Speciale Pneumatici. Pirelli Diablo Rosso

Interpretare al meglio i desideri dei motociclisti è il compito del nuovo Pirelli Diablo Rosso. L'abbiamo provato per voi, in pista e su strada
15 febbraio 2008


Passano gli anni - per la precisione sono 5 quelli trascorsi dalla presentazione del Diablo - le ciclistiche delle moto si sono evolute, così come i propulsori che hanno incrementato potenza e coppia, mentre frizioni antisaltellamento e sistemi ABS equipaggiano un numero sempre maggiore di moto.

Logico che un grande produttore come Pirelli non sia stato con le mani in mano, ma che anno dopo anno abbia pensato e sviluppato un prodotto che si adattasse al meglio alle moto moderne, potendo fornire prestazioni sempre al top.

Un compito davvero arduo quello di studiare uno pneumatico che possa risultare performante sia su asciutto che su bagnato, con temperature rigide o calienti, ma soprattutto con potenze che possono passare dai 70/80 cv di una naked entry level per arrivare ai 160/170 di una sportiva carenata.

Il lavoro svolto dai tecnici della casa italiana per migliorare il grip ed il comportamento del vecchio Diablo, è iniziato dal concetto di poter ottenere una maggiore area di contatto tra pneumatico ed asfalto attraverso l’uso integrato di tutti gli elementi che compongono una copertura.
Nessuna scorciatoia del tipo: + grip = mescola + morbida.

Rigidità della carcassa, disegno del battistrada e profilo sono le linee guida della tecnologia EPT (Enhanced Patch Technology) utilizzata da Pirelli per la definizione del Diablo Rosso.
La cintura in acciaio a 0 gradi ha un ruolo fondamentale, mentre le tre spire che lo compongono sono avvolte con una particolare tecnica che consente allo pneumatico di assorbire le asperità del terreno pur mantenendo sempre la forma e profilo ottimali.

Per farci apprezzare appieno le caratteristiche del Diablo Rosso, Pirelli ha organizzato un test che si è svolto per metà su strada e per metà in pista. Le moto equipaggiate con il nuovo pneumatico erano naked e supersportive di ultima generazione.

Honda Hornet, BMW K 1200 R, Buell XB12, Yamaha FZ1, KTM SuperDuke, Aprilia Tuono, Moto Morini Corsaro in strada, Ducati 848, Kawaski ZX10, Yamaha R1 e Triumph 675 in pista, sono alcune delle moto che abbiamo testato per voi.
La prima parte della prova, svoltasi su strade aperte al traffico, ha permesso di provare il Diablo nelle più disparate condizioni. Si è passati dai 4° di temperatura delle prime ore del mattino, fino ai 15° di mezzogiorno.
Asfalto asciutto, poi umido, poi bagnato, poi ancora asciutto, ma sporco, insomma di tutto per poter capire il comportamento di uno pneumatico che fa della versatilità di utilizzo un suo pregio.

Le prime sensazioni provate, seppur filtrate da ciclistiche estremamente differenti e da erogazioni di potenza - per non dire di potenza vera e propria -molto diverse, hanno diversi punti di contatto.
Il primo è sicuramente legato alla facilità con cui si entra in sintonia con questo pneumatico. Rapidissimo a raggiungere la temperatura ottimale di esercizio, il Diablo Rosso è una gomma che vanta un comportamento molto equilibrato e caratterizzato da un ottimo grip.
Non velocissimo nei cambi di direzione, ha però dalla sua una notevole rapidità nello scendere in piega, circostanza in cui emerge la solidità di appoggio offerta dalla spalla “nuda”. Così viene definita dai tecnici la parte liscia, cioè priva di intagli, del battistrada all’estremità del Diablo Rosso.

Guidando su asfalto sconnesso, si apprezza la capacità di incassare senza scomporre l’assetto della moto, mentre asfalto umido e temperature rigide non spaventano, anche se la prudenza non deve mai mancare.
Caratteristica anche la capacità di rendere meno nervoso l’avantreno delle moto più irrequiete, specialità in cui eccelleva il vecchio Diablo.

L’utilizzo in pista, anche se potrebbe apparire una forzatura per uno pneumatico pensato per l’utilizzo stradale, ha permesso di testare il comportamento al limite del Diablo Rosso.

Quanto di buono è emerso durante la prova su strada, viene confermato in circuito. Comunicativo e mai scomposto nelle reazioni, ha offerto un grip in curva decisamente sorprendente, mentre la compostezza in staccata e la rapidità di inserimento, anche a freni ancora pizzicati, sono un punto di forza.

L’accoppiata di Diablo Rosso con Ducati 848 e Triumph 675 è logicamente apparsa migliore che non quella con Yamaha R1/Kawasaki ZX10. La cavalleria esuberante, ma soprattutto la coppia straccia asfalto delle millone ha messo in crisi - ma non tanto quanto mi sarei aspettato - lo pneumatico posteriore.

Questo, sotto la spinta di potenze tanto esagerate, è soggetto a perdite di aderenza che sono sempre “telefonate” e rimediabili chiudendo un pelo il gas.
Il confronto pistaiolo di due Yamaha R1 modello 2002 gommate rispettivamente con il precedente Diablo e il Diablo Rosso, ha messo in evidenza, se mai ce ne fosse stato bisogno, le grandi differenze tra i due pneumatici.

Chi vince? Imbarazzante vittoria del “Rosso”.


PIRELLI NEL MONDO
Guglielmo Fiocchi, Managing Director della Business Unit Moto di Pirelli Tyre, ha fornito alcuni numeri, utili a conoscere meglio la realtà Pirelli nel mondo.
Il Business dei pneumatici nel mondo (dati di tutti i produttori mondiali di pneumatici) vale 118miliardi di Dollari (nel 2007).
Questo include pneumatici per vettura, autocarro e moto. E' cresciuto mediamente del 7.7% dal 2002, tirato dalla Cina che è cresciuta, da sola, del 19%. 
Le vendite della Business Unit Moto di Pirelli sono pari a 340 milioni di Euro, in crescita del 12% dall'anno precedente.


Francesco Paolillo

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