ASAPS compie 20 anni: "Ancora troppe vittime sulla strada"

ASAPS compie 20 anni: "Ancora troppe vittime sulla strada"
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In sessant'anni 400mila morti sulle strade. Al convegno per i 20 anni di ASAPS il presidente Giordano Biserni ha ricordato le battaglie vinte in questi anni, dai cavalcavia agli etilometri, e quelle ancora da combattere
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30 maggio 2011

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Dagli anni '50 a oggi sui 440 mila chilometri di strade italiane 400mila persone sono morte e 14 milioni sono rimaste ferite. “Praticamente in sessant'anni abbiamo perso una città come Firenze, mentre presunte emergenze come l'Aviaria e Mucca Pazza conquistavano l'attenzione dell'opinione pubblica”. Cifre impressionanti che Giordano Biserni, presidente di ASAPS, ha snocciolato al convegno per i 20 anni di ASAPS che si svolge oggi a Forlì.
Rivendicando però risultati altrettanto importanti: l'annus horribilis per le vittime della strada fu il 1972, con 12mila morti. All'inizio degli anni Novanta, quando nacque l'ASAPS, erano 8mila. Oggi sono la metà. “E l'obiettivo che ci diamo da qui al 2020 – ha detto Biserni – è quello di dimezzare ulteriormente questa cifra”. 

La storia dell'ASAPS

Anche perché la storia di ASAPS è una storia di scommesse vinte. Arrivare ai 20 anni, prima di tutto e diventare un punto di riferimento nazionale per la sicurezza stradale.
Ma anche la numerazione dei cavalcavia, “la nostra prima battaglia negli anni Novanta, quando tutti ci davano dei pazzi”, la battaglia senza quartiere contro l'abuso di alcool e l'incentivazione degli etilometri, la strenua lotta contro l'innalzamento del limite ai 150 all'ora, che ci farebbero consumare e inquinare di più senza risparmiare tempo in modo significativo. E poi la patente a punti, la difesa del sistema di tutor autostradale, “e la precisa volontà di arrivare alla confisca della macchina in caso di abuso di alcool, portata a casa con grande convinzione e grande forza”.
Biserni ha poi puntato il dito contro la distorsione della comunicazione che avviene quotidianamente sui media, dove vengono celebrate la positività dell'alcool e la potenza dei veicoli, “che vengono filmati mentre viaggiano sempre su strade meravigliose e libere, mai sull'E45 o sull'A3.Per rimediare a questa asimmetria, che è anche e soprattutto di mezzi economici, abbiamo deciso sin dall'inizio di puntare sulla comunicazione, sui nostri strumenti, gli osservatori e il rapporto con gli organi di informazione, grazie al quale abbiamo ottenuto grandi risultati”.

Anche noi di Moto.it ringraziamo l'ASAPS e i suoi uomini per il prezioso lavoro svolto e, con l'arrivo della bella stagione, rinnoviamo agli amici motociclisti l'invito alla prudenza. Sempre!

 
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