Nico Cereghini: “Viva le donne!”

Nico Cereghini: “Viva le donne!”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Anche quelle che corrono e vincono nelle gare motociclistiche. Adesso è la normalità, ma nel nostro mondo la parità dei sessi ha fatto una bella fatica ad affermarsi…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
19 settembre 2017

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Ciao a tutti! Domenica è stata una grande giornata per le ragazze in moto, e ne sono particolarmente felice. Le loro imprese sono sul sito e le conoscete tutte, dal quinto titolo mondiale conquistato da Kiara Fontanesi nel WMX fino alla vittoria nel mondiale SSP 300 della spagnola Ana Carrasco, passando dalle donne che hanno concluso il Bol d’Or nelle prime posizioni: la tedesca Gloekner che ha sfiorato il podio condividendo la moto con due maschi e poi l’equipaggio internazionale tutto femminile che ha chiuso la maratona del Castellet all’ottavo posto.

Che meraviglia! Kiara, parmense di 23 anni, è già una veterana del motocross avendo conquistato l’iride ininterrottamente dal 2012 al 2015. Eppure la sua vittoria non era scontata. La competitività nel campionato femminile è tanto alta che dal fango dell’ultima manche dell’ultima prova del 2017, domenica in Francia, sono saltate fuori quatto ragazze nello spazio di due punti: Fontanesi 233, Lancelot 232, Duncan e Van de Ven 231. Da non credere! Quanto alla Carrasco, non è esatto dire che è la prima ragazza a vincere una prova iridata, perché la finlandese Kainulainen ha vinto l’anno scorso nel mondiale dei sidecar; quella di Ana è tuttavia una bellissima “prima”: in pista, su una moto, una ragazza-pilota non aveva ancora vinto una gara di campionato del mondo. Ana ha vent’anni, corre da quando era una bimbetta dell’asilo, per tre stagioni è stata in Moto3 di fianco ai più forti, guida la sua Ninja 300 con classe e carattere. I suoi rivali, a partire dal nostro Coppola, battuto domenica in volata per soli 53 millesimi, sanno che prenderle dalla Carrasco non è affatto un disonore: Ana è tosta e brava come i migliori maschi di quella categoria.

Sono felice perché quello che oggi pare quasi scontato - e cioè che le donne possono fare tutto quello che desiderano e possono farlo anche meglio dei maschi - nel motociclismo ha fatto fatica ad imporsi. Ho conosciuto bene la finlandese Taru Rinne: soltanto un carattere fuori dal comune le ha consentito di superare la diffidenza che la circondava; e pur di non farla stare davanti (perché le capacità in 125 le aveva, alla fine degli anni Ottanta), i colleghi si coalizzavano tra loro senza risparmiarle pesanti scorrettezze. Ho corso personalmente con le francesi Toigo e Lagauche al Bol d’Or, negli anni Settanta. Soprattutto la prima era veramente forte, aveva già vinto gare in Coppa Kawasaki contro i maschi; purtroppo un bruttissimo incidente l’ha bloccata su una sedia a rotelle quando si era ormai affermata. Alle donne, forse, allora si chiedeva troppo. E forse troppo chiedevano le donne a sé stesse, perché si sentivano impegnate in una sfida epocale.

Da pochi anni, invece, le donne in moto sono la normalità. E domenica 17 settembre passa alla storia come quella che sancisce la perfetta parità motociclistica tra piloti femmine e piloti maschi. Soprattutto grazie all’immagine che ci regala la Carrasco: una ragazza che vince la corsa al fotofinish, in una volata pazzesca con cinque piloti in 33 centesimi.

Nico - Viva le donne