Collezione Yamaha Poggi COMP: un paradiso per gli appassionati

Collezione Yamaha Poggi COMP: un paradiso per gli appassionati
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Pierluigi Poggi ha riunito sotto lo stesso tetto oltre trenta, incredibili, Yamaha da competizione. Un nirvana motociclistico che ripercorre quasi mezzo secolo di storia della casa di Iwata
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
18 febbraio 2013

 E' difficile pensare di trovarsi in visita ad una collezione privata e non all'interno di un museo ufficiale Yamaha nel passeggiare nel capannone che ospita la collezione Poggi, alle porte di Bologna (Villanova di Castenaso, a una manciata di chilometri dall'uscita San Lazzaro di Savena sulla A14). Pierluigi Poggi, titolare di un'azienda che produce trasmissioni meccaniche, ha messo insieme per puro hobby una collezione sbalorditiva che accompagna i visitatori in un viaggio lungo la storia Yamaha che dura quarant'anni.

 

Dalle prime RZ e TZ raffreddate ad aria fino alle MotoGP di Biaggi, Rossi e Lorenzo passando per le 500 di Garry McCoy e la ROC-Yamaha di Marc Garcia e le Superbike/Endurance degli anni 90, una visita alla Collezione Poggi permette di ripercorrere l'evoluzione dello stato dell'arte delle moto da competizione (tutte originali fino all'ultimo bullone, sottolinea con orgoglio il proprietario) ed osservare da vicino tanti gioielli normalmente irraggiungibili. Le TZ 250, 350, 500 - vale la pena di ricordare come Yamaha sia stata la prima Casa a vincere un titolo in 500 con una due tempi - e la terrificante 750, ma anche le 500 degli anni 90, le 250 ufficiali e tante GP dedicate ai privati fanno ricordare come si correva solo vent'anni fa.

 

Luca Cadalora a fianco della sua YZR
Luca Cadalora a fianco della sua YZR

Osservare da vicino come sono cambiate le MotoGP dagli esordi (rappresentati dalla YZR-M1 2002 di Max Biaggi) fino all'attuale moto di Jorge Lorenzo - esposta solo per la giornata di apertura - fa la stessa impressione del vedere l'evoluzione di vent'anni di moto di serie. Dalle finiture spartane e a volte approssimative della prima quattro in linea di Iwata si è passati al "laboratorio su ruote" che è stata la M1 2004 per poi arrivare già l'anno successivo ad un mezzo che ha poco da invidiare ad un'ammiraglia stradale per precisione nei dettagli e raffinatezza di finiture e sovrastrutture.

 

La collezione, riaperta al pubblico la scorsa domenica 17 febbraio dopo il successo dello scorso giugno, è stata visitata da una vera fiumana di persone. Che hanno avuto il piacere aggiuntivo di incontrare il tre volte iridato Luca Cadalora, in visita con gli occhi che brillavano come quelli di un bambino alla vista della sua YZR 250 ufficiale del 1990, con cui quell'anno conquistò il terzo posto nel mondiale con tre vittorie - in Giappone, Austria e Gran Bretagna.

 

Poggi, giustamente orgoglioso della sua collezione, la riaprirà sicuramente in altre occasioni per condividere la sua passione con chiunque voglia vedere (o rivedere) da vicino i suoi gioielli. Se non aveste pazienza, o voleste magari visitarla con più calma, potete contattarlo per un'apertura privata (solo per piccoli gruppi, massimo 8/10 persone) al suo indirizzo di posta elettronica. Tutte le informazioni per raggiungere la collezione Poggi si possono ottenere dal sito ufficiale.

 

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