Ride in USA. Il Flat Track delle origini, polvere e divertimento

Ride in USA. Il Flat Track delle origini, polvere e divertimento
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Continua la mia esplorazione delle “serie minori” in California, dove si corre soprattutto per divertimento, ma al momento di scendere in pista non scherza nessuno
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
22 aprile 2015

Continua la mia esplorazione delle “serie minori” in California, dove si corre soprattutto per divertimento e per passare un weekend in famiglia e tra amici. Ma al momento di scendere in pista non scherza nessuno…

Sabato sono stato a Perris, nel deserto a sudest di Los Angeles, per assistere ad una prova di campionato del SCFTA, ovvero la Southern California Flat Track Racing Association. In attesa di organizzarmi per andare a vedere il TT a Peoria o il “Mile” a Springfield o Sacramento, sono partito dalle radici della disciplina, a livello locale.

L’atomosfera, come ormai mi sono abituato a vedere da queste parti, è sempre la stessa: super cordiale, nessuna voglia di fare i fenomeni (fino quando non arriva il momento di correre) e fondamentalmente l’ennesima dimostrazione che tutti, ma proprio tutti possono correre e divertirsi. Ho visto bambini di 6 o 7 anni su delle minicross, le loro mamme su delle 250 modificate, i loro papà sulle 450 preparate nel minimo dettaglio ed infine i loro nonni sulle vecchie Triumph o BSA. Le categorie si suddividevano in Expert, Youth, Vintage, Vet, Hooligan (?) e Pro e ad un certo punto sono scesi in pista anche i sidecar (spettacolo, il rumore dei motori era da far rizzare i peli sul collo) e un gruppo di temerari sulle loro HD quasi stradali. C’era anche un gruppo di una dozzina di piloti inglesi, arrivati appositamente per correre questa double header, ovvero una doppia gara sabato + domenica.
 



Avevo visto qualche gara di Flat Track a suo tempo in Italia, precisamente di Short Track quando la Numero Uno di Milano promuoveva la disciplina, ma conoscere “quella vera” in USA è tutta un’altra cosa. Dal punto di vista fotografico ho esaurito le possibili inquadrature in 20 minuti, ma dal punto di vista dello spettacolo, come spesso mi accade da quando sono tornato qui in SoCal, dopo un’ora che giravo per il paddock mi era già tornata la scimmia di provare a fare qualche gara. Perché credo proprio che il Flat Track sia 10mila volte più divertente da praticare che stare a guardarlo da dietro la staccionata.

L’investimento non sarebbe impossibile: una 450 cross nemmeno freschissima, un set di ruote e gomme, sospensioni ribassate, scarico basso e… oops, niente freno davanti? Beh, a quello ci si abitua, no?
Abbigliamento ancora più semplice: senza volere a tutti i costi investire in una stilosa tuta in pelle (di quelle che i pantaloni vanno sopra lo stivale) qui basta un completo da cross, qualche protezione in più e la mitica scarpetta in acciaio da allacciare al piede sinistro, voilà!

 



Per quanto riguarda lo stile di guida e l’effettivo talento non mi preoccupo, dato che a Perris c’erano categorie davvero per tutti: età, velocità e tipo di moto. L’unica cosa che non ho ancora ben capito è quale fosse effettivamente la classe “Hooligan”.
Uno dei momenti più belli del mio weekend è stato conoscere di persona Preston Petty, che molti probabilmente non hanno mai nemmeno sentito nominare. Beh, si dà il caso che alla fine degli Anni ’60 Mr. Petty abbia inventato i parafanghi in plastica, rivoluzionando l’intera industria delle moto off road. Preston Petty fa parte della AMA Motorcycle Hall of Fame.

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