Manuale di resistenza motociclistica: Una testa, una polizza

Manuale di resistenza motociclistica: Una testa, una polizza
E se un giorno... se un giorno un governo legittimamente formato decretasse che un'assicurazione basta e avanza? All'inizio le compagnie ci perderebbero, ma poi si venderebbero più moto e alla fine sarebbe un bene per tutti
10 febbraio 2014

Punti chiave

 Ho in mente una resistenza civile a questo stato delle cose, deciso a tirarmi fuori dall’indolenza e dall’abitudine di subire gli eventi senza proporre mai nulla di veramente praticabile ed alternativo; sono convinto che in Italia siano possibili leggi più giuste che ci rendano la vita più facile, in sella e anche quotidianamente: tengo la motocicletta in garage e mi ci asserraglio, pronto a difendermi nel caso venissi scoperto nel mio proclama rivoluzionario. Quando si vanno a toccare interessi importanti e lobby potenti, la prudenza non è mai abbastanza. Hasta la manetta siempre!


Innanzitutto, immaginiamo se - per grazia divina – a seguito di ipotetiche e democratiche elezioni il nuovo governo legittimamente formato decretasse urgentemente che l’assicurazione RC è personale e una basta per guidare tutti i mezzi a motore che si possiedono. Una testa, una polizza. Da una parte, noi utenti, esplosioni di felicità e giubilo. Dall’altra, le assicurazioni, lamenti e grida a sottolineare il “vile attentato alla libertà economica tutelata costituzionalmente”.


Ipotizziamo le conseguenze: probabilmente le assicurazioni subirebbero nell’immediato un danno non da poco (è prudente stimare una riduzione dei loro incassi del 50%?) e sarebbero costrette a prendere delle contromisure: innanzitutto tenterebbero di innalzare i prezzi delle nuove polizze fino al 100% e cercherebbero – finalmente- di contrastare in modo serio il fenomeno delle truffe per guadagnare efficienza ma rendendo probabilmente ancora più difficile ottenere i risarcimenti. Farebbero pressioni ancora più forti in parlamento per limitare l’entità dei risarcimenti ai danni fisici ma senza molto successo, la pressione dell’opinione pubblica si opporrebbe e anche politicamente sarebbe una strada non praticabile, ora che il successo dei nuovi partiti vittoriosi alle ultime ipotetiche votazioni si fonda proprio su un modello di elettore costantemente bombardato di notizie da ogni media, critico, connesso e informato.


In seguito, probabilmente, nuove imprese di assicurazione (con nuove modalità di azione) potrebbero entrare nel mercato praticando prezzi molto bassi per racimolare tutta quella clientela che non sarà capace di pagare gli altissimi costi delle polizze delle compagnie assicurative tradizionali e le tariffe scenderebbero stabilmente in tutto il mercato RC auto. L’oligopolio che oggi tortura e vessa decine di migliaia di motociclisti costretti ad assicurarsi a costi anche superiori al valore del mezzo subirebbe un drastico ridimensionamento, anche perché una federazione motociclistica presente e un’associazione dei costruttori agguerrita avrebbero già piazzato i loro uomini migliori in Parlamento per tutelare i loro interessi e quelli dei motociclisti, per una volta gemellati con gli automobilisti da interessi comuni.


Nel frattempo, nel mercato moto si registrerebbe un incremento delle immatricolazioni con beneficio di concessionari, Case e indotto, dato che il criterio “una testa, una polizza” potrebbe invogliare molti all’acquisto di una moto o di uno scooter da città o anche soltanto a togliersi lo sfizio di possedere un ulteriore mezzo a due ruote. Strade meno caotiche e più tempo libero per tutti, inoltre il probabile incremento dei fatturati e dei consumi generati dall’allargamento del mercato motociclistico, se tutto filasse liscio, darebbe lavoro a qualche persona in più. Le casse dello Stato ringrazierebbero: l’IVA versata da questa grande mole di scambi e transazioni (che inizia dalla produzione dei pezzi da assemblare e finisce al ricarico sul costo finale del mezzo) supererebbe tranquillamente il minore gettito da IVA relativo ai mancati incassi delle assicurazioni. Senza contare il moltiplicarsi delle tasse sulla proprietà della moto, il “Bollo”.


Alla fine di questo processo si avrebbero: nuovi attori nel mercato assicurativo che praticano prezzi
ragionevoli, allargamento del mercato motociclistico, una razionalizzazione del mercato assicurativo con riduzione delle ingiuste sacche di inefficienza scaricate sugli utenti e, in definitiva, più benessere
complessivo, più giustizia economica e meno monopolio. Chi ci perderebbe, mi chiedo. Si dice nei libri di economia che non esista un pasto gratis, quindi qualcuno starebbe peggio, forse per poco, forse per
sempre. Ma io non ho le soluzioni per tutto, io sono solo qui nel mio garage, in incognito con la mia moto al fianco e il pc tra le ginocchia e non mi prenderanno, almeno non per ora.

A. Seeger