Nico Cereghini: “La moto del futuro, la realtà e i sogni”

Nico Cereghini: “La moto del futuro, la realtà e i sogni”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Al salone ho visto nuove proposte per la mobilità del futuro: moto concrete e anche gratificanti. Però abbiamo anche bisogno di conservare i nostri sogni | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
22 novembre 2011

Punti chiave

Ciao a tutti!
Vi è piaciuto il salone di Milano? A me globalmente sì, ha lasciato buone impressioni, e mi dispiace se qualcuno di voi è rimasto deluso a causa mia. E’ vero, ho dribblato qualche richiesta di foto. E’ successo un paio di volte al gabinetto (ma una volta non sono riuscito a stoppare l’invadente di turno e adesso ha una foto dove faccio la pipì con un sorriso forzato, contento lui…) ed è capitato qualche volta in più nei vari padiglioni.
Ma provate a mettervi nei miei panni: ho anche delle cose da fare e degli appuntamenti da rispettare, al salone. 
 

Nico davanti al nuovo TMAX 530
Nico davanti al nuovo TMAX 530

Molto più interessante comunque è il bilancio dell’evento. Che è attivo per i numeri record, molto interesse sulle novità, tanti giovani. La crisi c’è, è chiaro, ed è tosta, ma c’è anche tanta voglia di uscirne e tanta voglia di moto. Alla Ducati non ci si muoveva per la folla, la 1199 Panigale ha colpito moltissimo adulti e ragazzi. E penso che se la Supersportiva affascina da che esiste la moto ed ha un mercato sempre più ristretto, è vero però che ha una grande forza trainante; e poi questa volta c’era di più, c’erano delle grosse novità e soprattutto delle belle moto più abbordabili da acquistare e più adatte ai tempi. Come le Honda NC 700 bicilindriche, che mi pare aprano una strada piuttosto nuova.
 

Tra di noi ce lo diciamo: siamo continuamente combattuti tra sogno e realtà, tra moto emozionanti capaci di evocare avventure meravigliose e quelle che ci possiamo davvero permettere, cioè moto soprattutto robuste ed economiche


Tra di noi ce lo diciamo: siamo continuamente combattuti tra sogno e realtà, tra moto emozionanti capaci di evocare avventure meravigliose e quelle che ci possiamo davvero permettere, cioè moto soprattutto robuste ed economiche. E pazienza se ci dicono poco. Ogni tanto prevale in noi l’immaginazione, e la fantasia galoppa; più spesso dobbiamo fare i conti con la realtà, e di solito ce la facciamo piacere. Oggi servono moto più realistiche, capaci di dare ossigeno alle industrie e ai mercati, nonché di motorizzare la fascia media che è la più ampia ma anche quella sempre meno dotata di mezzi economici. Bene, mi pare che le due nuove Honda rispondano bene: sono piuttosto belle, costano e consumano poco, sono molto sicure e promettono una guida gratificante ai regimi intermedi. Non sono semplicemente due medie cilindrate di basso profilo.

Credo che la moto del futuro sarà sempre più simile a queste due Honda. Poi naturalmente resisteranno anche i prodotti di nicchia per gli specialisti e gli appassionati più veri e più ricchi: le suspersportive da usare (soltanto, temo) in pista, le costose custom e le cruiser e le speciali alla Borile che danno gusto anche quando si va piano perché sono piene di emozioni.
E resisteranno le moto d’epoca, quelle di gran valore e anche quelle più modeste come il Galletto o la Morini tremmezzo da usare tutti i giorni. Perché dei sogni abbiamo comunque bisogno.