Africa Eco Race. D-10. Il giorno di Giovanni Gritti (Honda)

Piero Batini
  • di Piero Batini
L’avanzata italiana sul fronte di Africa Eco Race assume proporzioni importanti. A Idini, ultima tappa in Mauritania del Rally, si impone un altro debuttante di talento. Ora si passa in Senegal, corsa agli sgoccioli, molto interessante.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
18 gennaio 2020

Idini, Mauritania, 17 Gennaio 2020. L’avanzata italiana alla 12ma edizione di Africa Eco Race si fa imbarazzante… per la concorrenza. Ancora una vittoria italiana, ancora un nome nuovo che “svela” il suo talento e la sua adattabilità alle difficoltà del Deserto. È Giovanni Gritti, un nome di peso tra le Valli e oltre che, al culmine di una bella e costante progressione, dopo due secondi posti scrive il proprio nome nell’albo d’oro della “Corsa a Dakar” vincendo la decima Tappa tra Tidjikja e Idini.

 

Alla guida di una Honda-RedMoto CRF (F starà forse per Fernando?) 450 RS Rally, ovvero una delle belle creature di Simone Agazzi, Gritti ha sfruttato la sua posizione di partenza con una disinvoltura da manuale. È risalito sui battistrada che gli aprivano la pista e, una volta ricongiunto al gruppetto che da dieci giorni batte il ritmo di Africa Eco Race, non ha corso rischi e ha sorvegliato quella che andava materializzandosi come la sua prima vittoria in Africa. Parte del “lavoro”, sicuramente stressante, gli è stato poi risparmiato dall’accorciamento della Speciale, interrotta alla neutralizzazione del rifornimento al chilometro 255 per un forte vento di sabbia e per dar modo agli elicotteristi di recuperare gli “incidentati” del giorno, e conclusa in trasferimento fino al bivacco di Idini.

 

Botturi & Lucci

 

L’arrivo in gruppo degli “animatori” del Rally ha generato un nuovo capitolo di modificata stabilità, dal copione del quale si è discostato solo Poskitt che, nonostante partisse in posizione favorevole, ha accusato un ulteriore ritardo chiudendo la Speciale non oltre il settimo posto. Diremmo che l’inglese è stato “punito” dalla comitiva degli “azzurri” che non si sono lasciati riassorbire ma, anzi, si sono “tirati” a vicenda per distanziare ulteriormente l’”intruso”.

 

È il caso di Botturi e Lucci, che ornai ben sincronizzati si dividono il “lavoro sporco” producendo ogni giorno risultati e contenuti di grande valore. Lucci partiva per primo, in virtù della vittoria dell’anello di Tidjikja, e era condannato a patire, Botturi ha fatto da “elastico”. Lucci, ormai una vera volpe del deserto, ha accusato il “guasto” di un tripmaster, si è fatto riprendere da Botturi e i due hanno scaldato la giornata supportando la campagna di Gritti. Il gruppo compatto degli italiani ha accettato come unico ospite il solito Ullevalseter, e i magnifici quattro dell’Ave Maria hanno guidato la carica alla decima Tappa.

 

Giovanni Gritti

Il Gritti figlio d’arte, che oggi ha qualcosa da insegnare, ha così vinto davanti a Ullevalseter e Botturi, Lucci al quarto posto davanti all’”anziano” Czachor e al giovane Dabrowski. Poskitt, l’abbiamo detto, settimo.

Classifica generale sempre ermetica, o forse no, un po’ meno. Ullevalseter ha infatti recuperato due minuti dei quattro che aveva di ritardo rispetto a Botturi, ma a questo punto è possibile fare due conti più seri. Botturi, infatti, partirà alle spalle del norvegese in quella che, di fatto, è l’ultima Speciale di peso dell’Africa Eco Race 2020, la Idini – Teverit di appena 187 chilometri, il resto della Tappa sarà impegnato dal trasferimento alla volta della mitica Saint Louis.

Analogamente, e tatticamente al contrario, Lucci ha la possibilità di controllare l’overdose di bile di Poskitt e proteggere il terzo posto assoluto che ha brillantemente guadagnato.

La giornata conclusiva del Rally, infine, sarà riservata alla corta e iconica Speciale tra le rive dell’Atlantico e la spiaggia del Lago Rosa.

Dita incrociate.

 

© Immagini AER – Alessio Corradini – Marcin Kin

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