Dakar 2014, Rest Day. La situazione alla ripresa delle ostilità

Dakar 2014, Rest Day. La situazione alla ripresa delle ostilità
Piero Batini
  • di Piero Batini
La Dakar delle moto va in Bolivia e affronta la seconda tappa Marathon. La prima parte del Rally è stata durissima, e caratterizzata da una selezione severissima | P. Batini
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
12 gennaio 2014

Punti chiave

 

Salta, 11 Gennaio. La Dakar riprende alle 04:30. Sveglia di notte dopo la giornata di riposo, e divisione della carovana. Al “bivio” di Salta, moto e quad passeranno in Bolivia per disputare la seconda tappa marathon del Rally con il bivacco di Uyuni, mentre auto e camion resteranno in Argentina per disputare la tappa ad anello Salta-Salta. La carovana si ricongiungerà quindi il giorno successivo oltre le Ande a Calama, per vivere nel deserto di Atacama la fase cruciale e finale della corsa.

Al giro di boa della giornata di riposo è ancora azzardato, se non fuori luogo, fare delle previsioni, ma è già possibile dire chi non vincerà, basandoci sulle indicazioni ovvie dei ritiri o dei major problems patiti da questo o quel pilota o equipaggio. Tutte le categorie di partecipazione restano virtualmente aperte, pur in taluni casi mettendo in mostra una tendenza più o meno chiara.


Moto


La gara delle moto ha più che dimezzato il numero dei suoi favoriti. Francisco “Chaleco” Lopez è caduto nel corso della sesta tappa, ha distrutto la moto ed è già a Santiago per farsi operare alla mano offesa nell’incidente. Cyril Despres è stato rallentato nel corso della micidiale terna di tappe prima di Tucuman da un prolungato problema elettrico, e accusa il salto di un waypoint che lo trattiene inesorabilmente all’undicesimo posto, con quasi due ore e mezza di ritardo dalla testa della corsa. Paulo Gonçalves, il Campione del Mondo, infine, ha visto andare letteralmente in fumo una corsa già compromessa da un errore di navigazione per l’incendio della sua Honda.

Marc Coma, che non aveva potuto partecipare alla scorsa edizione per un infortunio patito in Marocco, è saldamente al comando, con 42 minuti di vantaggio su Joan Barreda e un’ora sulla lieta sorpresa di questa Dakar, Alain Duclos che, in sella ad una Sherco molto performante, è terzo a un’ora.

E' molto difficile che Marc possa perdere questa edizione

Restando sul teorico, è molto difficile che Marc possa perdere questa edizione. Quasi impossibile che il catalano, che ha già vinto tre volte la Dakar, commetta un errore così importante. Coma ha già perso la Dakar due volte, una per la pressione e una per una distrazione, e in entrambi i casi la vittoria è andata a Despres, che ora è virtualmente fuori gioco. Difficile che commetta un terzo errore, e la nuova KTM non ha disatteso e si dimostra veloce e affidabile.

Joan Barreda,
che è l’ultima credenziale giocabile dell’armata Honda, è stato in testa per quattro tappe, potendo contare su un vantaggio che è salito fino a 13 minuti, ma poi ha rovinato tutto nella quinta tappa, con qualche problema di alimentazione e un errore di navigazione che è apparso fuori luogo. La nuova Honda e il Pilota sono velocissimi, ma il giovane talento spagnolo ha perso l’occasione di agganciarsi alla corsa dei più esperti avversari e, succhiando la loro ruota, mantenersi a contatto e amministrare. Tutto può succedere, è la Dakar, lo dicono Coma e Barreda rivelando da punti di vista diversi solo una parte dei loro pensieri, non fosse altro che per scaramantica diplomazia, ma il compito “medio” di Barreda, per quanto veloce e fortunato, è adesso quello di recuperare, nelle sette tappe che restano e a un Campione esperto come Coma, sei minuti al giorno. Sono molti. Teoricamente troppi. Di conseguenza le chances di Alain Duclos, Jordi Viladoms e dell’altra sorpresa cilena, Israel Esquerre, sono ridotte al lumicino.
 

Paolo Ceci
Paolo Ceci

In gara, per i nostri colori restano adesso due Piloti, Paolo Ceci e Luca Viglio. Ceci è anche in buona posizione, ma in entrambi i casi parlare di classifiche è fuori luogo. Paolo, infatti, corre questa Dakar con la funzione di portatore d’acqua del boliviano Juan-Carlos Salvatierra, e per Viglio la missione è vendicare la sfortunata partecipazione del 2013, anche e soprattutto per zittire gli amici e compagni di quell’impresa, praticamente storica, che portò Rampolla e Napodanno, ma non Luca, a sventolare le insegne di Endurology sul podio di Santiago.
Resta da vedere in che modo il valzer dei motori influenzerà la classifica generale, tenendo conto che il primo cambio di propulsore costa al Pilota 15 minuti di penalità.
 


Quad


Tra i Quad non c’è alcuna ipotesi così forte da poter essere controfirmata. Intanto la corsa dei quattro ruote è particolarmente colpita dalla selezione “tecnica”, come, in qualche modo, in un ideale ritorno a quel passato in cui i “Quadri” non potevano sostenere la durezza di una Dakar. E poi, sin dal secondo giorno, è stato costretto al ritiro il maggior favorito alla vittoria e leader dal giorno precedente, il Bi-Campeon Marcos Patronelli, uscito di scena nella terza tappa, quella del trial ai 4.300 metri dell’Aconcagua, con il tempestivo lancio del quad giù in un precipizio per salvare la pelle. Da allora sono stati in testa alla corsa il polacco Rafal Sonik, il cileno Ignacio Casale e l’uruguaiano Sergio Lafuente, che è al comando dalla quinta tappa. Lafuente riprende la corsa verso la  Bolivia con venti minuti di vantaggio su Sonik, che a sua volta regola di soltanto un paio di minuti Casale.
Camelia Liparoti
Camelia Liparoti


Sebastian Husseini, a oltre tre ore, è virtualmente fuori gioco, ma i tre di testa possono ancora giocarsela apertamente e, al momento, non possono permettersi il lusso di mettere in atto particolari tattiche attendiste. Come per la PanDakar di Verzeletti, un encomio particolare e “inevitabile” va a Camelia Liparoti, in gara con un quad Yamaha e sedicesima assoluta, penultima degli scampati tra i quad. La “piccola” italiana, che però vive in Francia, ha messo in mostra caratteristiche di determinazione e di indistruttibilità che vanno ben oltre quelle già dimostrate con i quattro Titoli iridati conquistati e le cinque Dakar disputate.

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