Le Belle e Possibili di Moto.it: Yamaha TZR 250

Le Belle e Possibili di Moto.it: Yamaha TZR 250
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
La passione due tempi non si ferma: stavolta vi proponiamo nella nostra rassegna una moto ricercata e di grande fascino: una Yamaha TZR 250 dell'ultima serie
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
9 maggio 2014

Le Belle e Possibili di Moto.it è una rubrica nata per segnalarvi le moto da sogno che spuntano fra i nostri annunci. Modelli particolari, molto significativi al loro tempo oppure che possono rivestire elevato valore affettivo in veste di sogni di gioventù. Moto che scendono a prezzi umani con il passare degli anni, o semplicemente tornano a essere acquistabili dopo essere state introvabili per tanto tempo. Magari esemplari con tanti anni ma pochissimi chilometri: sono pochi ma esistono, e non bisogna farseli scappare perché potrebbero presto diventare mezzi unici da collezione.

 

Il modello che abbiamo scovato oggi è una Yamaha TZR 250, una delle ultime due tempi racing-replica prodotte: prima le Case giapponesi e successivamente Aprilia (rimasta l'unica a proporre la sua RS spinta da propulsore Suzuki) si sono arrese alle norme anti-inquinamento sempre più stringenti che hanno reso sempre meno allettante la produzione del motore 2T.

Nata nel 1986 come bicilindrica parallela, la TZR si è evoluta successivamente seguendo lo schema della sorella da GP con cilindri girati e finalmente lo schema a V sulla versione 3XV, prodotta dal 1991 al 1994. Successivamente alcuni (fortunati) mercati ricevettero la TZR 250SP, rimasta in produzione fino al 1996 e non sempre omologata per l'uso stradale.

 

La Yamaha TZR 250 terza serie in una foto dell'epoca
La Yamaha TZR 250 terza serie in una foto dell'epoca

La terza serie - quella in oggetto - era una profonda evoluzione della moto precedente. Il bicilindrico a V, con ammissione lamellare e alimentazione a doppio carburatore Mikuni a valvola piatta controllato da una centralina tutta nuova erogava 45 cavalli a 9.500 giri e riusciva a far superare alla TZR i 180 all'ora. Inutile dire che mettendo le mani nei posti giusti la potenza aumentava sostanziosamente e la velocità massima superava agevolmente i 200.

Anche la ciclistica era stata rivista in maniera sostanziale, iniziando con l'adottare cerchi da 17" ben più moderni ed in linea con la produzione dei gommisti. La forcella diventa a steli rovesciati, e al posteriore il forcellone segue l'esempio della TZR da Gran Premio, con la capriata di rinforzo che dal lato inferiore passa a quello superiore. Si tratta di una moto molto ricercata perché poco presente sul nostro mercato, dove Suzuki RGV e successivamente Aprilia RS andavano per la maggiore.

 

L'esemplare che vi presentiamo è splendidamente tenuto, con un chilometraggio proporzionato all'età e curata da un proprietario evidentemente "malato" di due tempi. La moto in oggetto perde qualcosa in termini di originalità per le sovrastrutture della versione SP, ma il prezzo è comunque allettantissimo: si tratta di una moto le cui quotazioni sono destinate a salire.

 

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  • Cilindrata 250 cc
  • Potenza 50 cv
  • Peso 128 kg
  • Sella 760 mm
  • Serbatoio 16 lt
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