La prima volta di Max

Monza si consacra tempio della velocità. Gli episodi salienti del weekend commentati dal nostro inviato. FOTOGALLERY della carambola in Superstock
12 maggio 2008


Lo storico tracciato di Monza ha ospitato il primo dei tre appuntamenti italiani previsti nel calendario del mondiale delle moto derivate dalla serie. Nonostante l'aumento del costo dei biglietti e le previsioni meteorologiche non presagissero nulla di buono, sono stati oltre 120.000 i tifosi che hanno affollato le tribune dell'autodromo brianzolo.  

Il paddock è stato sempre pieno di gente e di personaggi più o meno famosi.
DJ Ringo ha fatto da speaker ufficiale, e ha commentato sia le prove che le gare in modo competente ed appassionato: complimenti.
Si sono visti nei box anche Valerio Staffelli, Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Randy Mamola.

Il circuito di Monza mantiene ancora il suo fascino, nonostante l'assurda variante dopo la partenza che forse potrà  andare bene per la Formula 1, ma che per quanto riguarda le moto è veramente pericolosa. Un imbuto posto proprio al termine del rettilineo dove i piloti arrivano a velocità impressionanti e devono attaccarsi ai freni per passare da 320 a 60 chilometri orari.

Nel primo giro di gara della Superstock 1000 si è sfiorato il dramma, con ben quattordici piloti coinvolti in una carambola spaventosa.  Per fortuna nessuna conseguenza fisica, ma solo tanto spavento, qualche ammaccatura e molti danni alle moto.

Nel tempio della velocità le Suzuki e le Yamaha hanno dimostrato di essere le più veloci del lotto nelle due gare che hanno definitivamente consacrato Max Neukirchner tra i top riders della Superbike. Deludente la Ducati che ha palesato una inferiorità che solo il solito grande Bayliss è riuscito in parte a  nascondere in gara uno. La Honda saluta il primo podio del giapponese Kyonari mentre Checa non si è saputo adattare a questo circuito così particolare.  Sofuoglu il sabato è stato colpito da un grave lutto famigliare (la morte del fratello Sinan, coinvolto in un incidente mentre disputava una gara motociclistica in Turchia) ed è tornato a casa per stare vicino alla sua famiglia in un momento così difficile.

Un'incredibile destino quello dei Sofuoglu, se si considera che un altro fratello, Bahattin, era morto sempre per un incidente in corsa nel 2002. Forza Kenan, fatti coraggio. Ti aspettiamo a Salt Lake City.

Nelle prove avevano dato importanti segnali di ripresa le due Kawasaki ufficiali di Tamada e Laconi, ma poi in gara non hanno saputo ripetersi, confermando anzi tutte le difficoltà sino ad ora incontrate dai piloti del team PSG-1 Corse. Parlando di Kawasaki va rimarcato l'eccezionale nono posto in gara due di Ayrton Badovini: una gradita sorpresa per tutti i tifosi italiani.


Campioni in pista

Haga: Un week end da ricordare per Nitronori, che è sempre stato nelle prime posizioni sia nelle prove che in gara. Sulla pista di casa dove l'anno scorso aveva vinto entrambe le manche,  Haga va fortissimo confermando quelle sue doti di combattente che lo rendono uno dei piloti più amati della Superbike. I quarantacinque punti conquistati a Monza lo proiettano al terzo posto in classifica, con molto rimpianto per i punti gettati al vento nelle prime gare.

Checa: Monza non è la sua pista. In Superpole si è classificato al quarto posto, ma partire in prima fila non gli è servito a molto. Un errore alla prima variante dopo la partenza di gara uno lo ha estromesso subito dalle prime posizioni. In gara due è caduto e si è ritirato. Come a Valencia anche a Monza ha dimostrato di non gradire (e di non saper gestire) i corpo a corpo che invece sono il pane della Superbike. Ma la classe c'è e resta lui il vero antagonista di King Troy. Mantiene il secondo posto in classifica, ma ora è a 78 punti da Bayliss.

Corser: Nemmeno sulla pista più adatta alle Yamaha è riuscito ad uscire da quel torpore che lo caratterizza quest'anno. Se la sua voglia di correre è questa, forse è meglio che lasci spazio a qualche giovane interessante che la Yamaha sta facendo crescere in casa (ogni riferimento a Corti è puramente voluto).

Bayliss: Riesce ad andare sul podio anche sul tracciato meno adatto alla Ducati dove tutti gli altri piloti della casa italiana fanno molta fatica. Ma lui, lo sappiamo, non è un pilota "normale" e ormai non riesce più a stupirci, ma solo a confermarci tutta la sua classe. Punta al campionato più che alla vittoria in gara e lo ha dimostrato nella prima manche, lasciando andare via Haga e Nuekirchner che sino a pochi giri dal termine, pur disponendo di moto molto più veloci, riuscivano a distanziarlo sui lunghi rettilinei, salvo poi ritrovarselo alle calcagna ad ogni staccata. In gara due è stato tradito dalla sua Ducati, ma il suo stop non compromette di certo la sua classifica. Chi lo segue deve recuperare 78 punti.

Neukirchner: Il primo podio ad Assen e ora la prima vittoria a Monza. Max è il primo tedesco a vincere una gara in Superbike. Davvero bravo questo ragazzo di 25 anni al quale la Suzuki sta facendo firmare altri due anni di contratto. Da quanto ho capito, parlandogli a Monza, la BMW si era fatta viva per sondare il terreno, ma lui vuole vincere il mondiale e la moto bavarese non dovrebbe essere subito abbastanza competitiva da permettergli di raggiungere a breve i suoi ambiziosi traguardi. Da qui il rinnovo con Suzuki e con il team Alstare. Le Suzuki quest'anno vanno forte, ma solo lui è costantemente nelle prime posizioni. Se a Valencia Checa non lo avesse buttato in terra, ora sarebbe secondo in classifica, ma il risultato è ampiamente alla sua portata.

Kiyonari: La Honda lo aveva mandato a farsi le ossa nel British Superbike e il ventiseienne giapponese ha imparato a fare a spallate sulle tremende piste inglesi. Certo gli manca ancora un poco di malizia, ma a Monza, ora che ha preso le misure di questa sua nuova CBR1000RR,   ha avvisato tutti che anche lui è della partita. Non è difficile prevedere un grande futuro per Ryuichi. Con lui la Honda potrebbe realizzare il sogno di vincere la Superbike con un pilota giapponese, oppure lo potrà trasferire in GP dove i piloti del sol levante sono pochi e anche  abbastanza scarsi.

Biaggi: Le gare di Monza non sono servite a restituirci il Corsaro che conoscevamo. In gara uno lo abbiamo finalmente rivisto nelle prime posizioni e speravamo andasse meglio in gara due, dove invece un errore di Smrz lo ha fatto cadere. Purtroppo nell'impatto con il codone della moto del team Guandalini, Max si è rotto un dito della mano già infortunata a Phillip Island. Un anno davvero travagliato per Biaggi che tra guasti meccanici ed infortuni sta vivendo uno dei suoi periodi peggiori. Speriamo si riprenda presto. La Superbike ha bisogno del pilota romano ed i suoi tifosi sperano sempre che sia lui a prendere il posto di Bayliss.

Badovini: Quest'inverno la Kawasaki fece provare la sua Superbike ad Ayrton e decise di farlo correre nel team satellite di Pedercini. A giudicare dalla seconda gara di ieri la decisione è stata azzeccata. Badovini, che proviene dalla Stock 1000 dove ha corso per due anni con la  MV del team Gimotorsport, si sta adattando in fretta alla categoria superiore. Di talento ne ha molto e deve continuare ad impegnarsi con serietà ed umiltà come sta facendo. Il team/famiglia di Lucio Pedercini è l'ambiente giusto per crescere ed i risultati iniziano ad arrivare.

A fine Maggio il circus della Superbike si trasferirà negli U.S.A. a Salt Lake City. Il circuito Miller Motor Sport sarà nuovo per tutti e di certo le sorprese non mancheranno, ma questo in Superbike è ormai una gradita costante.


Carlo Baldi

Foto: Porrozzi