Moto e auto: percezioni diverse per strade e pericoli. Lo dice uno studio

Moto e auto: percezioni diverse per strade e pericoli. Lo dice uno studio
  • di Filippo Ciapini
La ricercatrice Shel Silva, dell'Università di Bournemouth, attraverso dati e ricerche ha analizzato come le informazioni visive vengono raccolte ed elaborate durante la guida
  • di Filippo Ciapini
26 gennaio 2022

Arriva dalla Bournemouth University un interessante studio sulla percezione della strada da parte di automobilisti e motociclisti. Chiaramente le due categorie hanno modi di approccio ben diversi ma l’istituto britannico ha analizzato nello specifico la maniera con la quale, chi guida un mezzo a due ruote, elabora le informazioni visive raccolte durante la guida.

La ricercatrice Shel Silva valutando le influenze neurologiche e cognitive di motociclisti e automobilisti, ha scoperto che i conducenti di auto e moto hanno diversi modelli di attenzione visiva a seconda del tipo di veicolo. La percezione del pericolo, inoltre, cambierebbe a seconda della capacità e delle esperienze di ogni singolo motociclista.

Se il primo caso analizzato può sembrare abbastanza ovvio, la seconda relazione offre una visione interessante sui ‘punti ciechi’ degli automobilisti. L’occhio umano infatti ha una condizione naturale che innescherebbe il "mascheramento saccadico", un processo che, di fatto, fa sì che il cervello blocchi determinati dati visivi durante i movimenti oculari.

È così che questo fenomeno svolgerebbe un ruolo importante in termini di distrazione nei confronti delle due ruote rendendo le moto invisibili al campo visivo degli automobilisti.

Secondo Shel Silva, quindi, un modo efficace per un motociclista di essere visto quando si avvicina a un incrocio è quello di fare un movimento laterale verso il centro della strada prima di svoltare in modo da innescare una determinata attenzione nell’orientamento visivo del conducente a quattro ruote. 

Conosco amici e persone che sono morti o hanno subito lesioni che cambiano la vita dopo essere stati in collisioni motociclistiche - ha detto la ricerca su DocBike - Questa ricerca è davvero importante perché ci dà l'opportunità di aiutare e salvare la vita dei motociclisti. Per me è un onore personale".

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