Moto diesel? Dagli States una coraggiosa startup propone due cruiser…

Moto diesel? Dagli States una coraggiosa startup propone due cruiser…
La Axiom di Columbus, Ohio, ha deciso di osare: propone due grandi cruiser motorizzate con un turbodiesel Doosan da un litro e soli… 24 cavalli. Due modelli spettacolari e costosi per andare controcorrente. Il diesel sulla moto non ha mai funzionato, ecco perché
29 maggio 2025

La notizia è comparsa su Ride Apart, con la firma di Enrico Punsalang: nonostante il tema sia difficile e pieno di fallimenti, c’è ancora chi crede nel motore diesel sulla moto. C’è una startup americana che intende proprio costruire motociclette importanti, grandi cruiser, con il diesel. Due i modelli di punta e costruiti a mano, Knight e Paladin.

L’anima dell’avventura si chiama Matthew Lach, un grande appassionato di moto che ha fondato Axiom Diesel Cycles: il motore scelto è il turbodiesel Doosan a tre cilindri da un litro, che eroga soltanto 24 cavalli e con 65 Nm di coppia. 

Poca, pochissima potenza. Queste moto puntano tutto su carattere e presenza. La Knight è il modello più "accessibile" (49.500 dollari), mentre la Paladin è la moto di punta, con un prezzo di 54.500 dollari. Entrambe montano telai in acciaio e sono dotate di componenti di alta qualità, come freni Brembo e sospensioni regolabili. Lo stile è “retrofuturistico”.

Non si compra una di queste moto per le prestazioni, ragiona Punsalang, ma perché è strana, diversa e forse anche un po' ribelle. È un pezzo forte, non una moto da corsa. È tutt'altro che una scelta logica, ma forse per Axiom si tratta di sventolare la bandiera dei propulsori alternativi o semplicemente di offrire qualcosa che nessun altro osa costruire. “Anche se non saranno tante le persone che si metteranno in fila per spendere i soldi di una Harley-Davidson per una moto che ha le prestazioni di un trattorino tagliaerba –ragiona il collega americano- lo ammetto: c'è qualcosa di stranamente avvincente in questa idea”.

Viene anche da chiedersi se nel futuro si sarà ancora un minimo spazio al diesel. Gradualmente si stanno eliminando tutte le auto diesel dalla circolazione mondiale, giusto o non giusto che sia. Come si potrà arrivare a una tecnologia che permetta di montare motori a gasolio sulle moto, offrendo pari peso e prestazioni dei benzina?

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Le due moto diesel più note

Una moto con un motore a gasolio consumerebbe poco e offrirebbe una maggiore coppia motrice, perché a parità di cilindrata e di potenza un diesel offre più spinta. In più garantirebbe sulla carta una maggiore affidabilità, perché gira a regimi ben inferiori. E allora perché nelle moto il diesel non ha funzionato? 

A causa soprattutto delle dimensioni e del peso. Il motore diesel lavora sul ciclo Otto dei motori a quattro tempi, ma non usa candele per la detonazione nella camera di scoppio: il motore comprime aria a pressioni maggiori rispetto a un motore a benzina e, spruzzando il gasolio in camera di scoppio appena prima che il pistone raggiunga il punto morto superiore, fa innescare l'esplosione che lo spinge verso il basso.

Maggiore pressione vuol dire detonazione più potente e più spinta verso il basso, quindi più coppia. Ma proprio per queste ragioni il motore deve essere più robusto nella sua costruzione, tutte le sue parti sono più grandi e più estese. Tanto peso e dimensioni maggiori non si adattano a un mezzo piccolo e agile come la moto. Senza contare che il diesel, per sviluppare autocombustione e alte pressioni di esercizio, ha bisogno di pistoni a corsa lunga e di ingombri importanti anche sull'altezza. Il che limita i regimi di rotazione e impedisce di sviluppare potenze elevate. 

Due le moto diesel più famose. La Taurus della Royal Enfield non ha brillato perché era troppo lenta, ma in India è rimasta in listino dal 1980 al 2000 parallelamente alla versione benzina della classica Bullet. Offriva un diesel analogo al piccolo monocilindrico a benzina della sorella e consumava davvero poco: fino a 85 km con un litro di gasolio. Ma la potenza massima era di appena 6,5 cavalli, la coppia di 5 Nm e la velocità massima di 80 chilometri orari. Montava un motore italiano, il Lombardini 325 che era nato per i generatori di corrente. 

Negli Stati Uniti, poi, è ancora in uso nell’esercito una Kawasaki KLR650 convertita, cioè in grado viaggiare con qualsiasi tipo di carburante compreso il diesel.  Si chiama JP8 Diesel, ed è nata dalla collaborazione tra la casa giapponese e l'americana HDT (Hayes Diversified Technologies) su precisa richiesta della NATO. L’obiettivo era dotare i militari di una moto capace di funzionare con lo stesso carburante che alimenta i veicoli già in dotazione.  Le prestazioni non sono eccezionali: 28 cavalli a 5.500 g/min. Le JP8 sono in dotazione ai Marines e all'esercito inglese, ne è stata prodotta una piccola serie per l'India con il nome di Altius Scimitar 670.

Nella storia tanti fallimenti

La Lohmann Batavus, casa tedesca che produceva parti di bici e motori ausiliari per le biciclette, produsse alla fine degli anni Quaranta un motorino sciolto di soli 18 cc da applicare alle bici. Aveva 0,6 cavalli, era privo di carburatore e di candela, era alimentato da ciò che era reperibile: benzina, olio, petrolio. Chiedeva meno di un litro per 100 km. Non durò a lungo.

Poi l’Inghilterra. Su una moto Norton, negli anni Cinquanta, l’ingegnere britannico Sidney montò un suo motore monocilindrico con la base d’alluminio, con la discreta potenza di 14 cavalli. Ma il motore si rivelò molto fragile e dei quattro motori costruiti (così pare) nessuno è arrivato ai giorni nostri.

In Francia un ingegnere di nome Boccardo presentò nel 1987 la Boccardo 1200 Aerodiesel. Montava un motore Pegeot 1.360 diesel da 59 cavalli e 90 Nm di coppia. Una bella moto, carenata e ben finita, ma purtroppo costava qualcosa come 27.000 euro di oggi. Erano bassi i consumi: pare 2,3 litri per 100 km.

La Thunder Star 1200 diesel è l’unica da corsa. Costruita in Olanda, montava il motore VW della Polo, debitamente modificato e inserito in un telaio inedito. Aveva 90 cavalli e offriva 200 Nm di coppia massima. Una moto sportiva e solida, con prestazioni simili al motore a benzina, ma il prototipo si rivelò costoso e tutto si fermò.

Tornando in Germania, la spettacolare Neander Turbodiesel apparve nel 2008 e fu prodotta in 250 esemplari. Costava 95.000 euro, pesava 295 chili e aveva un interasse di quasi due metri. Era una bicilindrica di 1.340 cc., erogava 112 cavalli e 195 Nm a 4.200 giri. Molto rumorosa e per questo bocciata, offriva sulla carta una velocità di punta di 220 orari. La sua ciclistica era particolare, con doppia forcella e cerchi su misura. 

Poi c’è l’indiana Hero del 2014: siglata RNT era una specie di scooter con motore monocilindrico di 150 cc, 15 cavalli e 70 orari autolimitati. In optional c’era in offerta il turbocompressore che raddoppiava le prestazioni, o in aggiunta anche un motore elettrico da un kw, montato nel mozzo della ruota anteriore. Un ibrido, con tre modalità di marcia.

Infine ricordiamo la danese Track T-800 CDI di Eva Product, una moto diesel costruita in serie nel 2013 e dotata del motore 800 a tre cilindri della Smart, 45 cavalli a 4.200 giri e il cambio CVT. Era una Adventure da 60 km/l e aveva una buona coppia (circa 100 Nm a meno di 2.000 giri), ma il peso era elevato e la potenza limitata.  Un esemplare, nel Texas Mile che è una gara di velocità negli USA, ha raggiunto la ragguardevole velocità di 153,92 kmh!

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