Dakar 2021. Red Bull KTM Factory: Ready to Race the Dakar 2021

Dakar 2021. Red Bull KTM Factory: Ready to Race the Dakar 2021
Piero Batini
  • di Piero Batini
La formazione ufficiale KTM guidata da Jordi Viladoms ha terminato la preparazione in vista della Dakar Arabia saudita 2021. Price, 2 vittorie, Sunderland e Walkner, una ciascuno, e il neo acquisto Daniel Sanders
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 dicembre 2020

Mattighofen, 3 Dicembre. C’è una Squadra che ha vinto la Dakar ininterrottamente dal 2001 al 2019, per poi prendersi… una pausa quest’anno, e che è pronta a lanciare la sfida della riscossa. È il Red Bull KTM Factory Racing Team, “dipartimento” Dakar. Ne fanno parte Toby Price, due volte vincitore della maratona, Matthias Walkner e Sam Sunderland, una vittoria ciascuno, e da quest’anno, anzi da qualche mese soltanto, anche Daniel Sanders.

Il giovane australiano è nuovo del “mestiere”, ma è un asso della sua specialità, un nome già assai ben conosciuto nell’Enduro, avendo già dimostrato il proprio valore di fuoriclasse alla Sei Giorni Internazionale di Enduro con la Squadra del suo Paese.

Jordi Viladoms, il grande ex Pilota e Team Manager della Squadra ufficiale KTM, l’ha scelto e ora investe sul giovane alle prime armi contando sul suo talento di “trasformista”. Il passaggio da una disciplina ad un'altra del Motor Sport non è mai facile, e quella da una qualsiasi verso la Dakar, poi, tutto meno che scontata. Anzi, ogni volta è un vero mistero e un’autentica scommessa. Ci sono, infatti, due scogli affioranti nell’oceano del Rally-Raid, che vanno riconosciuti e affrontati con grande saggezza e cautela. Uno è la navigazione, l’altro la velocità.

Il Team è pronto.

In verità, quest’anno i test della nuova Moto con il Team riunito sono iniziati tardi, a settembre, e in condizioni non certo ottimali. Poche gare, molti annullamenti e circostanze proibitive. Dunque si è arrivati al Raly Andalucia quasi senza provare, se non sporadicamente su terreni duri e assai poco significativi sotto il profilo di quello che ci si deve aspettare dalla Dakar. Poi è arrivato il Rally organizzato da David Castera in sostituzione del cancellato Rally del Marocco, e finalmente una completa sessione di test a casa di Sunderland, a Dubai. Se l’imminente Dakar sarà caratterizzata, come promesso e contrariamente a quanto si è visto nella prima edizione in Arabia Saudita, da un maggior “coefficiente” di sabbia e di dune, il test potrà dirsi probante a tutti gli effetti e soprattutto un ottimo riferimento per quanto riguarda la performance di Sunderland, uno specialista della guida sulle dune.

D’altra parte è stata anche promessa una Dakar molto più tecnica e guidata, il più ovvio degli espedienti di Castera per abbassare le velocità media e di punta accrescendo la sicurezza, e in questo caso il percorso potrebbe far gioco a Mathias Walkner, che ha già dimostrato la sua bravura e intelligenza di gara in in quei casi dove il rebus di navigazione e tattico è risultato particolarmente complicato e difficile da risolvere.

Se poi dovesse essere una Dakar difficile e oltremodo dura, cosa che non capita troppo di rado, allora potrebbe essere la Dakar “giusta” per Toby Price, il Pilota che non si piega di fronte alle difficoltà e men che meno si spezza nelle condizioni più ostiche (questo aspetto delle qualità dell’australiano sono già state dimostrate… e contraddette quando Toby vinse la Dakar 100% Perù con un polso fratturato, facendo (quasi) finta di niente.

Quale che sia la “natura perversa” della Dakar in arrivo, una cosa è certa: sarà la palestra ideale per “svezzare” Daniel Sanders. Tecnica da vendere, buoni “sintomi” di velocità (non nuovi tra i Piloti Down Under), adesso è compito di Viladoms (e dell’intelligenza del Pilota) controllare tutto il potenziale e trasformarlo in una buona dose di esperienza da investire nel futuro. Del Pilota e della Squadra. Per questo, come in altri casi, l’ordine di scuderia è uno solo: finire la Dakar, senza alcuna pressione di risultato o di prestazione. I

L’imperativo è imparare a “sdoppiare” il cervello per sviluppare le doti necessarie alla navigazione, e usarlo molto, il cervello, per evitare di esagerare e incorrere in quell’errore che porta spesso con il culo per terra (in tutti i sensi).

 

La battaglia si prospetta come sempre dura, e per il Red Bull KTM Factory Racing Team lo sarà certamente ancora di più dal momento che l’obiettivo per la 43ma, prossima edizione della Dakar è ancor meno elastico e negoziabile (checché se ne dica è certo che la sconfitta da parte del pur bravissimo e meritevole Ricky Brabec sicuramente brucia ancora). KTM punta alla tabella numero 1, e i “Killer” al suo servizio sono sicuramente adatti ala situazione, già più volte i migliori. Manca giusto un mese, e cominceremo a rendercene conto.

 

© Immagini KTM Media

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