Intervista a Max Biaggi

Nel 2008 si rimette in gioco, con una squadra privata nella SBK. E ci sorprende con la grinta dei tempi migliori. L’abbiamo incontrato alla cena del suo team, ecco cosa ci ha detto
1 aprile 2008


Max Biaggi si presenta alla cena della sua squadra, il team Sterilgarda Go Eleven guidato da Marco Borciani, con il braccio ancora fasciato, ricordo dell'incredibile caduta in cui è incappato in gara 2, a Phillip Island. Caduta che gli è costata la frattura del radio sinistro.

Il corsaro romano è segnato nel fisico, ma non nello spirito e ha la mente rivolta alla prossima sfida, in programma sul circuito di Valencia il 6 aprile.
Il 2008 è stato per Max un anno di grande cambiamento.
Lui, che era abituato alle squadre ufficiali leader del Motomondiale dalle quali pretendeva sempre il massimo (se non di più), è migrato in un team privato della Superbike.

Un matrimonio che ha destato in principio qualche perplessità. Max, che - lo ricordiamo - ha vinto 4 mondiali nella classe 250 (dal 1994 al 1997), è finito due volte secondo nel mondiale della classe 500, una volta secondo e due volte terzo nell'era della Motogp, ha un carattere esigente, a volte puntiglioso, che tende a cozzare facilmente coi guru tecnici dei reparti corse ufficiali.
Gente tosta e preparata, ma che non sempre digerisce le critiche a viso aperto dei piloti.

Biaggi ha trovato nel team di Borciani una nuova dimensione, più familiare, a misura d'uomo. E i risultati si sono visti.
A dispetto di una moto, la Ducati 1098 RS Superbike, arrivata in ritardo, e di un punteggio che non gli rende onore (è settimo in classifica generale, 52 punti lo separano da Bayliss), Biaggi ha corso con una grinta pazzesca, che ha abbagliato il pubblico australiano.
Poco importano il doppio zero e la caduta patita in gara 2. Conta invece la voglia di riscatto messa in pista da Max.

Basta Motogp. Ora corro per il piacere di farlo

Raccontaci della tua nuova esperienza. Un anno in Superbike e ora il debutto in una squadra privata.
Max Biaggi: "L'ambiente è completamente diverso da quello della Motogp. In Superbike c'è un clima più amichevole e familiare. Posso dire di essere tornato a correre per il piacere di farlo.
Per quanto riguarda la mia nuova squadra, il team Sterilgarda Go Eleven, l'incontro è avvenuto davvero all'ultimo. Infatti siamo partiti in ritardo, le moto non c'erano. Però i risultati li avete visti tutti, siamo andati a podio e siamo lì, coi migliori che dispongono di materiale ufficiale".

Come ti trovi con la nuova moto. Da anni correvi con le 4 cilindri.
Max Biaggi: "Mi sono trovato molto bene. È una moto diversa dalla 4 cilindri, devo ancora prendere le misure, ma è competitiva. Sono stato bersagliato dalla sfortuna, ma ci rifaremo nelle prossime gare".

Non ti mancano i team ufficiali?
Max Biaggi: "La mia nuova squadra è giovane, ma ha il potenziale per fare bene. Già nelle prime gare siamo maturati e la moto è migliorata molto".

Il campionato torna ora in Europa, a Valencia. Cosa ti aspetti da questa gara?
Max Biaggi: "Già il fatto di essere a Valencia è un bel risultato, se pensi alla mia recente frattura in cui ho danneggiato anche i legamenti. Valencia è una pista amica, in cui conto di fare una bella gara".

Nelle prime gare hai trasmesso una grinta enorme. Dopo l'incidente ci possiamo aspettare da te la stessa cattiveria agonistica, o sarai più conservativo?
Max Biaggi: "La Superbike è bella proprio perché c'è il contatto diretto, sono gare vere. Vedremo nella gara di Valencia come reagirà il polso. Poi, dalla gara successiva, cercherò di dare il massimo. Come hai visto nelle prime gare".


Ippolito Fassati, Andrea Perfetti

Foto: FG Sport; Moto.it