Nico Cereghini: "L'elettronica? Forse si esagera"

Nico Cereghini
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Dall’ABS al setting ciclistico: tutto bello, tutto utile, ma adesso forse si esagera. Che ne dite? | Nico Cereghini
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29 giugno 2010

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Ciao a tutti!
L’elettronica sulla moto. E’ un tema complesso, addirittura ostico per molti. L’elettronica offre un mucchio di possibilità, in assoluto si può concordare sul fatto che rende ogni moto più sicura e anche più facile da guidare. Però rompe, invade spazi nostri, ci toglie certe specialità, ci priva di alcuni piaceri dei quali eravamo gelosi.
Guardate l’ABS
. All’inizio eravamo ostili, in tanti. “Preferisco far da solo”, “un buon pilota fa meglio di qualsiasi sistema elettronico”. Io come molti di voi dicevo così, e i primi ABS neanche mi piacevano. Poi l’evoluzione tecnica, la frequentazione con le moto che ce l’hanno, la verifica che non si perdono comunque automatismi e capacità personali, hanno gradualmente spostato la mia visione.
Oggi penso che se l’ABS c’è allora tanto meglio, me ne avvantaggerò nei giorni di pioggia in città. E parlo con tanti motociclisti che si sentono più sicuri, e provo addirittura certe supersportive che hanno un ABS da leccarsi i baffi.
 

Certo, l’elettronica renderà utilizzabili da molti di noi anche i 200 cavalli, anche i 250 se andiamo avanti così. Ma avanti dove, se ci tolgono la patente?

Ma poi da lì siamo passati ai sistemi molto più evoluti. A quelli che variano le mappature del motore, quelli che controllano la trazione, quelli che cambiano il setting delle sospensioni, quelli che fanno tutte queste cose insieme sulle configurazioni programmate però anche modificabili dall’utente, ai cambi sequenziali e a quelli completamente automatici e chissà dove arriveremo.
Neanche il tempo di documentarsi e i bravi ingegneri ti cambiano tutta la moto sotto il culo. Belle moto, intendiamoci: ma quando ho scoperto che una certa supersportiva zeppa di cavalli era una meraviglia da guidare al limite persino sulla strada, fluida e precisa da fare i tornanti dello Stelvio con il ginocchio a terra, non sapevo se ballare dalla felicità (perché inutile: la passione gode) o disperarmi per la sua intrinseca pericolosità. Certo, l’elettronica renderà utilizzabili da molti di noi anche i 200 cavalli, anche i 250 se andiamo avanti così. Ma avanti dove, se ci tolgono la patente?

Una volta ho polemizzato con un appassionato dell’Harley che mi dava del fesso soltanto perché mi compiacevo della scomparsa del rubinetto della benzina. Per lui, il vero motociclista non può farne a meno. Io rispetto tutte le opinioni perché ci sono tanti tipi di motociclisti, mi stanno sulle palle soltanto quelli che pretendono di avere addosso l’etichetta DOC: siamo tutti veri, quelli dell’Harley e quelli della Multistrada, quelli che fanno le pieghe e quelli che vanno piano.
Ma quelli che chiedono sempre più elettronica, ancora più elettronica, ogni giorno più elettronica, e tanta potenza, ancora più potenza, sempre più potenza, ci sono davvero oppure esistono soltanto nella testa dei progettisti? Perché se questi motociclisti non esistono, bisogna che qualcuno avverta i bravi ingegneri.
 

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