Yamaha MotoGP, ecco il controllo del seamless

Yamaha MotoGP, ecco il controllo del seamless
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Uno scatto preso durante i test di Sepang mostra la presenza del comando a manubrio che identifica il cambio a presa continua di seconda generazione sulla M1
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
14 marzo 2014

Una strana levetta al manubrio, due stagioni fa, è stata l’indicazione che ha acceso l’interesse dei tecnici del motomondiale, spingendoli ad indagare un po’ più a fondo sulla soluzione adottata dalla Honda in merito al cambio seamless, da lei stessa introdotta alla vigilia del Mondiale 2011. Scoprendo così nel dettaglio quale fosse la differenza rispetto ad altre implementazioni – quella Ducati, che è stata la prima fra le concorrenti ad adottarla, ma anche quella Yamaha – ovvero la possibilità di utilizzare la cambiata “sempre in presa” anche fra prima e seconda.

Proviamo a spiegarci meglio: tale pratica non è possibile usando uno schema dei rapporti tradizionale, con la folle inserita fra i rapporti di prima e seconda. A differenza di quanto avviene sulle moto di serie nell’uso in circuito, la prima è una marcia utilizzato spesso e volentieri sulle moto da corsa quando è possibile sceglierne il rapporto adattandolo alla curva più lenta del circuito. Il passaggio fra prima e seconda è inoltre il più critico nella gestione, data la botta di potenza da scaricare a terra senza (possibilmente) sprecare spinta e carburante in impennate o pattinamenti; diventa quindi fondamentale poter disporre della cambiata sempre in presa, che assieme ad un'elettronica bene a punto rende la moto efficacissima in questo frangente, per recuperare quel vantaggio in uscita dalle curve lente di cui, non a caso, Honda ha goduto negli ultimi anni.

 

La levetta al manubrio sulla Honda RC213V di Marc Marquez
La levetta al manubrio sulla Honda RC213V di Marc Marquez

La soluzione è spostare la posizione della folle a valle di tutti gli altri rapporti, secondo uno schema N-1-2 invece che 1-N-2, una soluzione che presenta però le sue controindicazioni sotto forma del fatto che una scalata precipitosa potrebbe lasciare il pilota con la folle inserita al posto della prima. Situazione in cui nessuno vorrebbe trovarsi in una staccata al limite, soprattutto dopo che ha provato sulla sua pelle una sfollata in staccata e i successivi tentativi di reinserimento di un rapporto.

E’ stato quindi necessario introdurre un controllo di sicurezza, sotto forma della levetta che vedete che è comparsa (o meglio, è stata notata) per la prima volta sulla Honda di Pedrosa nella stagione 2013. Levetta che, stando ai ben informati, è necessaria per poter inserire la folle: impossibile inserirla per sbaglio durante una scalata precipitosa.

La comparsa di questa levetta sulla Yamaha di Rossi e Lorenzo nei recenti test di Sepang (anche se intravista in alcune sessioni di libere già nella scorsa stagione) è quindi da considerarsi la riprova dell’arrivo dello schema “evoluto” che dovrebbe aver consentito alle Yamaha di recuperare una parte del gap pagato ad Honda in accelerazione.

 

Il comando a levetta (visibile fra manopola e leva della frizione) adottato sulla Yamaha di Rossi
Il comando a levetta (visibile fra manopola e leva della frizione) adottato sulla Yamaha di Rossi

Resta, come evidenziato da Rossi e Lorenzo, la mancanza di funzionalità seamless in scalata sulla soluzione Yamaha. Dove Honda è in grado di avere un cambio che non interrompe mai la propria azione anche in staccata, Yamaha deve invece rinunciare alla possibilità della decelerazione più progressiva offerta dal seamless, demandando il lavoro alla gestione elettronica del freno motore e alla sensibilità del pilota (che non deve comunque usare la frizione, grazie alla funzione blipper consentita dalla gestione ride-by-wire, ma ottiene risultati migliori se azzecca il momento giusto per la scalata) e pagando qualcosa in termini di stabilità e scorrevolezza in quel frangente – la staccata – dove l’anno scorso la M1 si era appunto dimostrata in sofferenza nei confronti della RC213V.

Restiamo in attesa della successiva evoluzione, certi che Rossi e Lorenzo in quell’occasione avranno facce molto più distese.

 

Foto: Crash.net