Nico Cereghini: "Il box può fare poco"

Nico Cereghini: "Il box può fare poco"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Penso alla SBK di Sepang, alla rivalità tra i piloti e ai giochi di squadra. A metà stagione che calcoli volete fare? Dirigenti e tecnici si affidano al buon senso dei loro piloti e toccano ferro… | N. Cereghni
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
10 giugno 2014

Punti chiave

Ciao a tutti! Mi incollo al televisore per la SBK e ne vedo delle belle: una moto italiana velocissima che vince a mani basse con il pilota in crisi, un francese che incassa amaro ma con stile, un altro francese che abbatte invece il suo compagno di squadra e leader del mondiale. Una domenica bestiale, soprattutto tra compagni di squadra. Ma alla fine vince la regola delle tre “c”: classe, classifica,… caso. Come sempre.

Giochi di squadra. Se ne parla tanto, ma si vedono bene soltanto quando si è già perso il campionato: ah se avessi fermato quello e fatto vincere l’altro… Prima è difficile, soprattutto se hai due bei piloti dentro il box e la stagione non è nemmeno a metà. Cosa dovrebbero fare, alla Kawasaki: sacrificare Loris Baz quando potrebbe essere la rivelazione del campionato? A me pare troppo grosso per diventare un grande campione, ma non si sa mai, ci sono state famose eccezioni alla regola, come il tedesco Dieter Braun che pesava quasi 90 chili e fu campione del mondo della 250 nel ’73 con la Yamaha, e tre anni prima lo era stato della 125, con la Suzuki. Insomma, va sempre privilegiato il campione consacrato, nella squadra? Mi pare più sportivo lasciar liberi i piloti, almeno fino alle ultimissime battute.

E lo stesso principio vale per l’Aprilia. I dirigenti di oggi sono quelli che criticarono Gigi Dall’Igna per aver lasciato liberi di scannarsi Laverty e Guintoli l’anno scorso, con grande gioia di Sykes. Però poi si sono trovati con il campione designato, che è Melandri, in crisi profonda e con quell’altro, Guintoli, capace di stare con i primi. Che fare? Niente si può fare.

Si sono trovati con il campione designato, che è Melandri, in crisi profonda e con quell’altro, Guintoli, capace di stare con i primi. Che fare? Niente si può fare


«Spero solo che loro non facciano stupidate…» Si è lasciato scappare Aligi Deganello quando la tensione nel box era alle stelle. Con il suo francese in testa, e Melandri in recupero forsennato a due giri dal termine, la paura di tutti era quella: che poi, se fosse successo il patatrak, tutti a criticare la mancanza di un gioco di squadra. Ma che calcoli volete fare con Sylvain Guintoli a pochi punti dal leader e Macho Melandri finalmente tirato a lucido! Il numero 33 non è certamente tagliato fuori e tutto può ancora succedere con ancora sette gare, anzi quattordici, da fare.

Insomma, il box lavora da matti fino al momento della gara e poi fa quello che può, cioè poco. A fare la differenza sono i piloti in pista con la loro personalità. A Sepang Melandri doveva vincere a tutti i costi, adesso o mai più, e il talento c’è. Poi Guintoli ha cultura e realismo, Loris Baz troppa voglia di sgomitare, Tom Sykes la pazienza dei santi.