attuali, divise dallo spartiacque dei 150cc. Si pensa adesso di creare un terzo livello, per moto superiori ai 600cc di cilindrata. Questo, oltre a ridurre il numero di incidenti mortali che si sono registrati negli ultimi anni, renderebbe anche le cose più difficili a molti furbetti che si presentano alla prova di guida con delle moto piccole e maneggevoli - spesso prese a prestito o noleggiate - invece delle moto che in realtà andranno poi a guidare.

Ma questi argomenti sembrano non interessare, e in molti hanno deciso di far sentire la propria voce. Da un lato c’è stata una levata di scudi dei soliti noti, quelli che difendono la “libertà” a prescindere: se lo stato o il governo limita qualcosa loro scendono in piazza. Dall’altro ci sono gli operatori del settore, e soprattutto i titolari delle concessionarie dell’Illinois, che è uno degli stati a più alta concentrazione di motociclette del Paese.

L’argomento principale degli oppositori al “tiered licensing” è la paura di rendere ancora meno accessibile un settore che negli USA è in crisi da anni. Dicono, in pratica, che più sono gli ostacoli e le trafile burocratiche che un cliente deve affrontare per comprare una moto e meno sono le possibilità che questo potenziale acquirente vada invece a spendere i soldi altrove, magari in una concessionaria di auto. Specialmente se consideriamo che, ad esempio, una Chevrolet Camaro SS da 420 cavalli non richiede invece alcun permesso extra o ulteriore training.

Come sempre negli USA si guarda prima al ritorno economico e solo dopo alla sicurezza

La cosa mi lascia abbastanza perplesso: come sempre negli USA si guarda prima al ritorno economico e solo dopo alla sicurezza. C’è poi da considerare il fatto che solo una bassissima percentuale di motociclisti americani ha la patente della moto. I dati della NHTSA (National Highway Traffic Safety Adiminstration) dicono che il 32% di motociclisti coinvolti in incidenti mortali non hanno la patente moto, il che mi fa pensare che il numero globale degli irregolari in circolazione sia molto maggiore.

Ogni Stato ha politiche diverse riguardo ai provvedimenti in caso di guida senza il “motorcycle endorsment”, che vanno da multe abbastanza basse - mediamente $70 - al ritiro della moto, ma la cosa viene considerata una “civil infraction” e non una vera e propria violazione, e l’intera materia rimane sospesa un po’ nel limbo. Persino le assicurazioni hanno politiche ambigue e generalmente si assume che la copertura rimanga attiva anche in assenza del permesso specifico per la moto. Ovviamente c’è caso e caso, ma il fatto stesso che per assicurare l’auto ti chiedano la copia della patente mentre per assicurare la moto non vogliano nulla (esperienza personale) lascia intendere che ci sia ancora da fare molta chiarezza.

Sia quel che sia, questa ultima polemica sul “tiered licensing” mi sembra un po' la guerra alle intenzioni, forse più per partito preso che altro. Da notare come le Case, invece, si stiano per ora tenendo bene alla larga da questo improvviso vespaio… Possibile che non si capisca che è meglio un cliente “intero” su una 400cc che un pivello in ospedale per aver sottovalutato la potenza di una 1000?

Paradossale, specialmente se consideriamo che in Brasile, al contrario, sempre più voci dell’industria stanno chiedendo al governo di legiferare per porre un limite a cilindrate e potenze a disposizione dei neopatentati. Il tutto nonostante il mercato sia in calo come numeri e le grosse cilindrate (che in Brasile sono quelle dai 600cc in su) stiano solo adesso iniziando a vendere bene, dopo che la maggior parte delle Case ha deciso di impiantare delle sede di produzione sul territorio per evitare gli assurdi dazi (fino al 105%!) sulle importazioni.

Pietro Ambrosioni

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