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Scooter parcheggiati alla rinfusa sui marciapiedi, moto appoggiate dove capita, passaggi pedonali invasi. Sui marciapiedi è quasi impossibile passare con un passeggino o una carrozzina. Quante volte lo abbiamo pensato: "Che maleducati questi motociclisti, non sanno proprio dove parcheggiare". Eppure, prima di puntare il dito, forse varrebbe la pena dare un'occhiata più attenta alla situazione. Perché il problema potrebbe non essere la mancanza di educazione, ma la mancanza di parcheggi.
Un tema questo che abbiamo riportato più volte qui su Moto.it, non per ultima proprio nelle scorse ore parlando delle ciclabili romane. A portare nuovamente all'attenzione la questione è ancora una volta il nostro Nico Cereghini, il quale attraverso il suo profilo Facebook ha mostrato cosa sta accadendo a Milano, nella fattispecie nella zona di CityLife. Nel video pubblicato sul suo profilo Facebook la situazione è chiara: decine di scooter occupano interamente i marciapiedi, non per scelta, ma perché i parcheggi dedicati sono stati semplicemente rimossi.
"C'era un parcheggio, l'hanno liberato", spiega Cereghini nel suo post. "Mi piacerebbe sapere che c'è un piano per crearne uno molto più vasto, ma da quello che vedo in giro...". La conclusione è un appello netto: "Sveglia!"
La zona di CityLife, simbolo della Milano moderna e riqualificata, si trova ora a fare i conti con un paradosso: mentre si elimina lo spazio dedicato alle due ruote a motore, i veicoli continuano ad arrivare. E devono pur stare da qualche parte.
La questione sollevata da Cereghini non è una semplice polemica locale, ma tocca un nervo scoperto della mobilità urbana milanese e italiana in generale. La città meneghina conta quasi 200mila tra motociclisti e scooteristi, un numero raddoppiato negli ultimi vent'anni. Si tratta di una fetta significativa della popolazione che si muove quotidianamente su due ruote a motore, contribuendo a decongestionare il traffico e occupando meno spazio rispetto alle automobili.
Eppure, come abbiamo già segnalato in passato le amministrazioni locali sembrano ignorare sistematicamente questa realtà per loro stessa ammissione. Mentre si moltiplicano le piste ciclabili e i progetti dedicati alla mobilità green – scelte legittime e condivisibili – i parcheggi per moto e scooter vengono progressivamente eliminati, senza che vengano create alternative adeguate.
Il caso di CityLife è emblematico di una contraddizione tutta italiana: in nome del decoro urbano e dell'immagine green, vengono installate fioriere per impedire gli stalli delle due ruote. Attenzione, non un'area pedonale dove passeggiare, ma semplicemente delle fioriere per impedire il passaggio a moto e scooter il cui impatto visivo, evidentemente, è considerato lesivo dell'immagine cittadina. Lasciarli sul marciapiedi di traverso invece è molto più bello?
Si persegue un'apparenza di verde in una città che di fatto rimane coperta di cemento, mentre il problema si sposta semplicemente altrove, con scooter parcheggiati in modo disordinato a ostacolare il passaggio legittimo dei pedoni, tra l'altro rischiando sanzioni.
La questione non è banale: chi sceglie di muoversi in moto o scooter percorre generalmente distanze maggiori rispetto a chi usa la bicicletta, coprendo tragitti spesso incompatibili con la mobilità ciclabile. Non è una lotta tra due ruote a motore o senza, semplicemente ci sono esigenze diverse. Si tratta di utenti che, pur non rientrando nella categoria dei veicoli a emissioni zero, contribuiscono comunque a ridurre l'inquinamento e la congestione rispetto all'uso dell'auto privata.
Il nostro Nico sottolinea che Milano non è un caso isolato: "Tante altre città italiane sono messe così". In tutto il paese, l'aumento costante di motociclisti e scooteristi si scontra con politiche urbanistiche che sembrano volerli disincentivare. La rimozione dei parcheggi dedicati è una strategia miope che non risolve i problemi della mobilità, ma li aggrava.
Serve un piano serio per la gestione dei parcheggi per due ruote, che tenga conto della realtà numerica e delle esigenze di chi ha scelto questo tipo di mobilità sostenibile. Non si può continuare a far finta che 200mila persone – solo a Milano – non esistano.
Investire nella mobilità green è sacrosanto, ma ignorare le esigenze di centinaia di migliaia di motociclisti e scooteristi è un errore strategico che si traduce in marciapiedi invasi, disordine urbano e frustrazione per chi ogni giorno cerca di muoversi in modo efficiente ma anche per chi si trova a camminare per la città. Le amministrazioni locali hanno il dovere di trovare soluzioni concrete, non di nascondere il problema dietro qualche fioriera.