Africa Eco Race 22. La prima di Maurizio Gerini, Husqvarna Solarys

Piero Batini
  • di Piero Batini
Torrente di vicende nel primo giorno di Africa Eco Race. Tappa lunghissima e Speciale corta, caldo torrido e navigazione, un lungo trasferimento per arrivare al primo bivacco. Per Gerini è il battesimo perfetto
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
19 ottobre 2022

Er Rachidia, Marocco, 18 Ottobre. In tre giorni un triplo tuffo. Africa Eco Race 2022 parte come un panzer. 36 ore di traversata del Mediterraneo, bellissimo esempio di crociera “istruzione” di Rally-Raid, lo Sbarco a Nador in un’alba lattiginosa di umidità, e un turbine di chilometri, sbalzi di temperatura e la prima Speciale. Anche la prima scossa di assestamento de sistema. Ottenuto, infatti, un invidiabile primato di velocità al banco della burocrazia del porto di sbarco, opera di Anthony Schlesser, il Rally decide per un’ora di rinvio del calcio d’inizio per far alzare la foschia e gli elicotteri della sicurezza. È l’effetto congegno a orologeria perfettamente calibrato sulle circostanze.

La prova speciale di inaugurazione è breve, diremmo corta, poco più di 90 chilometri, non fosse che si insinua tra piste dure e le gole che tracciano verso Sud, con quella caratteristica piega che è un po’ il purgatorio di inizio della Corsa: bivi, piste sovrapposte, tracce equivoche. In altra parola: navigazione. Fa subito caldo. È bello togliersi la cerata e godere a torso nudo del sole africano di primo mattino, meno piacevole sentirsi ribollire dentro giacca e protezioni quando fatica, caldo e tensione alzano la temperatura.

Temperatura è voce che si spalma su vari livelli. C’è quella dell’impazienza, finalmente partiti, quella del brivido di un bivio incerto, la prima classifica da conquistare, sempre un registro importante. Si va in sovrapposizione di eventi. Maurizio Gerini, prima Africa Ovest, prima Africa Eco Race e primo giorno vince la Speciale di apertura del Rally. Lo fa al termine di un confronto eccellente con Stefan Svitko lasciando indietro l’avversario di oltre un minuto. Niente da fare per gli inseguitori della coppia in fuga, rimasti ancora più indietro. per Gerini è roba da scriversi sul diario. E se non lo fa il ligure più veloce del Mondo, lo aiutiamo noi a registrare.

Certo, vincere una tapa corta vuol dire condannarsi all’apertura della pista della successiva, ben più unga, 447 chilometri, Er Rachidia – Tagounit, ma questo il Pilota Solarys lo sapeva benissimo. C’era in ballo il battesimo del fuoco sulla strada di Dakar e Maurizio Gerini si è preso il rischio. Domani si vedrà. Meglio di lui alla partenza della seconda Speciale saranno, nell’ordine, i piazzati della prima tappa: Stefan Svitko, Repubblica Ceka, KTM, Xavier Flick, Francia, Husqvarna, Alassandro Botturi, Italia, Yamaha. Per tutti questi il vantaggio di poter andare a prendere la polvere degli avversari davanti, il più presto possibile. Sesto Pal Anders Ullevalseter, KTM, il norvegese due volte vincitore del Rally di Jean Louis Schlesser, settimo il compagno di squadra di Botturi, l’apprendista spagnolo Pol Tarres, Yamaha 700 anche lui. I 15 italiani in gara con una moto sono sgranati lungo la classifica. Bene, molto bene Massimiliano Guerrini, con l’altra Husqvarna del Team Solarys e Lucio Belluschi con l’altra Yamaha. Benissimo l’unica donna all’Africa Eco race 2022, Francesca Gasperi con una Honda di Simone Agazzi.

Al primo bivacco di Bousaid, una ventina di chilometri a Sud di Er Rachidia, l’atmosfera è quella che ci si aspetta. C’è ancora gente in pista quando fa buio e i più rapidi e fortunati si raccolgono sotto le tende berbere preparate per far star bene la gente del Rally. Chi è arrivato ha già acceso il fuoco per far scaldare i cuori ai ritardatari, e Jean Louis Schlesser esita a far partire il primo briefing, vorrebbe aspettare tutti. Se le prende, quindi comoda, iniziando con un’ammonizione ai velocisti della strada. Nessun Pilota tra questi, solo alcuni autisti di aut dell’organizzazione. Il segnale, tuttavia, è molto chiaro.

La tappa è stata bella, ma lunga, la fatica ha iniziato a demolire i meno preparati. In fondo in Europa i segnali dell’inverno sono chiari, e 20 gradi in più e all’improvviso son come una legnata. Anche 400 chilometri di trasferimento lasciano il segno, ma ai più è parso il modo più adatto per andare in temperatura gradualmente. Il secondo giorno Africa Eco Race affronterà le dune e i passi di Merzouga e Erfoud, e non c’è da aspettarsi alcuna tappa di transizione o di respiro da qui alla giornata di riposo di Dakhla!

© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini

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