Eurovespa: terza puntata del viaggio per l’Europa sulla Vespa PK50

Una miniserie in 3 puntate per i 15.580 chilometri in solitaria invernale
26 aprile 2018

Nell'inverno del 2015, ispirato dai libri di Giorgio Bettinelli, Simone ha percorso le strade d'Europa a bordo di Peyton, la sua Vespa PK50, compiendo il più lungo viaggio a bordo di un 50cc. Moto.it seguì il suo viaggio tappa dopo tappa. Ora quel viaggio, grazie alla regia di Igor D'India, un videomaker di avventura, è diventato una miniserie in 3 puntate. Ecco la terza parte!

Se avete fatto qualche trekking o anche solo qualche camminata in montagna, saprete bene cosa si intende per “falsa cima”: quel punto che mirate, durante l'ascesa, dicendo a voi stessi che è lì il traguardo, che raggiunto quel punto inizierà la discesa. Poi lo raggiungete e vi rendete conto che la vetta è un po' più in là: il punto in cui siete la nascondeva, ma la cima da raggiungere dista ancora un po'...

Nel libro uscito a dicembre (“EUROVESPA – 15.580 chilometri in solitaria invernale su una Vespa 50”, disponibile su Amazon) ho chiamato l'ultima parte del viaggio “Il lungo ritorno”: la strada verso casa. Senza sapere se ero più felice per il fatto di avercela quasi fatta o più triste pensando che di lì a poco sarebbe tutto finito... Rivedendo il materiale che ho girato durante quest'ultima parte di viaggio, mi sono ritrovato davanti un alternarsi di umori quasi comico: euforia e sconforto, relax e noia, gioia ed impazienza...

EPISODIO I

EPISODIO II

EPISODIO III
L'idea che mi ero fatto pensando all'itinerario, prima ancora di partire, si è scontrata un bel po' di volte con la realtà, come spesso accade. Prima ho affrontato il “ritorno alla normalità”: le strade dritte della Germania, l'atmosfera rilassata dell'Olanda, i docili saliscendi del Belgio... Dopo la lotta con il freddo e la neve nei chilometri precedenti mi sentivo spaesato, non riuscivo a ritrovarmi in sella: sono arrivate la fatica, la noia, le distrazioni che mi facevano sbagliare spesso strada... la solitudine. Mi sono messo a contare i chilometri, e i chilometri non passavano mai. Poi ancora neve e ghiaccio, inaspettati, proprio quando pensavo di essermeli lasciati alle spalle; le lotte con il vento, quasi più dure di quelle con il freddo. Quindi, finalmente, Cabo da Roca, il punto più occidentale d'Europa. Da lì in poi era sì, finalmente, tutta discesa: la strada verso casa. Come un maratoneta che vede il cartello “ultimo chilometro”, non stavo più nella pelle e cantavo con il sole in faccia, mentre l'Italia si avvicinava e iniziava la primavera.

Nella mia testa era un susseguirsi di facce e incontri che mi si attorcigliavano ai ricordi del viaggio, fino a Pontedera. Lì, parcheggiando Peyton accanto alle sue Vespa esposte al Museo Piaggio, l'unica faccia che mi vedevo davanti aveva un bel paio di baffi e il sorriso inconfondibile di Giorgio Bettinelli. E mentre guardavo Peyton e pensavo a Giorgio, riuscivo a dire solo una parola: grazie.