Arete Americana Ducati 999 CF Special

Arete Americana Ducati 999 CF Special
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Una 999 profondamente rivista nella sostanza, ma soprattutto nell'estetica, per rendere giustizia alla superbike meno apprezzata della Casa di Borgo Panigale. Anche se prima in pista e venduta comunque bene
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
4 luglio 2013

 La Ducati 999 ha fatto storcere il naso a diversi Ducatisti all'epoca della sua presentazione. Un po' per la guida, allontanatasi da quella sportiva e senza compromessi della 998, ma soprattutto per una linea indubbiamente ricercata ma troppo lontana tanto dai canoni delle moto supersportive dell'epoca. E soprattutto per un'estetica, creata dal sudafricano Pierre Terblanche, di netta rottura rispetto ai meravigliosi tratti somatici del capolavoro del maestro Tamburini.

 

Niente paura: a vendicare chi amava la 999, ma anche chi ha sempre pensato che sotto la carenatura della 999 ci fosse comunque una gran moto è arrivato Bryan Petersen di Arete Americana (grafia fonetica anglosassone di quella che noi chiameremmo Arte Americana, per chiarire) che ha rivisitato la Ducati Superbike creando un mezzo decisamente più moderno. Che pone rimedio a qualcuno dei peccati originali della 999, si prende la libertà di ispirarsi alla concorrenza e infila qualche citazione di grande spessore per nostalgici ed intenditori.

 

La linea della 999CF di Arete Americana guadagna notevolmente dall'adozione di codone minimalista e forcellone monobraccio
La linea della 999CF di Arete Americana guadagna notevolmente dall'adozione di codone minimalista e forcellone monobraccio

La base nasce da un telaio 999R su cui viene montato il forcellone monobraccio di una 848; il comparto sospensioni fa affidamento su una forcella Ohlins FGR e il monoammortizzatore, sempre Ohlins, di una 1098S. I cerchi sono Marchesini in alluminio forgiato. L'impianto frenante conta su pinze radiali monoblocco 32/36 controllate da una pompa Brembo RCS. La frizione antisaltellamento è una Yoyodyne (marchio quasi sconosciuto qui da noi ma di grande popolarità negli USA) con coperchio Rizoma; lo scarico è un esemplare unico in acciaio con tubi da 57mm.

 

Tutta la carenatura viene sostituita con quella in fibra di carbonio di Ducati Performance (con l'andamento della prima versione, contraddistinta dalle doppie prese d'aria) mentre la sezione serbatoio/codone, sempre realizzata in fibra di carbonio, è prodotta dalla spagnola Radical. Il codone, una splendida e leggerissima struttura autoportante, fa evidentemente il verso... alla sportiva di un'altra casa italiana, mentre il serbatoio presenta sul lato destro la "finestrella" trasparente che Ducati adottava sulle sue moto da endurance per valutare il livello del carburante.

 

Completano il quadro diversi particolari in titanio, fra cui il perno di sterzo e diversi dettagli di contorno. Non abbiamo un'idea precisa del valore, ma pur non pretendendo che i nostri gusti siano universalmente condivisi ci sentiamo di toglierci il cappello davanti alla realizzazione di Petersen. Se la 999 fosse stata più somigliante a questa, forse, chissà.

 

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