Amarcord. GP San Marino 1985, Fausto Gresini campione del mondo

Amarcord. GP San Marino 1985, Fausto Gresini campione del mondo
Primo settembre di quarant’anni fa: che ricordi a Misano! Fausto vinse la gara e il titolo 125 con la Garelli, Lavado la 250 (e Reggiani salì sul podio con l’Aprilia), Mamola in 500 si esibì nel fantastico rodeo che Pepi Cereda fu abile a riprendere
28 agosto 2025

Il primo settembre di quarant’anni fa ero a Misano per il GP di San Marino, dodicesima e ultima prova dell’anno. Nel calendario (allora molto breve…) il circuito programmato era Imola, ma la pista del Santerno fu giudicata pericolosa e si cambiò. Ricordo una giornata di sole e assolutamente speciale, non soltanto per me. Ero alla prima stagione per Grand Prix, Italia 1, non seguivo ancora il mondiale per intero, ma Spagna, Mugello, Austria e Misano non potevo perderle.

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Con me c’era l’indimenticabile Cereda, telecamera in spalla: il monzese Pepi Cereda, allora operatore fisso della Formula 1 che quella volta, nel corso delle prove del San Marino, seppe riprendere Randy Mamola nello strepitoso rodeo. Andiamo all’uscita del Tramonto? E proprio lì Randy fece il salvataggio più spettacolare che si fosse mai visto del motociclismo, high side, gambe in aria, atterraggio di testa nel cupolino a pezzi, manubrio ben saldo nelle mani, le due gambe finite sulla destra della Honda, infine largo nel prato, con calma, come se tutto fosse facile e studiato. Cereda lo inquadrò e lo tenne perfettamente al centro dell’inquadratura. Ecco il video.

Ma non è di Randy che vi voglio parlare, ma piuttosto di Fausto Gresini, di Carlos Lavado, di Loris Reggiani e tanti altri. Fausto quel giorno, vincendo la gara delle 125 davanti al compagno di squadra Ezio Gianola e a Maurizio Vitali (MBA), conquistò il suo primo titolo mondiale con la bicilindrica Garelli di Daniele Agrati. L’avrebbe bissato due anni dopo, quel titolo. Nell’86 fu il turno del neo compagno Luca Cadalora.

Fausto Gresini nel mondiale era arrivato tardi, a ventun anni nel 1982, allora si faceva fatica a mettere insieme moto e sponsor. In quella stagione 1985 aveva già colto due successi, al Salz e poi a Spa, ed era quasi sempre sul podio e quattro volte lo avevamo visto scattare dalla pole. La sua stagione clou sarebbe arrivata nell’87 (dieci successi consecutivi e una foratura quand’era in testa nell’undicesimo round), ma già in quel 1985 andava molto forte. Lo intervistavo per la tivù ad ogni podio. Era timido, occhi vivaci, con lui c’era sempre la sua ragazza, Nadia: che era più alta di lui, era silenziosa, aveva un sorriso molto dolce e probabilmente lo teneva calmo. Fausto era forte, tenace, ambizioso e sentiva la gara.

L’85 fu la stagione della famosa doppietta di Spencer con le Honda, 250 e 500, ma in quell’ultima gara Freddie non c’era, si era infortunato al pollice in allenamento e poi i titoli erano già vinti. La gara delle 500 andò a Lawson su Gardner e Mamola, Uncini sesto. E proprio quel giorno a Misano Franco Uncini annunciò il suo ritiro: il primo settembre del 1985 si fermava il campione della classe 500 della stagione 1982 in sella alle Suzuki ufficiali gestite dal team Gallina.

In duemmezzo vinse Carlos Lavado, 29 anni, venezuelano di nascita e romagnolo di adozione, uno dei piloti più forti che abbia mai conosciuto. Legato a Yamaha (era debitore all’importatore Ippolito di Venemotos, che lo aveva lanciato), Carlos aveva vinto alla grande il titolo mondiale 250 dell’83, ma in quell’85 contro le Honda di Spencer e di Mang non c’era storia. Pur in inferiorità tecnica, Lavado aveva già vinto al Jarama, aveva perso due volte di misura ed era partito ben cinque volte dalla pole. Era un vero fenomeno, e non a caso avrebbe conquistato il suo secondo titolo l’anno dopo, dominando con sei vittorie, battendo Sito Pons e un nugolo di Honda.

Ebbene a Misano, fuori Spencer, Carlos battè sonoramente Toni Mang e sul terzo gradino del podio chi salì? Loris Reggiani, al primo anno con l’Aprilia. Ivano Beggio era entusiasta: la 250 tricolore con la grande A era già competitiva all’esordio! Loris era salito sul podio una prima volta in Jugoslavia, insieme a Spencer e Lavado, ma qui a Misano chiuse a soli 13” e fu una bella impresa. Davanti al suo pubblico e proprio dove, due anni dopo, avrebbe colto la prima, storica, vittoria iridata di Noale.

Che giornata!

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