Nico Cereghini: “In moto a pelle nuda”

Nico Cereghini: “In moto a pelle nuda”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
I jeans strappati vanno di moda, piacciono molto, ma se li usi quando guidi la moto devi almeno sapere a quali conseguenze ti esponi. Tutti abbiamo fatto degli errori, ma se riconoscerli può servire…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
9 maggio 2017

Punti chiave

Ciao a tutti. Sul mio percorso casa/redazione, quello che faccio più spesso, ho una ventina di semafori e una sola curva, per di più senza sapore. Così, per passare il tempo, aspettando il verde mi piace buttare un’occhiata a destra e una a sinistra studiando un po’ gli altri motociclisti e le loro moto. C’è sempre qualcosa da scoprire: un nuovo cupolino su una Tracer, qualche strisciata di troppo sul carter motore di una Ninja che pareva nuova, un caschetto che non metterei neanche per andare a funghi nel bosco. Ma la scorsa settimana mi ha preso un colpo: il giovane motociclista fermo alla mia sinistra – su boxer naked di fresca immatricolazione - aveva il ginocchio fuori dal jeans! La mia prima reazione è stata di sorpresa e preoccupazione: “che colpo avrà preso, poveraccio? E come fa a guidare in queste condizioni?” Subito dopo mi sarei dato dell’idiota: “sono semplicemente dei jeans strappati, logico che il ginocchio sia tutto sparato fuori”.


Il fatto è che la mia cultura della sicurezza non riesce a sintonizzarsi con la moda corrente. Là dove io vorrei sempre una protezione, infatti, faccio fatica ad accettare una articolazione nuda, esposta agli urti e alle strisciate. Così come stento a capire quelli che, di solito meno giovani, incrocio in autostrada con il gilet di pelle e le braccia nude. Ma la moda è moda, si può discutere se sia tanto saggio infilare i jeans strappati quando si sta per uscire con la moto, ma la risposta può essere soltanto individuale, e al momento (per fortuna, e nemmeno sempre) ognuno è responsabile delle proprie scelte. Speriamo di no, ma se a quel ragazzo dovesse capitare di finire al pronto soccorso con il bitume nella ferita e un infermiere che con la pinzetta gli leva dal ginocchio i sassolini uno per uno, forse poi passerebbe al jeans tecnico.


I giovani, si sa, pensano ad altro. Devo ammettere che pure io, da ragazzo, seguivo una moda che faceva a pugni con la moto e con la sicurezza. A metà degli anni Settanta si portavano i pantaloni a “zampa d’elefante”, così larghi sotto che qualche volta, spostando il piede per l’appoggio a terra, la gamba restava impigliata nella pedana. Una volta il piede sinistro non è arrivato in tempo al suolo e ciao, sono caduto da fermo con la SF Laverda da 250 chili e la gamba sotto; e meno male che ero solo e che la pedana, fissa e non pieghevole, teneva un po’ sollevata la moto, abbastanza da non rompermi le ossa.


Insomma, qui non si tratta di giudicare. Ognuno ha fatto i suoi sbagli, e purtroppo qualcuno li ha anche pagati molto cari. Importante è riconoscerli, gli errori, e anche parlarne per mettere in guardia il prossimo, affinché sia meno superficiale di quanto lo siamo stati noi.

In moto a pelle nuda