La FMI si batte contro la discriminazione ad ogni costo

La FMI si batte contro la discriminazione ad ogni costo
9 novembre 2004
Un mezzo a due ruote si muove nel traffico cittadino ad una media di 26 chilometri l’ora, con tempi almeno dimezzati rispetto a quelli delle automobili. Lo stesso conducente occupa inoltre un quinto dello spazio, in sella ad un mezzo a due ruote, rispetto a quando si trova alla guida di una vettura. La volontà recentemente espressa dalle Autorità comunali di Roma, di eliminare dalla circolazione i mezzi con motore a due tempi privi di omologazione Euro 1 o Euro 2, rischia di mettere in grave difficoltà molti cittadini della Capitale. Il possibile divieto andrebbe infatti a colpire la fascia più debole degli utenti, quelle persone ‘’obbligate’’ a mantenere la proprietà di un veicolo non aggiornato, in quanto prive della disponibilità economica necessaria alla sostituzione. Nel corso del 2003, peraltro, sono stati immatricolati nell’area del Comune di Roma 40.000 motoveicoli, su un totale di 50.000 nell’intera Regione Lazio, mentre altri ne saranno acquistati nel prossimo futuro, grazie agli incentivi annunciati dalla Regione stessa. Il ricambio del parco circolante è dunque in corso, in modo continuo e progressivo, senza alcun bisogno di essere penalizzato da imposizioni d’ufficio, che difficilmente porterebbero a risultati degni di nota. Mentre infatti i veicoli ‘’incriminati’’ sono colpevoli di rilasciare nell’aria circa il 15% di PM 10 (le cosiddette ‘’polveri sottili’’), i veicoli commerciali ne sono la fonte per circa il 40% del totale. Una percentuale decisamente maggiore: sia per quantità di emissione, sia per durata nell’arco della giornata. La Federazione Motociclistica Italiana, nella persona del suo Presidente Paolo Sesti, ha recentemente inviato una lettera al sindaco di Roma Veltroni e agli assessori Esposito (Politiche Ambientali e Agricole) e Di Carlo (Mobilità), per sottolineare come i provvedimenti previsti sarebbero di dubbia utilità pratica, ma di sicuro danno per una ampia fascia di cittadini meno abbienti della media. La FMI ha inoltre attirato l’attenzione delle Autorità comunali sui mezzi di interesse storico e collezionistico con più di venti anni di età, iscritti nei Registri Storici (già inquadrati nella casistica prevista dall’articolo 60 del Codice della Strada). Veicoli esentati dall’obbligo del cosiddetto ‘’bollino blu’’ in ragione del loro valore e dell’opportunità della loro conservazione. Proibire la circolazione di questi mezzi, dei quali è necessario invece incentivare la conoscenza e la conservazione, vorrebbe dire condannarli a morte certa, per assoluto disinteresse dei rispettivi proprietari a mantenerli in vita senza poterli utilizzare.

Argomenti