Senza casco in Nebraska: libertà o follia? Il dibattito si infiamma

Senza casco in Nebraska: libertà o follia? Il dibattito si infiamma
Negli USA, l'obbligo del casco per motociclisti divide tra libertà individuale e sicurezza collettiva. La domanda etica resta: vale la pena rischiare la vita per una libertà senza limiti?
25 giugno 2025

Sembra che negli Stati Uniti, la questione dell’obbligo del casco per i motociclisti sia diventata il simbolo di una battaglia tra libertà individuale e responsabilità collettiva. Se negli anni Settanta quasi tutti gli Stati imponevano il casco, oggi sono rimasti solo 19 a richiederlo a ogni motociclista, mentre nella maggior parte del Paese la scelta viene lasciata al singolo, spesso solo con qualche restrizione per i più giovani.

La spinta per abrogare l’obbligo nasce da un’idea di libertà senza compromessi, sostenuta da associazioni di motociclisti che hanno fatto della lotta contro il casco una bandiera. Eppure, questa “libertà di rischiare” ha un prezzo altissimo, pagato in vite umane e costi sociali. I numeri parlano chiaro: negli Stati che hanno eliminato l’obbligo, le morti sul luogo dell’incidente sono quadruplicate e i decessi in ospedale sono triplicati. Tra chi arriva in ospedale dopo un incidente senza casco, la mortalità sale al 10%, contro il 3% di chi indossava la protezione. Ancora più impressionante il dato sui decessi immediati: dal 14% prima dell’abrogazione al 68% dopo.

E non si tratta solo di statistiche astratte. Al leggendario raduno di Sturgis, nel Dakota del Sud, su 12 motociclisti deceduti nell’ultima edizione, solo 3 indossavano il casco. La scelta di non proteggersi, spesso giustificata con il desiderio di “sentirsi liberi”, si traduce troppo spesso in tragedie evitabili.

Sul piano economico, le conseguenze ricadono su tutta la collettività. Nel 2013, gli Stati che mantenevano l’obbligo del casco hanno risparmiato 3 miliardi di dollari in spese sanitarie rispetto a quelli più permissivi. Non è solo una questione di libertà personale, ma anche di responsabilità verso gli altri: chi si fa male senza casco spesso finisce per gravare sulle casse pubbliche o sulle assicurazioni, alimentando un circolo vizioso di costi e sofferenze.

La domanda morale resta aperta: può la libertà di scelta giustificare la libertà di farsi del male – e di pesare sugli altri – quando le prove sull’efficacia del casco sono così schiaccianti? I dati e le storie che arrivano dalle strade americane suggeriscono che la vera conquista sarebbe una cultura della sicurezza, capace di mettere al primo posto la vita, senza rinunciare a ciò che rende unica la passione per la moto.

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