Andrea Adamo, Debriefing Mondiale

Piero Batini
  • di Piero Batini
Le ragioni del trionfo dell’Ufficiale KTM. Il debriefing di Andrea Adamo al termine di una stagione indimenticabile, istruttiva. Quel che conta e quel che deve portare a guardare più avanti. Gli avversari, la continuità
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 settembre 2023

Matterley Basin, UK, 23 Settembre. Il Mondiale MXGP e MX2 è finito in Inghilterra, ma… ha consegnato le corone al tempio del Mottaccio del Balmone, Maggiora, Italia. Mondiale Jorge Prado, e Mondiale Andrea Adamo. Francamente, pur nei limiti di quel che ne so, Prado me l’aspettavo, Adamo no. Fino al debriefing del trionfo, che serve anche e soprattutto a far riflettere. Adamo me l’aspettavo diverso, molto più leggeramente, brillantantantemente ragazzo, magari un pelo superficiale come spesso sono i giovani, che in fondo devono e se lo possono permettere, al cospetto o alla ricerca del successo.

Andrea Adamo mi ha fatto la straordinaria impressione di un ragazzo maturo ben prima e oltre i sacrifici e i risultati del “lavoro”, davanti a sé una visione globale prima ancora che quella della vita da tenere al centro del mirino come un bersaglio. Una bellissima impressione, e da quella mi è sembrato di capire che nel ventenne siciliano neo Campione del Mondo c’è una forza inestinguibile, che del resto mi aiuta a capire meglio quel che è successo.

Pochi, probabilmente, avrebbero staccato la cedola di scommessa di Andrea Adamo Campione del Mondo 2023, e i molti diranno che le circostanze, in fondo, gli hanno dato una mano. Io penso il contrario, cioè che il contesto è stato tutt’altro che favorevole, e meno che mai vantaggioso.

L’unico vantaggio di Andrea, per come la vedo io, stava inizialmente nel fatto di godere della tranquillità concessa da un minimo di anonimato, e dalla conseguente minore pressione sulle sue spalle. Ben presto, tuttavia, sono arrivati i fuochi incrociati. Il Team, che corrisponde a una Marca di valore assoluto e non negoziabile, KTM, e l’avversario favorito, Jago Geerts. Soprattutto, strada facendo, vedevo, e temevo, un Andrea Adamo braccato dalla crescita di un compagno di Squadra il cui nome non può essere dissociato da un cognome letale, quel Liam dal terrificante corredo cromosomico degli Everts.

Penso anche che la verità sia saltata fuori presto, sebbene non vista, e che sia stata messa a fuoco dopo il Gran Premio di Germania quando la tabella rossa è andata definitivamente a Andrea Adamo, e con quella la responsabilità che, se hai la forza di prendertela, ti cambia la vita. Ecco, nella storia di quella tabella mai più ceduta nel corso della stagione vincente, ci son le tracce inequivocabili del trionfo dell’Uomo. Direi anche che c’è la forza… degli agrumi di Sicilia.

Maggiora e quel momento magico.

Andrea Adamo. “Gli ultimi tre giri, poi gli ultimi 2. Dovevo controllare Liam. Poi l’ho visto fermo. Ho pensato due cose. La prima non è quella che pensate voi. Mi sono detto che non era quello il modo, anche se fa parte del gioco, di diventare Campione del Mondo. Poi sì, il pensiero è volato a tenere duro fino all’imminente fine. Il sogno di una vita si stava realizzando.”

Tabelle rosse e attacco al Mondiale?

AA. “No, tabella rossa e cambiamento. 20 gran premi sono tanti, non tutti possono essere affrontati allo stesso modo e con gli stessi obiettivi. Bisogna capire di volta in volta quando si è veloci più degli altri e quando si deve ammettere di essere più lenti. Quelli sono i momenti in cui diventa molto più importante guardare avanti, alla prossima occasione, se verrà, al Campionato.”

Andrea e Liam. Amici e avversari.

AA. “Forse né l’uno né l’altro. Amici non proprio, non nel senso forte, ma molto rispetto reciproco, questo sì. Avversari? Lo scopriamo strada facendo e lo scopriremo più avanti. Quel che conta è che nella stessa Squadra sono cresciuti contemporaneamente due ragazzi, due giovani, improvvisamente pronti… a crescere!”

Mondiale, America, la luna all’orizzonte?

AA. Presto e fuori luogo fare programmi. Finiamo questa stagione, intanto, godiamoci il Titolo. Pensiamoci più avanti (anche a vincere un secondo Mondiale). Intanto no, gli Stati Uniti no. E ora non saprei dire se più avanti sarà diverso.”

Andrea spettacolare e vincente, è quello giusto?

AA. “L’Andrea giusto è quello che si vede nell’arco dell’intero Campionato, su tutto l’anno di gare. Non è l’Andrea sopra le righe in un’occasione o sotto tono in un’altra. Nessun confronto si vince in un suo episodio.”

Allora vincere a tutti i gran premi o…

AA. “… o cercare di andare a podio tutte le volte, tutte le volte che è possibile, dare un senso prolungato di efficienza e di elevato rendimento. Insomma, la continuità prima ancora dell’exploit.”

Per questo una preparazione diversa?

AA. “Già quest’anno ho iniziato con un diverso metodo di preparazione. Credo che sia stato uno degli elementi buoni di una stagione fantastica, insieme al Team, al modo di vedere e intendere le Gare, al crescere di una certa consapevolezza.”

Due correnti a confronto, quella dell’eredità di un nome devastante (Everts), e quella dell’eredità cromosomica… siciliana (Cairoli – Adamo). Quale la più forte?

AA. “Nessun dubbio, la corrente siciliana!”

E su questo vorremmo tornare quanto prima.

Grazie mille e in bocca al lupo!

© Immagini KTM