Le pagelle del GP di Magny Cours

Le pagelle del GP di Magny Cours
Carlo Baldi
Doppietta mondiale per Checa mentre Melandri si conferma secondo in gara e nel campionato. Dietro di loro scalpitano gli inglesi in attesa che a Portimao ritorni Max Biaggi | C. Baldi, Magny Cours
2 ottobre 2011

Punti chiave

 

Sulla pista francese di Magny Cours si è avverato il sogno di Checa ma anche quello di Genesio e di tutti i ragazzi della sua squadra. Una squadra nata solo due anni fa e guardata inizialmente con diffidenza e un pizzico di superiorità dalle squadre ufficiali. Però a due anni di distanza il team Althea racing è campione del mondo mentre alcune squadre ufficiali non ci sono più o se ne stanno andando dalla Superbike. Un bel sogno, quasi una favola che in Francia ha avuto il suo miglior epilogo. Un campionato dominato da Checa che si merita in pieno questo suo primo titolo mondiale. Chi lo accusava di essere un buon pilota ma non un vincente oggi è stato smentito tre volte, perché Carlos ha vinto il campionato ed entrambe le gare.

Chi sperava di vederlo al via di gara due solo per fare presenza, deconcentrato dai festeggiamenti, è rimasto deluso. Lo spagnolo si è resettato in modalità “race” ed abbassata la visiera del suo casco ha dominato anche la seconda manche. Impressionante. Indipendentemente dal trionfo di Checa e della sua squadra, quello di Magny Cours è stato un weekend importante e molto particolare ad iniziare dal clima. Mai ci era capitato di sentire tanto caldo sulla pista francese dove invece spesso le gare del mattino vengono ritardate per la nebbia. E il bel tempo ha favorito i motard francesi che si sono riversati in massa sul circuito Nevers-Magny Cours che ha ospitato nella tre giorni più di 86.000 appassionati.

Fine settimana importante anche per il mercato e dopo la conferma di Rea nel team Honda Castrol anche per il 2012, abbiamo avuto l’ufficialità di Melandri nella squadra BMW tedesca, come Moto.it aveva anticipato nei giorni scorsi. Il team Alstare invece ci ha fornito una notizia buona ed una meno buona. Quella buona è che sarà ancora al via del mondiale Superbike anche il prossimo anno, mentre quella meno buona è che non confermerà Michel Fabrizio che però ha già qualche proposta per poter restare nel mondiale Superbike. E particolari sono state anche le due gare di domenica che hanno visto al via solo 18 piloti in gara uno che sono diventati 17 in gara due a causa del forfait di Smrz. Pochi i piloti al via ed ancor meno quelli al traguardo: 13 in gara uno ne 12 in gara due. Peggio della MotoGP. Ma il prossimo anno con la moto unica la musica dovrebbe essere diversa e se le voci che animano il paddock in questo periodo sono (quasi) tutte vere, la griglia di partenza della Superbike 2012 dovrebbe essere composta da 24 – 25 piloti. Lo speriamo vivamente.


Ecco i nostri voti ai protagonisti delle gare di Magny Cours


Carlos Checa – Abbiamo finito gli aggettivi. Sapevamo tutti che in questo weekend avrebbe vinto il mondiale, ma lo ha fatto nel modo migliore e da campione, conquistando la sua quinta doppietta della stagione. Chi si aspettava che allo spagnolo venisse “il braccino” in prossimità del suo primo titolo mondiale evidentemente non conosceva Carlos, campione dentro e fuori la pista. In testa al campionato dalla prima all’ultima gara, Checa ha dominato quando poteva vincere ed ha limitato i danni negli appuntamenti per lui più ostici. Oltre alle cinque doppie vittorie, lo spagnolo ha collezionato quattordici vittorie e venti podi su ventiquattro gare e sei Superpole su dodici. E mancano ancora due gare. El mejor. Voto 10 e lode


Marco Melandri – Secondo solo a Checa. E non è poco. Il pilota della Yamaha, per nulla disturbato dalle trattative di mercato, fa fatica a guidare la sua R1 con il serbatoio pieno e, come già a Imola, anche qui in Francia esce alla distanza. Poco convincente in prova, in gara coglie invece due secondi posti in rimonta, l’ultimo dei quali conquistato con un sorpasso duro, ma corretto nei confronti del suo compagno di squadra. Non sono d’accordo con chi lo critica e penso che terminare secondo al suo primo anno in Superbike con tre vittorie e quattordici podi in ventiquattro gare non sia certo un bilancio negativo. Voto 9

Eugene Laverty – Va forte in prova ed in gara dove tenta in entrambe le manche di distanziare i suoi avversari. Purtroppo per lui deve fare i conti con la voglia di vincere di Checa e con le sue gomme, che in gara uno lo abbandonano sul più bello. Porta comunque a casa un podio ed un quinto posto. Aprilia e BMW se lo contendono ed hanno ragione. Voto 7,5


Leon Haslam – In un'annata resa difficile dalla scarsa competitività della sua moto e del suo team, Leon non abbassa mai la guardia dimostrando un grande carattere. A Magny Cours conquista il suo terzo podio dell’anno e come spesso accade è l’unica BMW a lottare per le posizioni di vertice. Sarà un compagno scomodo per Melandri. Voto 7,5


Leon Camier – In questo finale di stagione il pilota dell’Aprilia ce la sta mettendo tutta per dimostrare di meritarsi ancora una moto ufficiale. Probabilmente è troppo tardi. Quarto in Superpole, in gara ottiene un quarto ed un sesto posto. Non sono le posizioni che in Aprilia si aspettano da lui. Forse cambiare aria potrebbe fargli più bene che male. Voto 6,5


Sylvain Guintoli – Dopo un inizio davvero difficile, il francese è andato via via migliorando, ma due soli podi (uno dei quali nella lotteria del Nurburgring) sono pochi per un pilota della sua esperienza. Non è riuscito ad andare a podio nemmeno sulla sua pista preferita, nonostante avesse fatto sperare i suoi tifosi nelle prove ed in Superpole. Un onesto lavoratore del manubrio. Voto 5,5


Noriyuki Haga - Proprio quando ti aspetti che confermi di essere tornato Nitronori, il giapponese si smentisce. Non riesce ad adattare la sua Aprilia alla pista francese nonostante sia il pilota più titolato su questo tracciato. Nelle sue precedenti apparizioni a Magny Cours Noriyuki aveva infatti collezionato dieci piazzamenti a podio e ben cinque vittorie. Colpa della sua Aprilia o degli anni che passano? Voto 5,5


Michel Fabrizio - E’ un momento difficile per Michel, fuori e dentro la pista. Il suo team manager non lo conferma per il prossimo anno accusandolo di essere troppo incline alla caduta e lui non riesce a smentirlo e cade in entrambe le gare dopo una Superpole da dimenticare. Però sappiamo che non è questo il vero Fabrizio. Voto 5


Joan Lascorz – Lo spagnolo compare poco nelle nostre pagelle perché sinceramente le sue gare sono quasi sempre anonime e prive di sussulti o di azioni degne di nota. Certo è al debutto in Superbike dopo anni trascorsi in Supersport (come Laverty) e la sua Kawasaki non è una moto facile da guidare e da mettere a punto (nemmeno quella di Sykes), ma da un giovane come lui è lecito aspettarsi qualche segnale forte o qualche risultato che confermi le sue doti. Forse farà meglio il prossimo anno in una squadra spagnola, ma per ora riesce solo a fare il suo compitino. Voto 5.5


Jonathan Rea – Certo non si può dire che l’inglese della Honda sia baciato dalla fortuna. Dopo innumerevoli e dolorose cadute che avrebbero demoralizzato chiunque, Johnny torna in pista dopo tre mesi come se nulla fosse successo e domina le due gare di Imola (beffato nella seconda da un morsetto della batteria) grazie anche al ride by wire che rende la sua Honda decisamente più guidabile. Qui in Francia si impone in Superpole promettendo due gare tutte all’attacco, ma cade in gara uno e l’elettronica che sembrava dargli una mano lo ferma invece nella seconda. Voto 6,5


Tom Sykes – Sbaglia nella prima manche mentre nella seconda sbaglia e cade. Nessuno guida la Kawasaki ZX 10R come lui, però alla fine contano i risultati e… non sempre può piovere. Voto 5


Mark Aitchison – L’australiano al suo primo anno in Superbike, con una moto privata e non certo docile come la nuova Ninja, a volte ha fatto meglio degli ufficiali. In Francia dopo poche curve la sua moto lo lancia per aria e la caduta gli procura una frattura ad un osso della caviglia. Mark zoppica e sente dolore un po' dappertutto, ma prende il via in gara due dove viene fermato solo da alcuni problemi tecnici. Che grinta e quanto cuore. Voto 7


Chaz Davies – E’ il campione mondiale Supersport del 2011. A soli ventiquattro anni l’inglese del team ParkinGo ha già corso il mondiale 125 e 250, l’AMA Superbike e Supersport e da tre anni anche il mondiale Supersport. Sette podi e cinque vittorie in undici gare gli hanno consentito di aggiudicarsi il titolo con una gara di anticipo, ma avrebbe potuto diventare campione già a Imola se la sua R6 non lo avesse lasciato a piedi. Chi lavora con lui lo definisce un grande professionista ed un pilota velocissimo. Il suo team manager sta facendo di tutto per portare Davies e la sua squadra in Superbike nel 2012. Voto 10


Davide Giugliano – Conquista il titolo di campione della Superstock 1000 con una gara di anticipo dopo un campionato dominio messo in discussione solo da una caduta nella gara di Silverstone. Nelle altre gare è sempre arrivato primo (quattro volte) o secondo (tre volte). Oggi ha giustamente pensato più al campionato che alla gara ed ha concluso al quinto posto. Completa il trionfo del team Althea e nel 2012 correrà nel mondiale Superbike, compagno di squadra di Carlos Checa. Un mondiale che avrà modo di conoscere già tra due settimane a Portimao quando verrà schierato dal team Althea come wild card. Una giusta ricompensa per uno dei più giovani e talentuosi piloti italiani. Voto 10