Le pagelle del GP di Aragon

Le pagelle del GP di Aragon
Carlo Baldi
Il Corsaro rompe il digiuno che durava dall’ultima gara dello scorso campionato, si aggiudica gara due davanti a Melandri e Checa e riapre il campionato. Fabrizio è quarto | C. Baldi, Aragon
20 giugno 2011


Il circuito del Motorland di Aragon è nuovo e molto bello. Ci ha ricordato quello del Qatar quando lo abbiamo visto da lontano, in mezzo al nulla, e ci ha fatto tornare in mente Portimao quando abbiamo percorso in scooter il suo tracciato, tecnico e difficile, ma anche molto divertente, con i suoi saliscendi e alcune curve cieche che pensiamo abbiano fermato il cuore in gola a più di un pilota.

La domenica sono stati 29.000 gli appassionati che hanno affollato le tribune del circuito situato vicino al paesino di Alcaniz ed è stato bello vedere, al termine delle gare, entrare in pista una marea di moto che hanno potuto compiere un giro sul tracciato che aveva visto sfrecciare solo pochi minuti prima le Superbike. Una bella iniziativa che speriamo di rivedere anche su altri circuiti.

I tifosi spagnoli se ne sono andati un poco delusi. Speravano di salutare Carlos Checa sul gradino più alto del podio e invece proprio in Spagna Biaggi ha preso il Toro (è il simbolo di Checa) per le corna ed ha raccolto la sua prima vittoria stagionale. Checa e la sua squadra erano venuti ad Alcaniz pensando ad un tracciato che non avrebbe favorito le Ducati ma che nemmeno l’avrebbe penalizzata. Invece i piloti della casa di Borgo Panigale hanno trovato più difficoltà del previsto ed hanno dovuto rimandare la festa per quella che sarebbe stata la vittoria n. 300 per la Ducati in SBK.

I protagonisti sono stati Biaggi e Melandri che si sono scambiati favori a vicenda. In gara uno un errore di Biaggi ha dato il via libera al pilota della Yamaha che in gara due, proprio quando tutti si aspettavano un suo attacco al Corsaro dell’Aprilia, ha rischiato di cadere ed il suo fuori pista ha permesso a Biaggi di tagliare il traguardo in solitudine. Campionato riaperto proprio in Spagna, a casa di Checa.

Erano ben diciotto anni che due piloti italiani non salivano assieme sul podio occupando la prima e la seconda posizione. L’ultima volta era accaduto nel 1993 quando all’Estoril Pirovano aveva preceduto Bontempi e a Misano, nello stesso anno, i piloti italiani avevano addirittura monopolizzato il podio con Falappa, Lucchiari e lo stesso Pirovano, che si erano classificati nell’ordine.

Le Kawasaki hanno mostrato qualche confortante progresso, ma soprattutto si è avuta la conferma che la casa di Akashi punta molto sulla SBK e continua a lavorare rendere competitiva la Ninja ZX 10R ed il team ufficiale si fermerà al Motorland per una giornata di prove in preparazione alla prossima gara di Brno. Il team Pedercini ha messo in mostra un ottimo Aitchison mentre Rolfo è apparso rinfrancato da un nuovo set up che gli consentirà di fare meglio nelle prossime gare. Lascorz e Sykes si sono avvicinati al podio, così come hanno fatto anche Fabrizio e Laverty, mentre Camier sul podio ci è salito anche se solo in gara uno.

Hanno deluso il team Effenbert Liberty ed ancora una volta il team ufficiale BMW, che perde Corser non si sa ancora per quanto. Toseland, Corser, Rea sono out per problemi fisici, mentre Vermeulen è ancora lontano dalla forma migliore. Sedici piloti al traguardo in gara uno e addirittura solo 15 in gara due. Forse è il momento di cambiare qualcosa nel mondiale delle derivate dalla serie, dove senza dubbio servono forze fresche e più spazio per i piloti giovani.


Le nostre pagelle

Max Biaggi – Finalmente una vittoria che mancava da troppo tempo. Le vittorie avrebbero potuto essere due senza l’errore che in gara uno ha dato il via libera a Melandri. Max quest’anno sta sbagliando molto segno che il pacchetto moto-gomme non è ancora a posto come lui vorrebbe. Pur essendo stati a contatto per moltissimi giri non abbiamo potuto assistere ad un corpo a corpo tra lui e Melandri che avrebbe dato più sapore alle due gare spagnole. Ci saremmo aspettati una sua reazione dopo l’errore di gara, ma Biaggi ha preferito accontentarsi. Checa in gara uno ha rischiato ed è caduto, Max non ha rischiato e torna a casa con 45 punti. Alla fine quindi ha avuto ragione lui, ma ogni tanto ci piacerebbe vedere un Corsaro all’arrembaggio. Voto 8,5


Marco Melandri – “Così non si vincono i mondiali” aveva dichiarato Marco dopo le anonime gare di Salt Lake City e la caduta di Misano e al Motorland Aragon il pilota della Yamaha ci ha messo molta grinta e capacità, si è aggiudicato la sua prima Superpole e la sua seconda vittoria in SBK. Resta l’amaro in bocca per quella sbandata che è stato bravo a controllare, ma che ci ha negato un suo più che probabile attacco a Biaggi. Sarà per la prossima volta. Grazie al suo miglior weekend da quando è in Superbike, per Melandri il campionato si riapre. Voto 9


Carlos Checa – Forse ha sentito un po' troppo la pressione derivante dal correre in casa. Carlos era molto atteso qui in Spagna. I media spagnoli hanno ovviamente puntato su di lui per pubblicizzare questa gara della Superbike ed i 29.000 tifosi che sono arrivati in Aragona erano quasi tutti per lui. Il pilota del team Althea li ha ringraziati con un podio in gara due, ma non con una vittoria che sarebbe stata trionfale per lui e per la Ducati che avrebbe raggiunto quota 300 vittorie in SBK. Certo la pista non l’ha aiutato ed è stata più ostica del previsto, per lui e per la sua moto. Non era il Checa di sempre. Ma Carlos non ne fa certo un dramma. Non ha mai giocato di rimessa prima e non lo farà certo adesso che i punti di vantaggio sui suoi inseguitori si sono ridotti. Voto 7,5
 

Eugene Laverty – Due sesti posti non sono il massimo, ma se pensiamo che in gara due al termine del primo giro Eugene era transitato nelle ultime posizioni (a causa della confusione venutasi a creare dopo la caduta di Berger e Corser) la sue prestazione è senza dubbio da sottolineare. Non dimentichiamoci che Laverty è al suo primo anno in SBK e che sta dimostrando di essere moto costante anche se non ancora su altissimi livelli. Però lui c’è sempre, in gara come in Superpole, è quarto in classifica con una sola casella vuota (la prima manche di Donington) e ci mette sempre tanta grinta. Voto 7


Leon Camier – Il “lungagnone” di casa Aprilia innervosisce i suoi sostenitori per i suoi continui alti e bassi. Al terzo posto in Superpole ed al podio di gara uno anche questa volta ha fatto da contraltare una gara quasi anonima nella seconda manche, conclusa all’ottavo posto. Un weekend senza dubbio positivo per Leon, ma chi lavora con lui parla di grandi doti, purtroppo non sempre espresse. L’età è dalla sua parte, ma le occasioni vanno colte al volo. Voto 7,5


Michel Fabrizio – Maluccio in prova e scivolato in gara, Michel ci ha regalato una grande seconda manche che lo ha portato vicino al podio. Sappiamo che la sua moto non è certo la migliore del lotto e che lui deve rischiare e dare il massimo per cogliere dei risultati. Il suo secondo podio con la Suzuki non è così lontano e la prossima gara si corre nella “sua” Brno. Voto 7


Noriyuki Haga – Avrebbe voluto festeggiare la sua trecentesima gara in Superbike con un podio e invece in Spagna il giapponese ha ottenuto solo dei piazzamenti. La sua Aprilia ogni tanto accusa qualche problema e sappiamo che da lui non ci possiamo più aspettare grandi acuti. L’impegno c’è sempre ma mancano quei guizzi che lo fecero diventare Nitronori. Voto 5,5


Ayrton Badovini – Entra nell’ultima fase della Superpole, ma in gara non brilla. Dopo Misano tutti si aspettano grandi cose da lui, ma non mettiamolo sotto pressione. Il suo team è al debutto in Superbike e lui è alla sua prima stagione ad alto livello nella classe maggiore. Lasciamo lavorare lui e la BMW Italia e le soddisfazioni non mancheranno. Voto 6,5


Jakub Smrz – Siamo sicuri che quello visto al Motorland Aragon non fosse Kuba. Nemmeno in prova, dove lui si esprime al meglio, riesce a mettersi in luce ed in gara cade mentre naviga nelle ultime posizioni. Inguardabile. Speriamo che l’aria di casa lo risvegli da questo incubo. Voto 4


Leon Haslam – Dov’è finito il Leon dello scorso anno. E’ incredibile come un team possa fare la differenza. Quando faceva parte dell’Alstare Corona, l’inglese era un “Leon” di nome e di fatto, mentre una volta passato alla squadra ufficiale BMW sembra un debuttante con poca grinta. Merita senza dubbio un'altra squadra e ci spiace vederlo far tanta fatica sia in prova che in gara. Voto 5,5


Mark Aitchison – Il “Dottorino” fa sul serio. Entrato in Superbike in punta di piedi e all’ultimo momento, Mark si è messo a lavorare con metodo ed è progredito costantemente anche se non corre in un team ufficiale e non dispone di una moto facile da gestire. L’essere entrato nella fase due della Superpole è un grande risultato per questo australiano modesto quanto capace. In gara uno ha sbagliato la scelta delle gomme (azzardando una morbida per giocarsi il tutto per tutto) e nella seconda è andato a punti. Se anche voi pensate che la Superbike sia il più bel campionato del mondo proprio perché offre possibilità anche ai privati, applaudite Aitchison e la sua squadra. Voto 7

 
Joan Lascorz – In lento ma costante progresso, proprio come la sua moto. Il giovane spagnolo negli ultimi tre round ha conquistato 6 punti a Salt Lake City, 14 a Misano e 20 sulla pista di casa, dove con il quinto posto di gara due ha eguagliato il suo miglior piazzamento (quinto come a Donington). E al debutto nella classe maggiore e la Kawasaki crede molto in lui. Per ora non ha mostrato bagliori di classe, ma diamogli tempo. In Superbike la pagnotta è dura. Voto 7

Tom Sykes – In Spagna il simpatico inglese della Kawasaki anche al Motorland non si è certo risparmiato, ma con la caduta in gara due ha collezionato il secondo zero della sua stagione (il primo ad Assen in gara1). E’ quello che va più forte di tutti con la Ninja ZX-10R e se la casa di Akashi proseguirà nello sviluppo della sua nuova moto (specialmente per quanto riguarda l’elettronica) Sykes potrebbe essere il primo a portarla sul podio. Voto 7