Italiano Enduro, Eventi FMI, CONI. Fino al 3 Aprile…

Italiano Enduro, Eventi FMI, CONI. Fino al 3 Aprile…
Piero Batini
  • di Piero Batini
Sospese tutte le Gare e gli Eventi FMI, poi il CONI ferma tutto fino al 3 Aprile. Saltano le prime 5 prove dell’Italiano Enduro, per esempio. Quanti recinti chiusi ormai vuoti?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 marzo 2020

Pieve di Soligo, 9 Marzo 2020. Niente di nuovo o inaspettato, niente di… definitivo. Si è continuato a stringere la vite delle precauzioni per limitare o contenere la diffusione del CoViD-19, ma lo schema era sempre lo stesso, procedere per chiusure successive, applicare delle soluzioni parziali. Che non hanno funzionato.

La “scusa” per parlarne è il comunicato dell’Italiano Enduro, che sancisce e ufficializza la sospensione dei prossimi due appuntamenti degli Assoluti di Enduro. In questo modo, dopo aver sospeso la data inaugurale di Passirano, saltano in soluzione unica anche le successive due, Arma di Taggia, Imperia, del 12 e 13, e Custonaci, Trapani, del 28 e 29 Marzo. Aggiungendo l’Under23/Senior dell’8 a Alassio, si arriva alla sospensione di sei prove dell’Italiano. In pratica, finché non si potrà e si deciderà di recuperare una o l'altra, metà della Stagione è buttata, rinviata a data da destinare.

Era la soluzione praticabile, finalmente applicata, su scala globale, e la FMI l’ha estesa a tutte le discipline e il CONI l’ha allineata per tutto lo Sport alle decisioni governative globali valide per tutto il territorio nazionale, fino al 3 Aprile. È ancora possibile, a certe condizioni, allenarsi. Ma qui si entra in rotta di collisione con l’opportunità di gravare sulle strutture sanitarie di altre, seppure più tradizionali, incombenze.

Ecco la parte essenziale del Comunicato FMI, rimbalzato da Pieve di Soligo, Maxim.

A seguito delle disposizioni previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’ 8 marzo – disponibile cliccando qui – che sostituisce e integra il precedente Decreto del 4/3/2020, nell’ottica della maggiore tutela e precauzione, anche al fine di evitare diversità interpretative ed applicative, sentito il Consiglio Federale, si dispone che – allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, sull’intero territorio nazionale – si applichino le seguenti misure relative alle attività sportive federali: 

Sospensione delle manifestazioni o competizioni sportive federali di ogni ordine e disciplina motociclistica, a livello nazionale e territoriale fino al 3 aprile compreso.

Sospensione delle attività che si svolgono sotto il coordinamento federale compresi i raduni mototuristici, i corsi per Licenziati, le sedute di allenamento strutturato (collegiali o stage), a livello nazionale e territoriale fino al 3 aprile compreso.

Situazione gravissima

La situazione è diventata gravissima, drammatica. Direttamente e non il problema Coronavirus ha dilagato e si è ingigantito, e i provvedimenti costantemente in ritardo - perché non ci si è pensato prima! -  man mano che la mappa si allargava. Come trovare la soluzione inevitabile… una volta che questa ha perso gran parte della sua efficacia. Se inizialmente si pensava all’esagerazione ora si avverte un senso di frustrante e crescente inefficacia, che è direttamente proporzionale alla crescita esponenziale del contagio e del numero delle vittime.

Rallentate e inibite dalle conseguenze sul piano sociale e economico le procedure sono arrivate sempre in regime di soluzione di emergenza, mai di vera prevenzione. Un effetto tampone, a cascata e quindi un po’ tardi, sempre tardi, quel tanto che basta per non riuscire a arginare il problema.

Si è continuato a chiudere dei recinti ormai vuoti! Come se il problema fosse distribuito su un gran numero di recinti di varia grandezza e numero di ospiti, quindi più o meno importante, pericoloso. Chiuso il cancello troppo tardi, via, avanti con la distribuzione incontrollata e incontrollabile del virus.

Il fatto è che il recinto è uno solo, e non è geograficamente o politicamente delimitato. Il “contrabbandiere” non ha dogane da superare, non guardie che lo possono individuare, fermare e rendere innocuo.

L’unico modo per fermare il contagio è creare delle barriere. Qualche giorno fa pensavo che lavarsi le mani, stare a distanza di sicurezza, non toccare e non toccarsi potesse bastare. Teoricamente la vedo ancora come una barriera. Teoricamente, perché non ha funzionato, è un fatto.

Allora la barriera è invisibile. Starsene a casa. Tagliarsi fuori, allontanarsi e allontanare la possibilità del contagio. Con molto rigore, abbiamo già constatato che l’approssimazione della difesa ha sortito effetti devastanti.

Chiudersi in casa non vuol dire chiudersi al mondo, alla vita attiva, alla produttività. Non in tutti i casi, certo, e questo è un dramma nel dramma.

Tuttavia è la sola soluzione dimostratasi efficace e risolutiva. In Cina hanno fermato il contagio in poco più di un mese, in questo modo.

Costerà caro. Carissimo. Questo è certo. Però sempre più persone hanno capito che bisogna fare così, che se domani mattina non ci consegnano per posta il vaccino magico è l’unica soluzione.

Quindi non ci giriamo intorno. Bisogna fermarsi, restare a casa, limitare l’uscita all’emergenza. Tanto più saremo capaci di organizzare e realizzare la difesa, tanto minore sarà la fattura finale.

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