Miguel Galluzzi (Piaggio): "Abbiamo fatto la nostra prima moto via Skype"

Francesco Paolillo
PADc è l'acronimo di Piaggio Advanced Design Center, l'avamposto californiano situato nella città di Pasadena, del centro stile del Gruppo. Lo dirige Miguel Galluzzi, uomo d'esperienza che ci spiega il perché è stata scelta questa località
6 agosto 2014

Pasadena è una cittadina californiana che in pratica fa parte dell'area urbana di Los Angeles, città multietnica, ricca di fermenti e di occasioni. Queste due caratteristiche si sposano alla perfezione con gli obbiettivi di un centro stile “advanced”, cioè un posto dove si devono identificare e studiare nuovi concetti di mobilità, dove le idee non devono seguire schemi razionali, ma che possono tranquillamente sconfinare nell'irrazionale, sempre che questo sia realizzabile. Per aprire una finestra sul futuro, c'è bisogno di aprire la mente, di guardare le cose in modo diverso, e la California, e in particolare Los Angeles, sono un punto di osservazione perfetto. 150 etnie differenti che hanno modi e abitudini differenti, anche nell'approcciare la vita e i suoi problemi, sono un posto ideale anche secondo Miguel Galluzzi, per studiare la “mobilità del futuro”.

«La fortuna di essere in questo posto, permette al Gruppo Piaggio di vedere quello che sarà il futuro e quali saranno le direzioni da seguire per reinventare la mobilità nelle nostre città, nei prossimi dieci, quindici anni».

Il fatto di essere lontani dall'Italia, dove ha sede il Centro stile Piaggio, non è un problema grazie alle nuove tecnologie che permettono in tempo reale di vedere, e perché no, toccare (grazie alla modellazione 3D).
«Abbiamo fatto la nostra prima moto via Skype. Dopo aver lavorato qui con file 3D, e aver mandato in Italia il progetto, la modelleria di Pontedera realizza il prototipo in scala e via Skype rimanda le immagini in California. Queste possono essere modificate, “allineate e raddrizzate”, per avere la maquette pronta, e così risparmiamo tempo e abbiamo la possibilità di fare più varianti e più maquette”.

La moto sta diventando sempre più complicata e pesante, caratteristiche che snaturano il concetto che ho della moto, un oggetto semplice che mi permetta di divertirmi con poco

Il mio lavoro ha due facce, ha un aspetto pratico e uno romantico, il primo è un un aspetto mondiale, anche perché la gente avrà sempre bisogno di muoversi sempre più efficacemente, con in più i problemi di inquinamento ed ecologia, che le generazioni precedenti non hanno mai affrontato. Queste problematiche sono uno stimolo, anche per creare cose nuove che non abbiamo mai avuto prima. Poi c'è l'aspetto romantico, quello del giro in moto, del rumore, che andrà avanti per molti anni ancora».

Normative varie e vincoli legislativi rendono sempre più difficile realizzare veicoli, il dialogo tra designer e ingegneri è sempre più complicato, o forse stimolante.
«Le normative ci sfidano, ma poi la forma si trova sempre, mentre quello che mi preoccupa è che la moto sta diventando sempre più complicata e pesante, caratteristiche che snaturano il concetto che ho della moto, un oggetto semplice che mi permetta di divertirmi con poco».

Il mercato ormai è globalizzato, i tre mercati principali - America, Europa ed Asia - si sono avvicinati parecchio, anche in termini di cilindrata delle motorizzazioni e tipologia di veicoli.
«Le cilindrate grosse rappresentano il volere sempre di più, mentalità tipica degli anni sessanta e settanta (e aggiungerei anche ottanta e novanta...), i ragazzi di oggi hanno una mentalità diversa, si godono il giro in moto a prescindere dalla cilindrata».

Dal punto di vista del design Miguel ha da gestire due marchi molto diversi, Moto Guzzi e Aprilia, uno tradizionalista e l'altro votato all'innovazione.
«Sono le due punte di uno stesso diamante. Da una parte abbiamo la tradizione italiana, che continua con Moto Guzzi, dall'altra c'è un giovane marchio italiano che cerca di inventare sempre qualcosa di nuovo, al centro però possono incontrarsi e dall'incontro nasce per esempio la California 1400».

Miguel ci conferma che ha lavorato molto, e che quindi ci dobbiamo aspettare parecchie novità, a partire dal prossimo Salone di Milano. Sul tipo di novità, naturalmente, nulla gli si riesce a carpire, dobbiamo solo pazientare.

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