Manuale di resistenza motociclistica: Un euro per un litro

Manuale di resistenza motociclistica: Un euro per un litro
Gira oggi, gira domani, il conto del carburante è salato. Per chi la motocicletta la usa tutto l’anno la spesa annuale in carburante è quasi pari a uno stipendio. Pensateci bene, quasi un mese di lavoro solo per pagare il carburante
14 marzo 2014

Punti chiave

Gira oggi, gira domani, il conto del carburante è salato. Per chi la motocicletta la usa tutto l’anno la spesa annuale in carburante è quasi pari a uno stipendio. Pensateci bene, quasi un mese di lavoro solo per pagare il carburante per andare al lavoro e accompagnare i figli a scuola, fare qualche commissione, giringirellare per l’Appennino per svagarsi un po’ il fine settimana o per andare a prendere una birra con gli amici, senza contare eventuali viaggi a medio raggio. E ovviamente c’è pure da mettere in conto i consumi dell’automobile. Insomma, io mi sono stufato di dedicare all’acquisto del carburante un mese intero del mio anno lavorativo! Un mese per il carburante, uno per assicurazione, tagliando, gomme e bollo, rimangono solo dieci mesi per vivere? Io resisto.

Finisce che così in motocicletta ci si va col contagocce o la si vende, anche perché la moto spesso è un attività ludica per adulti e come tale ritenuta inutile e voluttuaria, ma sempre meglio di altre attività per adulti come il gioco d’azzardo, il gratta e vinci compulsivo e la cessione rateale delle proprie sostanze a professioniste dell’amore: ricordatelo sempre alle vostre donne. Se poi siete donne, ne avete scampata una.

 

Il fatto è che la benzina in Italia continua ad essere venduta ai prezzi più alti dell’area Euro con un prezzo alla pompa medio pari a circa 1,75 euro (dati dicembre 2013). E non venitemi a raccontare che se non ci fosse l’euro -noi compriamo il petrolio in dollari e il cambio ci avvantaggia - sarebbe peggio: ad esempio il prezzo al litro della benzina in Polonia è di 1,29 euro e loro hanno ancora in vigore la loro valuta nazionale, lo Zloty. Tutti in Polonia? Paesi europei in grave crisi economica come l’Italia vantano prezzi alla pompa notevolmente più bassi dei nostri, come ad esempio la Spagna che fa registrare un prezzo medio di appena 1,42 euro. Olè! Parliamo dell’Austria? 1,40 euro!  Germania? 1,61euro! Francia? 1,52 euro, parbleu! Vi siete incavolati pure voi, vero?

La differenza che c'è tra tutti questi prezzi è dovuta principalmente alle imposte e alle accise che i vari stati applicano sul costo del carburanti, perché tutti i paesi che adottano l'Euro hanno bene o male gli stessi costi di approvvigionamento petrolifero e raffinazione. In Italia il prezzo della benzina è di molto superiore a quello di altri stati europei a causa della pressione fiscale che nel nostro paese ha raggiunto livelli incompatibili con il rispetto per i cittadini e con la voglia di farsi un bel viaggio in moto senza pensare che un biglietto aereo in business class costerebbe meno del carburante necessario per arrivare nella stessa destinazione in motocicletta.

Adesso, ascoltatemi: invertiamo il concetto. Meno tasse ci sono sui carburanti meglio potrebbe essere per tutti. E’ un’idea, una pazzia, magari è solo un’altra delle folli trovate che mi vengono in mente da quando nella penombra del garage ho iniziato la mia resistenza.

La situazione è tragica, è in pericolo anche la sopravvivenza di un settore economico che se continua così non avrà scampo perché più costa la benzina meno moto si vendono, è chiaro. Il prezzo dei carburanti è uno dei tanti scogli psicologici e pratici che scoraggiano l’acquisto della moto e il suo eventuale successivo utilizzo. Io propongo formalmente radere a zero le assurde accise sui carburanti; tanto per metterci tutti di buon’umore le riporto qui sotto con a fianco la motivazione dell’aumento, tenetevi forte:
 

  • 1,90 lire (0,000981 euro) - finanziamento della guerra d'Etiopia del 1935-1936

  • 14 lire (0,00723 euro) - finanziamento della crisi di Suez del 1956

  • 10 lire (0,00516 euro) - ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963

  • 10 lire (0,00516 euro) - ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze del 1966

  • 10 lire (0,00516 euro) - ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968

  • 99 lire (0,0511 euro) - ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976

  • 75 lire (0,0387 euro) - ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980

  • 205 lire (0,106 euro) - finanziamento della guerra del Libano del 1983

  • 22 lire (0,0114 euro) - finanziamento della missione in Bosnia del 1996

  • 0,02 euro - rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004

  • 0,005 euro - acquisto di autobus ecologici nel 2005

  • 0,0051 euro - terremoto dell'Aquila del 2009

  • da 0,0071 a 0,0055 euro - finanziamento alla cultura nel 2011

  • 0,04 euro - arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011

  • 0,0089 euro - alluvione in Liguria e la Toscana nel novembre 2011

  • 0,082 euro (0,113 sul diesel) - decreto "Salva Italia" nel dicembre 2011

  • 0,02 euro - terremoto dell'Emilia del 2012

  • 0,024 euro - regalo del penultimo governo del “fare”
     

A parte la domanda su cosa sia stata la crisi di Suez e il terribile pensiero che quando faccio il pieno sto ancora finanziando il colonialismo di Mussolini, aggiungo che le regioni possono imporre accise locali e, se non siete contenti, c’è pure l’imposta di fabbricazione carburanti che porta il valore delle accise a circa 0,75 €/litro di benzina. Ovviamente, più IVA. Cioè alle accise bisogna pure applicare l’IVA al 22%.

La cosa grottesca è che l’ultimo aumento sarebbe finalizzato al rilancio dell’economia, dimenticandosi però che già con i prezzi di oggi i consumi di carburanti sono calati, causando nel 2013 un perdita di gettito IVA pari ad un miliardo di euro, e quindi un ulteriore aumento è paradossale. Questo mancato incasso di un miliardo di euro significa ovviamente nuove imposte per tutti, o taglio di servizi pubblici. Sembra chiaro che la gente, semplicemente, non può comprare più carburante di quello che già acquista, non ha più soldi; più di così la vacca non si può mungere e anzi la si porta al macello. Dobbiamo resistere.

Fratelli, prima di imbracciare un quattro in uno e andare a Roma a far sentire la vostra civilissima voce, immaginiamo che un governo della Repubblica decreti d’urgenza l’abolizione delle accise sulla benzina, reperendo i fondi (circa 18 miliardi di euro all’anno, a spanne) con una seria razionalizzazione della spesa pubblica, una lotta serrata agli sprechi della burocrazia, emettendo titoli del debito pubblico a lunga scadenza e scommettendo che il gettito complessivo terrà botta grazie alla ripresa dei consumi, basterebbe un incremento del PIL dell’ 1%. Senza introdurre nuove tasse a compensazione.

 

Ma ve l’immaginate? Con la benzina ad 1 euro lasceremmo pure stare le battaglie per i prezzi delle autostrade! Austriaci e svizzeri farebbero i frontalieri per venire da noi a fare il pieno e i francesi farebbero loro compagnia!

Se la benzina costasse meno di 1 euro al litro il limite al suo acquisto sarebbe dato solo dalla disponibilità di tempo libero necessario per consumarla. Ma anche se il consumo di benzina dovesse rimanere invariato i soldi risparmiati dalle famiglie grazie alla riduzione drastica del prezzo dei carburanti avrebbero probabilmente tre possibili impieghi: il primo è spenderli in carburante. Ovvero il motociclista non si negherebbe il giro in più, la divagazione in pista, la soddisfazione di raggiungere un luogo lontano e magari di pernottarci con tutti i riflessi positivi che tale aspetto può avere sui consumi e sulla circolazione del denaro; e anche sui sorrisi nostri e su quelli dei concessionari.

La seconda è spenderlo in altro: infatti gli Euro mensili risparmiati in carburante potrebbero essere spesi in consumi di altri beni a iniziare da quelli alimentari – in calo anche questi negli ultimi anni! - per finire con l’abbigliamento (anche tecnico: caschi, guanti, giacche, sicurezza passiva) o l’elettronica. Anche in questo caso più soldi in giro, più economia che si muove, più aziende che fatturano, più benessere per tutti, Stato compreso.

La terza cosa che il motociclista può fare con i presunti 500-600 euro annui in più nelle tasche grazie all’eliminazione delle accise sui carburanti è risparmiarli o ridurre i propri debiti: contribuendo virtuosamente a limitare il debito del settore privato, ridurre l’evasione fiscale, dotare i privati di uno stock di denaro capace di investimenti o consumi su beni durevoli e rafforzare l’equilibrio del sistema bancario che potrebbe così ricominciare a prestare soldi alle piccole e medie imprese. Tutto questo significa benessere, posti di lavoro, sentire che lo Stato non ti chiede più di quello che puoi dare e anzi si spende attivamente per cercare una soluzione ai tuoi problemi.

 

In questo modo i consumi ripartirebbero e le banche concederebbero finalmente prestiti alle imprese, specie le più piccole. Tutto questo solo eliminando le accise sui carburanti. Sarebbe una rivoluzione non facile, ma possibile. Non fate fare tutto a me, premete il pulsante start e fate girare le ruote, trovate uno che capisca come fare praticamente ed eleggiamolo! Ma ve l’immaginate? Con la benzina ad 1 euro lasceremmo pure stare le battaglie per i prezzi delle autostrade! Austriaci e svizzeri farebbero i frontalieri per venire da noi a fare il pieno e i francesi farebbero loro compagnia! Frontiere e benzinai presi d’assalto, questa la vorrei proprio vedere! Garantiremmo un diritto completo alla mobilità a chi la moto, il motorino o anche l’automobile ce l’ha ma la usa pochissimo perché anche solo andare al supermercato o dalla mamma costa 5-10 euro di benzina e allora ci va meno spesso, o per nulla. Giustizia sociale, oltre che motociclistica! Niente più risse tra motard al momento di decidere la destinazione della passeggiata domenicale, dai meno abbienti talvolta considerata troppo lontana e costosa da raggiungere: la motocicletta potrebbe pure diventare da un mezzo per svago di pochi ad un mezzo di trasporto di molti. Cambierebbe tutto.

Fratelli e amici, ho già sproloquiato abbastanza e me ne assumo le responsabilità e soprattutto i rischi; vado a nascondermi, i poteri forti non mi gradiranno: so che i folli, gli avanguardisti e gli scellerati giullari fanno sempre una brutta fine, talvolta misteriosamente. Hasta la manetta siempre!

A. Seeger