Dakar 2024: Franco Picco, dove sei?

Dakar 2024: Franco Picco, dove sei?
Piero Batini
  • di Piero Batini
Al tappeto durante la 12ma tappa, Picco si è rialzato, ha sofferto e concluso la sua 29ma Dakar. Un mito che vorremmo riposizionare alla quasi vigilia della 46ma edizione e che presto potremo rileggere nel profumo di stampa del suo libro...
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 agosto 2023

Vicenza, 24 Agosto 2023. 13 Gennaio 2023, Franco Picco tira il cappottone dell’anno e si rompe la mano destra (lussazione e frattura della base del pollice). Il dolore è insopportabile, mancano due tappe all’arrivo della 45ma Dakar. Al bivacco di Shaybah i medici gli chiedono come preferisce essere rimpatriato. Franco li guarda stupiti, poi storto. Di cosa stiamo parlando? 675 chilometri per la penultima tappa, 417 per l’ultima, con la Speciale di 136. Alba del 14 Gennaio, il cielo è lattiginoso, Franco va dall’amico dottore del Team XXX, si fa fasciare stretto e fare la puntura che toglie, o meglio rimanda, il dolore, stringe anche i denti e si porta al via della Speciale. Due capisaldi. Uno: di fermarsi non se ne parla. Due: Iader Giraldi, Eroe dei Privatoni per la Vendetta degli Sfigati, cui non davano due tappe, è al via della penultima, lo sarà dell’ultima e si mette a disposizione di Franco…

Di solito l’ultima prova della Dakar è un pro-forma chilometrico, una passerella. Vero è che proprio in quell’ultimo strappo Kevin Benavides e Toby Price si giocheranno la vittoria, arrivandoci separati da 12 secondi, ma per Picco, alla 29a partecipazione, l’imperativo è tagliare il traguardo. Glielo chiede l’istinto dell’irriducibile, gliel’ha chiesto Fantic, che dalla 4a tappa può contare solo sulla Leggenda di Vicenza e della Dakar. La pista dell’ultima Speciale è devastata dalla pioggia, così, contrariamente alla tradizione, gli inferni diventano due. Bastano pochi chilometri per capirlo, e lì la Leggenda se ne esce con la frase epica e altrettanto leggendaria che fisserà per sempre il contesto: “Siamo nella m***a!”

E allora, Franco, abbiamo ancora la pelle d’oca per quell’ennesima impresa, ma forse è ora di aggiornarci. 29 Dakar, siamo ormai alla viglia della tua 30ma? Ci sarai? Si dice che ASO, l’Organizzatore, abbia posto un tetto di età alla partecipazione, e che tu saresti oltre, quindi out. Come funziona?

Franco Picco. “Dillo a me! Quegli ultimi due giorni sono stati davvero un’odissea, soprattutto l’ultimo che di solito è una passeggiata, quasi una formalità. Non mi sarei fermato per nessuna ragione al Mondo, sia chiaro, avrei finito pur straziato dal dolore. In fondo “funzionalmente” ce la potevo fare. Certo, devo dire che l’intervento di Iader è stato provvidenziale, un supporto fisico e, soprattutto morale, decisivo. E ora, sì, ci avviciniamo alla Dakar 2024. Dunque funziona così: ASO logicamente tende a favorire la partecipazione dei giovani, e quindi si pone il problema di limitare il numero degli “anziani”. Il Regolamento federale, tuttavia, fissa come unico requisito il possesso della licenza. D’altra parte ASO non riceve indiscriminatamente ma accoglie o rifiuta a proprio, insindacabile giudizio, e in ogni caso, da qualche anno, impone degli esami di ammissione. Gli aspiranti dakariani devono acquisire le credenziali partecipando e portando a termine altri Rally titolati. Non è il mio caso, ovviamente. Ecco, questa è la situazione. Non esiste un tetto di età, ma ASO si riserva il diritto di lasciarti a casa, anche solo perché hai un brutto muso, senza alcuna giustificazione.”

Quindi possiamo supporre che sarai al via della 46a edizione, la tua trentesima avventura dakariana?

FP. “Si e no. Capisco che è una risposta stupida, ma mi spiego meglio. Intanto nulla è ancora fissato tassativamente, la situazione deve essere ancora definita in seno a Fantic e ufficializzata. Dall’edizione 2022 ho un accordo con Fantic, che vige anche per la prossima edizione. L’idea è che io ci sia, ma in veste di ambasciatore del Marchio e con una funzione da mettere meglio a fuoco. Quindi sì, sarò alla Dakar Arabia Saudita 2024, ma con tutta probabilità non in sella ad una Moto.”

E non ti dispiace?

FP: Francamente non mi pongo troppo la questione. Ho partecipato alla Dakar in tutte le forme possibili, non l’ho fatta solo con un SSV, e questa sarebbe un’altra esperienza, da aggiungersi alla mia e magari utile alla Squadra, che è stata ristrutturata e che si presenterà al via con uno schema assolutamente interessante. Non chiedetemi di più, certamente sapremo tutto a breve… Se poi mi chiedi se sarei ancora in grado di farla, per fisico e voglia, posso dirti che, sì, sono tornato in forma e mi piace ancora – eccome! - andare in Moto. Ma questa è una considerazione di ordine generale. All’esperienza che mi hanno proposto ci penso con molto interesse.”

Posso chiederti, quindi, come hai impostato la stagione in corso, tra “ufficio” e piste? Come ti “prepari” ad essere ambasciatore e come vai in Moto, parlo dei tuoi viaggi?

FP. “Per cause… casuali, ho organizzato una festa post Dakar che ha avuto un grande successo e… un mezzo insuccesso. Volevo ringraziare tutti, partner, Fabbriche e tifosi, ma a metà della festa è venuto giù il finimondo e abbiamo dovuto interrompere. Immediatamente ci siamo detti che avremmo recuperato con un bis, e poco dopo ho pensato che l’idea doveva essere portata più vicino agli appassionati più lontani. È nata, così, idea di “replicabilità” della festa in altri luoghi, altre Regioni, e questo faremo. Dal punto di vista dei viaggi e dell’andare in moto, attualmente sono molto “caldo” con l’Oman, dove ho portato giù delle Fantic da Enduro e dove organizziamo dei viaggi-escursione da sogno in un Paese meraviglioso. Sto cercando anche di tornare a organizzarne in Egitto, che è stata la culla della mia attività per lunghi e bellissimi anni. Ci sono un po’ di ostacoli, prevalentemente di ordine burocratico, ma ci dovrei riuscire. A breve, forse, un nuovo-antico, affascinante programma.”

E per saperne di più sul tuo conto, sulla tua storia? Da un po’ si parla di…

FP. “Beh, sì, ci siamo. Durante una delle prossime feste di cui si parlava prima, presenteremo il mio libro, la mia storia nella trasposizione letteraria. In quelle pagine ho messo tutta la mia, lunga carriera, e visto che ho qualche annetto, direi che c’è una bella parte della Storia della Dakar e dell’avventura dei Rally-Raid.”

Che bello! Capito. Pensavamo di chiederti se sarai al Transanatolia, l’interessantissima Avventura agonistica turca di fine estate, o se intendessi schierarti ancora all’Africa Eco Race, ma vedo che, per motivi diversi, non è cosa. Per associazione di idee, comunque, ti chiedo un parere sul successo crescente che stanno ottenendo le nuove bicilindriche, sia dal punto di vista commerciale che, appunto, sportivo…

FP. “Le nuove bicilindriche, declinate da più Fabbriche e sempre più intensamente legate alla partecipazione sportiva, ove possibile, sono una realtà molto interessante, affascinante. Da un punto di vista commerciale credo che stiano occupando i sempre maggiori spazi lasciati liberi dalle stradali iper sportive. Dal punto di vista sportivo, mi sembrano una bella via di partecipazione meno “appuntita” e, magari, più evocativa. Le moto che si vedono nascere e preparare per Europa, Africa, USA e Asia, sono sempre più performanti e accessibili, e dal confronto tra le idee e le realizzazioni della Case si assiste a una tendenza, quasi una moda, che pone in evidenza una prospettiva davvero niente male.”

Dai, dicci della nuova Squadra Fantic per la Dakar…

FP. “No, mi dispiace, non me lo chiedete. Ambasciator non porta pena quindi non dovete avercela con me. La cosa più importante l’ho già detta, sarà un progetto molto interessante, quindi posso solo dirvi di aspettare e di avere fede!”

Bene, vuol dire che pazienteremo. Intanto In Bocca al Lupo per ogni tua nuova Avventura!

© Immagini ASO Media, Red Bull Content Pool, DPPI

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